Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

A N T o L o G I A LA PRIMA PIETRA DAL ~1AR·MO della scalinata e delle colonne del Tem1)io, il sole del meriggio strappa riflessi perlacei, ed ai suoi barbagli s'indora la 5.ah – bia del cortile inforiore, gii1 nel ((Uale, in uJl angolo. è seduto Gcsì1. 1 di– scepoli, che fan corona al Nazzareno, restano muti. soprappensiero. La bal– danza e l'entusiasmo dei primi giorni, dopo la entrata rumorosa in Gem– sale.mmc, souo ormai scomparsi. Con curiosità e con timore. cS!i girano i loro sguardi sulla folla che si rimesoola nel cortile con intenso brusio, e trasaliscono quando qualcuno s':wvicina al loro crocchio. Cesia stesso tenta invano di conservare al suo aspetto dolcezza e scre1ùtì1. Sulla sua fronte, da qualche giorno, è a1>parsa una ruga profonda cd ostinntu. Tutto curvo sui suoi pensieri aogoscial.i, raccolto sulla sna tristezza immensa, spiccica a fatica le labbra ,per pronunrinrc <1ualche monosillabo. Una nuhe turba razzurro dei suoi chiari occhi. Lo @guardo della folla, di c1ues1a folla di Gerusalemme lanto di\ersa dalla folla ingenua e semplice di pette3tori, fra i quali è fino a ieri vis– suto, preme su di lui, peso in&0pportabile cl,e l'obbliga a cun•are il capo, e lo trafigge da ogni 1parte con punture di lame in.visibili. Egli !!enle in quegli sguardi la beffa, il disprezzo, l'ironia e Podio. Gcsi'1 e i suoi discepoli non son vem11-i n Gerusalemme che per librare una grande battaglia. Accolti dapprima con effimero sd1ianrnzzo, poi con indifferenza, infine con sarcasmo, essi !rnnno sperato invano d'inJurre fi. listei e sadducei, sacerdoti e ipubblicani, n presentarsi a viso scoperto per una Jotta definitiva. I suoi nemici tentano d'impigliare. lcnlamcnte, de. stramente, il Nazzareno, in una rete 90ttilmente ordita d'n<leswmenti e d'insidie. Son es.si ehe gli mandano emissari, i c1nali con fore sornione, con voce melosa e ve]enosa insieme. vengono a formulargli domande su domande. La rama di profondo conoscitore delle Scritture ha preceduto Gesù in Gerusalemme. Già si sape,•a <1uantofosse arduo discutere col Rabbi, che ha sulla punta delle dita le parole dei Testi Sacri e le sentenze dei profeti. Dal suo labbro !gorgn lit metafora rutilante, e j) suo ,pensiero si riveste della parabola di ,vago significato, ma di soggiogante bellezza. Gesù sa, però, che non è i1 desiderio di dissetare alla tersa oncla della sua sa• pienza ciò che spinge tani i curiosi a lui! « Voglion0 perdermi - egli si dice 111estamcntc. Essi tentano cli liberarsi di me schiva.ndo uno scontro cl1e potrebbe darmi, col martirio. la ~loria. C11e io incautamente l)roclami 607

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