Volontà - anno VI - n.2-3 - 15 gennaio 1952

,g,1111,•nto in compensazione (('lea– ri11g:). e per la impossihili1i:1 di con– \l'rlire le valute straniNe (non si può cambiare la sterlina in tlollari, .Hl Cl!,('1t1pio). l'Ufficio ltaliano dei Camhi ha continualo a pagare in li– rt• italiane gli esportatori, senza po– lf'r i1w11ssare i crediti in moawtu stra– niera a noslra disposizione. SucccJ1• 1·o~ì (·he tra l'UEP e altri paesi (Bm– ~ilc. Finlandia, Jugoslavia, Rus..;i:1. S1n1gou. L 1 ngheria, Polonia, Ronrn- 11ia) nbbiamo, da una J}artc, crediti l'n un tolalc stimato di 320 milioni ili dollari: dall'altra parie siamo co– .11tre1ti a chiedere agli S1ati Uniti prci;tili dell'onlinr ,li lSO rnilioni (li ilollari. S1raf'cioni dal materasso imbottito ,li milioni, esportiamo a paesi che •·i ucncditano denaro inutilizzabile i· irnportiamo dagli Stati Uniti pa– gundo con tutte le nostre riserve va– lu1:,rir- disponibili. Con buona pace 1lrl signor Pella. <1uesta è inflazione della pe~giore specie; calcolava il • Sole• 1, che i pagamenti agli espor– talori italiani ammontano a 200 mi– liardi di lire e che i 320 milioni di 1lollnri inu1ilizzabili rappresenlano lanta ml"rcr sottratta al mercato in– lNno: 1ro1}po denaro (nelle mani di pod1i), t· 1rop1}0 J}OCa merl"e da rom– Jl"tatl". Inutilizzabili, quei crediti? li r:1• ~ionamcnto logico condnrrrbbe- •• pensare che si potrebbero utilizzare eon importazioni dai paesi debitori, tino a pareggiare la bilancia. Tmpos– !tihilc ! si dovrebbero importare ma– lt'rit' prime - ci dicono i sac-ndoli •lc·ll'cconomia nazionale- - ma quel– li• o vengono da1Ja zona df'l dollaro (v..rso la quale siamo indl"bitati). oppure sono coprrte da piani inter– nazion:1li di assegnazione; oppure JIIH <1uelli <'he riescono ad averne ili guardano bene dall'esportarle: i pro– dotti alimentari (come il grano) vl"n• gooo da paesi che uon hanno niente a che fare con l'UEP; rimarrebh<-ro i prodotti semilavorati e finiti. Ci si attenderebbe che aumenta:)• sero le importazioni di JHOtlotti 5e· milavorati e fini1i; ingenui, pazzi! Se importiamo questa roba, chi com– pera pili quella che lacciamo ooi, in Italia? c-hiedono gli « ambienti industrjali ». Voi volete rovinare la indnslria italiana. aumentare la di– i;oct·upazionc. sabotare l'economia, gettare il pncse nel caos .. Siccom(" nessuno desidera tutto <1uesto, verrebbe fatto di pensare che allora è meglio ridurre le esporta– zionj e vendere di pii.a sul mercato interno, u prezzi più bassi. Apriti cieJo! Ma lo sapete che il compra– lore italiano non ha soldi per com– perare ciò che fabbrichiamo (lo sa– pevamo ,veramente), e che se non e– sportiamo l'industria si rovina, la di– soccupazione aumenta ecc. ecc. Morale: il lavoratore italiano ha interesse che i crediti all'UEP au– mentino, c·he aumenti La circolazio– ne monetaria con la carta pagata dal– l'Ufficio haliano dei Cambi, che le importazioni diminuiscano anc·or J}ÌÙ; e se non ha i quattrini per com- 1>erare, si consoli pensando che, For– tunatamente per lu.i, può continuare a pagare inglesi. Cra.ncesi, tedeschi ecc. perchè gli comperino 1a roba '"he produce. Il beue8serc delltt nazione e la disoc<"upazione Vista la i;;i1uazionc, il governo ha pensato di favorire le importazioni, riducendo i da,:i alla [rontiera. La

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