Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952

A N T o L o G I A UNA MADRE E RA LUNGA e disagevole la strada per rientrare a Sassari passando at: tra,,erso la deso1azione del Sulcis, costeggiando la regione mineraria del1'1glesiente, e percorrendo in d.iagonale il Campidano per riprendere la nazionale al di sotto di Sanluri; ma era un percorso obbligato. Peppino Biasi desiderava andare a Teulada e predisporre gli allog– giamenti e lo studio per il prossimo autunno durante il quale avrebbe di– pinto le tele pii1 belle e luminose, e perciò lasciammo Cagliari nelle pri• missime ore dell'ardente meriggio estivo. lo stavo al1a guida di una piccola << Balilla » a tre marce color ama– ranto e accanto a me sedeva il pittore tutto intento, con g]i occhi socchiusi, u mirare il paesaggio. Sulla sabbia e Ja polvere rossiccia percorremmo uno strettissimo lembo di terraferma fra 1o stagno di Santa GiJla e il mare, avviati verso il sud in direzione di Capo Spartivento. Avvo1ti in una nuvola attraversammo Sarròch e Pula, proseguimmo per Ja piana desertica e <1uindi piegammo ad occidente verso Domll!I de Maria. La temperatura era torrida, il paesaggio rossastro e desolato, senza un'anima, il cielo di pallidissimo turchino tutto unifonne non aveva una randa, e solo il palpito del motore rompeva il silenzio tragico e oppri– mente. Ma la strada prese a salire, e torno tomo alla gobba liscia di un piccolo colle ci apparve w1 paesino color grigio perla punteggiato di sme– raldi, leggero e morbido come un pastello, e il paesaggio subito ebbe gra– zia e vita. Era un miracolo di bellezza delicata, dolce e st.ntggcotc, come sogna– la, che sohanlo l'oriente può offrire. Affrettni la corsa verso l'oasi, e presto il miraggio si svelò come una allucinazione. Da vicino Domus de Maria non era che un piccolo agglomeramento di casolari miserabili e cadenti costruiti da mattoni fotti da un impasto di paglia e fongo, senza intonaco, con tetti sconnessi e porte e finestre sgangherate. Su11e strade soltanto tracciate quei poveri casolari erano di– sposti a caso senza ordine nè simmestria. La macchina affondava nella pol– vere rossa, fine come cipria, e l'acqua bolliva nel radiatore. Ci fermammo. Occorreva dell'acqua, ma il paese appariva tlescrto. Non un gatto, non un cane randagio, e neppure una gallina razzolava fra le immondizie sparse sulla via. 219

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