Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951
lavoro e di maggiore rilievo socia– le »; la differenza nei costi sarebbe t·ome al solito « pagata dal.la coUet– tività », eioè con le tasse, gli sii– pendi bassi, i prelievi da questo e quel fondo ecc. Sarei tentato di di– re che, in fondo, è giusto: i grossi impianti siderurgici e metalmeccani– ci che, con iJ generoso aiuto socia). romun.is1a, hanno atteso fedelmente i I momento di tornare a fabbricare carri armati, mitragliatrici, cannoni (continuando frattanto a inghiottire miliardi su miliardi e a non pro– durre niente), hanno chiari titoli di precedenza su tulli gli altri. JI boccone, a dire il vero, non si 1neannuncia grossissimo; alla chiu– !lnra della Confercn7..a, di Ottawa si Jlnrlan, di 500 milioni di dollari 41a passare alle industrie europee (con spiccate preferenze per quelle tedesche); inoltre non risulta,•ano !òiuperate le diffidenze americane sul– la capacità deUa nostra industria di fornire materiali a basso costo col ,lovuto rispetto dei termini di con– segna. Tuttavia pare che si arriverà sempre sui 150 milioni di dollari (90 miliardi di lire) e questa cifra soJJetica polemiche acute. GH « am– bienti industriali » hanno subito preso ad accusare il governo di aver oslaeolato cori « trascuranze debo– lezze, residui demagogici » la ricon– versione che si imponeva subito do,.. po la guerra, e hanno fatto un sa– poroso raffronto tra la situazione at– lnale e quella dell'altro dopoguer– ra, <1uando la mancata riconvenio-– ne portò al fallimento della Banca di Sconto (e, ma questo non lo di– cono, alla sparizione di tuui i ri– s1rnrmi del meridione, e all'impian– to dell'IRI che tutti si guardano be– ne dal distruggere). Come se si po• tf'ssero « riconvertire» industrie na– te e cresciute per la guerra, che ri– mangono in piedi soltanto se J>rO• lette dallo stato. Noi non vogliamo, hanno aggiun– to i suddetti « ambienti », nè com– messe assistenziali, nè ordinazioni a ca.rattere caritativo; vogliamo sol– tanto essere inclusi in questo giro di quattrini che non si sa bene per• chè 11011 dovrebbero toccare anche le tasche di cl1i non è diretlamente protetto <lullo stato e dalla CGIL: si I ratta <li imposlure il prob1ema in lenn.ini slrettamente economici, di concorrenza di costi, e di reciproco vantaggio del committente e dell"in– caricato. Le cose si aggiusleranno, naturalmente; la parte maggiore an. drà ai grossi complessi industriali e nuvuln1eccanici, a cui lo stato paghe– rà la differenza tra i loro costi e quelli normali delle altre industrie europee, e sararu10 trauenuti dei qua,ntitativi soddisfacenti per I' in– dustria media. li problema morale delle lavora– ziouj belliche non interessa, eviden– lemente, una rubrica economica (in– teresserà e,•enlualmente i social-co– munisti che dopo aver strillato con– tro il riarmo, e contro lo smantella– merHo dei grossi complessi dell'in• dustria bellica foscisru, adesso o ac~ cenano le commesse e mollano la pace, o continuano gli slogans e ri• fiutano le commesse). Rimane però da chiedersi: proprio tutto oro che cola, queste commesse? La stessa doman<la è stata posta anche da gior– nali « seri » che hanno risposto die vrrnmentc ... insonmrn ... bisogna un- dare cauti .. . Anzitnlto, super:ite le diffidenze suJJa capacità di lavorazione della nostra industria, gli americani so- 27
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