Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951

Intendiamo infine riprendere senza genericità la critica anurchica alle forme attuali della vita individuale e sociale. Deri,•arue idee chiare e vo• lontà concrete per la famiglia libera; per la indipendenza della donna c la sua paritit sociale; per il controllo delJe nascite; per nuovi a,•\'ii ,w. cietari de1Ie scuole d'ogni grado; per Jar strada ad lma morale senza idee di premio e di castigo; per Ja creazione del massimo di associazioni Jibere; per una socializzazione che non neghi passando per lo Stato i suoi steMlÌ scopi e liberi i servi del salariato e ricrei l'amore al lavoro - per gli infiniti problemi d'oggi che son direttamente vivi e che s'avviano a soluzioni non fittizie soltanto ove si susciti la ,,ofontà dell'anti-Goveruo, sola via vera per ciò che si dice autogoverno. V. • Cosi 11ice1;amo,cmulitlumente, i 11ostri propositi. ull'ini;;iu della pubblicu::iorie di Volon1ù, nel 1946. Ossi, il bilancio del nos,ro lavoro ~ con/orta11te - perchi i risultRli "e """ rnti ma mi11imi, r.Omf! dev'euPre. Se nvessimo 01ten11to tli irre1gime11tare molli "'se– ,:11aci •· avremmo po11m di noi stes.•i, temeremmo d'essere anche noi divenuti politicnnti. Se nessurio ci ni.-essea&e11l1111i, .!e il nostro collo<1uiocol llTIJUimo .~i fosse mutato in Mt• liloquio, 11or1ci perdone,emmo di aver sciupalo per 11ulla tan10 lavoro (chè 11m10la· voro e s1a10, in dnque anni}. l,11,-ece, i!iomo nel l(Ìusto. dove 1wle1,'(lmoessere: um, pic– cola voce, che no,, si son/ili di rento r,er llPPllrire grw,de, n111 nemmeno si vefo ,l'umiltci J>roclamandosi inefficace. Nel ,wstro mondo, llVvelenlltO di lmrbarie rio,wsumte il eo– .1itletto « progre"o delle scien:e » e fo cositletta « diff1uione clella cultura». lii .,ohi $/te• ronza della gente ragiorie1:ole è 11uesta. ,li f(lrsi tucoltare cfo pocl,i, cli .,emin"re ,,er l'mmenire. Ci par 11ui,uli siu.!lo, etl ÌII certo se,uo 11ecesMirio,riconferm11re 1111ei1,ro11osi1i cli J} (trten:w.del nos1ro lavoro. Sappiamo c/1e il •programma» s·è rii.:eluto troppo 11mbi::ioso. che be11 11oc11mr1e di esso ci è rfo.scito di renli::are. t i11utile 1111it1di c/1e ci si rimproi.:eri di guard11re troppo in (1/to. Perchè noi - C(I i11tendf/lmo i1111ue.!lo 1< ,roi • umi qU(lllfÌ, co11 .1cri11i, cm, lavoro materiale, manclando denaro_. ailllando a far /Hmetrare Ili rivista tloi.:epuò far del bene, han collaborato all'impresa - seguitiamo a guartlure « tropp" i11 nito ». l\'011 v'è altra via, per clii non lw propositi di cor,wmlure al suo prouimo. li programma di allorn rimane spropor:ionato ,,i nostri me:::i 1/i ricercu, 11lladi• .~po1tibilità di collaboratori, ,,Ile dimerisioni stesse delfo rivista. 'f,mavfo ci tliciumo: 111:anti •. ,empre nella stew, ,lire:ione. Clii può aiutarci, e ritiene c/ie in ,,uest11 nostri! ,lire::ione si re11li::::idella 1:ern 111,era di prepon1:io11e ri1:olu:io11arfo,colllinui ml Ri1durci af/inc/1è Volonti1 /llCCia cl'or•1 innan:i meglio che nel <111im1mm11io JHl$M/IO, cioè riesca ,lav1:ero a mostrare che l'idett• ti1à della teoria e ,le.Ila pratica i: condi:ione necessaria ,li libertà nella vita q11otidia,w, ci~ si sviluppi come /ermerito tl'11vve11iretra i pocl1i e 1,iccoli gruppi - 11narcl1ici od altri - che onestamente cerco110 di impiantare .!11nuove fondamenta lii costr11:im1e ,!',ma sociellÌ e1111a di gente libera. Vo1liamo apportare via l"ia conlrilmti piccoli ma refili ,,I bisog,ro di oriP11tflme11to tlclrllomo e tiella dorimr rom11ni chf' .,o,w il noslro prossimo - <li ,,11ali i volitica11ti 11ro/e.(sionali f"Opinuno sollllntn miti. i<lf'nlogir, cioè inganni. A,:ami, """flue.

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