Volontà - anno VI - n.2-3 - 15 gennaio 1952

chio sono interessanti perchè vera– mente adatte all'ambiente e agli uo– minj del luogo, mentre il comples– so Manzoni è un aborto perchè Ja sua gaLleria, non mettendo in co– municazione due strade importanti, è senza scopo, iJ suo atrio non ser– ve a nulla e il cinema e il teatro non ... anno niente di particolare. A me quello che interessa è che in quelle ca.se comacchiesi, per vere e funzio- 11:tli çhc siano, contengono << funzio– nalmente)) tanta miseria; che la gen– te ci sta male dentro, e se appena potesse abiterebbe in un'altra ma– niera (avesse un poco di danaro si affretterebbe a crearsi un ambiente di tipo borghese? può anche darsi, ma la colpa non è certo sua): e non rit>sco a vedere la messa in mostra di quelle case se non in funzione « sto– rica )1, da museo; mentre la Spon:a– nea avrebbe dovuto avere un valorr {' una capacità di immediato insegna– mento per oggi (a parte il fatto che il <·omplesso Manzoni raggiunge anche P.,so la verità, essendo mostruosa Jirogenie di una mentalità sbagliata). b) ldenticaffiente, come si (a a 1rnrlare di « sviluppo libero e spon• laneo ll per i paesi del1a zona del Ciai:a, per gli schiavi delJa econo– mia del castagno a FarnO(·chia? Bel– lissime dal punto di ,,is1a estetico sono ]e strade di Erice. con i muri rlritti senza· una sola apPrtura perchi– lP abitazioni si liberano tutte negli orti, ma gli cricini e i farnocchiesi vivono forse in una situazione so– c-ia]me.nte accettabile? Non è, mi si rispondent, che 3ia– no accettabili o meno; gli è c-he so– no vere, mentre oggi tutto è truc– co, impialliceiatura, inganno. Bene: questa impostazione comincia a per– suadermi un poco di pii,. incomin- cio ad affcrral"C cht" si tratta di pro– porre LUl ritorno alle strutture basi– Jari sia dell'uomo sia della natura ... (( Senza » mi si ripetè giustamente (< tornare a quelle strutture, ma comprcudemlo con lo s1csso spirito ]e nuove strutture del tutto diverse. e) Ma d'altra parte troppi di <1uesti paesi hanno per dòmino il ca– stello o la chiesa, troppi sono di d1iara impostazione mediovale per– cl1è non ci si ribelli vedendoli pro– posti alla attenzione (e il pubblico credeva che dovesse essere ammira• zione) dei visitatori. Mi rispondono che non si trattava d.i rimpianto per le comunilà misere e vi.ve di un tem– po, bensì di interesse per l'aderenza tra lo stato economico-sociaJe di <1uelle comunità e la loro urbanisti– ca e architettura: eppure l'accusa di architettura per Ja povera gente, di populismo, che alcuni hanrio porta– to <"Olltro questa Mostra, insinua i ,;;uoi dubbi. Insomma le immagini non riuscirono a mettere in chiaro, nonostante le ripetulc afTt·rnmzioui delle didascalie, che per creare co– se a un tempo e funzionali e bellf" e socialmente meritorie, fosse necessa– rio non già tornare a quelle isole antiche, ma crearn<' delle nuove le quali da sole, dal basso, rompesse– ro la monotonia e l'autoritarismn delle soluzioni Cf'ntralizzate cui ha portato lo sviluppo economico succu– bo a1le leggi de] capitalismo e del socialismo di Stato. Come si passa da11e comunità primitive alle col.lei• tività della società di domani? Ma già, mi diranno che questo è un di– scorso da politico e non da urbani– sta ... eppure solamente dando alme– no le tracce di un discorso del ge– nere si sarebbe fatto opera onesta e degna. ]05 •

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