Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

nisce nel cui di sacco in cui sono im1nigiona1i, oggi, i lavoratori di tullo il mondo. Si dirà che la smisurata crescita della 11opolazione urbana avveratasi in Russia rappresentò un passaggio obbligato per quella socieLù: da una economia primiti,,a, agricola, arre• Irata a una economia industriale e moderna. Un male necessario, uno scotto cui l'umanità deve sottostare se n10l progredire. Ma è lecito do– mandare perchè mai gli uomini do– vrehhcro poler f)rogredire so/o sba– glimulo, cioè atlenendo~i sempre a formule comode per le classi diri– genti (in attività di servizio, o ·in atlt'sa del << ricambio ,,) e negative per le-masse che ne fanno le snese. Tra l'altro non è per nulla vero clu• << sia semine andato cosi )) ! Come dimostrava sessanla anni fa Kropo– tkin il genere umano lrn in realtà potuto progredire solo perchè sotto la crosta dei passaggi obbligati, del– le lotte fratricide, delle tragedie col– le1tive scorre il fiume inesausto del mutuo appoggio, della solidarietà al– l'inlerno della specie umana (che non è l'amor del prossimo caro alle reli,!?:ioni, ma un natural mezzo o[. ferlo a noi prr non scomparire dal– la farcia della terra, come capita al– le s1}ecic che si divorano [ra sè). Eppoi i mezzi determinano il fi. rw, altro vecchio discorso che la fretta di ottenere risuha1i (o l'odio cieco per tutto c·iò che attualmentP opprimi") fo dimenticare. I mezzi a– doperali dai Giacobini figliarono Termidoro e Napoleone; i mezzi a– doperati da Marx la socialdemocra– zia; 'flll'lli di Lenin lo stalinismo ... Sicchè invece di tendere al dcccn• tramenio, alla integrazione di lavo- rn agricolo e lavoro industriale O• gui forma di vita sempre pili si con• centra, nell'URSS: è del 1950 la li– quidazione dei piccoli kolkoz per s1ivarne gli abitanti in grandi città operaie piì, facili da dirigere, da governare, da dominare. Ed ecc·o un ahro fotto, o meglio una serie di fatti: 1rnntando sulla concentrazione, sulla potenz.n l'U. R. S. S. gioca il tutto per tutto sulla induslrializzazione; risultato: meno lalle meno carne meno uova a per– sona, nel 1938, che nel 1913; 4,9 c1uintali di c·rreali a lesta nel l.9L::S, e solo 4,2 nel 1938. E nel settore industriale: il rap– porto tra industria pesante e indu- . stria leggera. che era di un terzo per la prima e di due terzi per la seconda nel 1914, si è oggi inverti– to; due terzi d'industria pesante, un terzo solamenle d'in1lustria leggera, ifell'unica cioè C'he elevi il lenon· di vi1a delle masse. A che serve esser passati dai 18 milioni di tonnelJate di acciaio del 1939 ai 25 e mezzo del 1950, se co– desta protluzione si traduce esclusi– vamente in armamenti? Quali van• taggi ha portato ai russi i I formida– bile incrf'nwnlo nella produzione di energia elettrica (ohre 80 miliardi di Kw.ora oggidì) se ciò non è per nulla servito a favorire quel decen– tramento dell'industria, e quella in• duslrializzazione dell'agricoltura <·he costiluiscono l'unica difesa attiva contro lo slrapo1ere dei ,!?:tllppi oli– garchici detentori del capitale o del– l'autorità politica? E ora un po' di teoria. Anche le esercitazioni teoriche, se c·ondotte con discernimento, possono porlare a risultati fauivi. 253

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