Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

IL PROBLEMA DELLA GUERRA LA POSIZIONE del socia)jsmo libertario di fronte al problema deUa guerra è, in teoria, semplice e chiara. La guerra è la conseguenza natu– rale cd ine, 1 itabile dello sCruttamen– to e ancor pili dell'oppressione de). ruomo sull'uomo. È, inlaui, dal– l"organizzazione delle società umane su basi autoritarie, centralizzate e gerarchizzate, che il mondo è stato ed è diviso in « Stati sovrani», che per definizione sono necessariamen– te rivali. Onta l'esistenza di questi Stati, non ci può essere evidentemente, un diritto internazionale reale e viven– te. Nel mondo, cosi com'è stato ed è, la pace non è che uno stato pre– cario che risuha da un C<JuiHbrio di forze. Accade che quest'equili– brio sia sanzionato da trattati, da al– leanze, e da coalizioni, ma rintane eminentemente instabile. Appena, per una qualsiasi ragione quest'e– quilibrio si rompe, le rivalità di in– teres!i appaiono ,•iolenti, i connitti sorgono e agli Siati interessati non rimane che ricorrere alla guerra. Di conseguenza, è assolutamente utopistico, sperare in una pacifica– zione reale e definitiva del mondo per mezzo di accordi e convenzioni tra Stati sonani e le esperien:,,e del– ]a Socielit del.le Sazioni e dell'orga- 556 I nizzazione delle Nazioni Unite, so– no, a <111estoproposito, abbastanza dimoslrati\'e. Quanto a indurre gli Stati a ri– nunciare alla loro Sovranità a pro– fitto degli organismi internazionali dotati di potere snpernazionali, è volere ignorare che la condizione– prima dell'esistenza stessa d'uno Stato è precisamente la sua sovrani– tì1. In altre parole, chiedere allo Stato di abbandonare la sua sovra– nitì1 è chiedergli di persuadersi a suicidarsi. Lo Stato, infatti, auiuge la sua forza essenziale nelle sue purticola~ rità e nel Iatto che egli è un'auto• ritit centrale e suprema che regna su una c0Uettiviti1 determinata che– s(ruua e domina nello slcsso tempo. Se accade lutlavia che uno Stato concludu con un altro un'alleanza così stretta da perdere la sua sona– nità, non è pil, permesso allora di pnrlarc di alleanza: si tratla sem– plicemente di subordinazione, come 1>cr esempio l'allennza della Russia <·on i suoi Stati, dclii, mollo giu– stamente, satelliti. E chiaro che questo modo di regolare il problc• ma della sol'ranitit degli Stati è pro• 1>rio l'oppos10 di una soluzione di pace e che rafforzando così l'uno o. l'altro Stato non si fa che renderlo piì1 potente ed aggressivo. Perchè

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