Volontà - anno V - n.10 - 19 luglio 1951

(ugue dal 11. precedente} ALTERNATIVA ANARCHICA fow.g11i1<1 {'11111,fi~i di D. Wiecl,·, ilei Gruppo di « Rc,,istancc "• su/fo condi:,onc sociale preunte - e111ro i pioni•11emici del pofJo/o e dei suoi domirwtori, cioè della societii e dello Stato - olla ricerca di una ilire– :ione e rii una pouibilitù di t1:iorie sociale 1marchica. I.e riflessioni sono ceri1r111c ~ull'America, 1wn solo 11ercl1è l'A. vive in Americc1 ma atuile perchè di /allo L'America è ora - nel bene e nel male - t11la tcstu del mo11do in molti sensi. M11 è aget·ole la 1r<uposi:ione cli questi' irlt>t> Nllro i 11ilmi /Hlrticofori clelle co,uli:im,i P i/pi problemi di cili.scu11 t1l- 1ro popolo, ed i,1 1xirticolare delflwlia, c011 i mille tiisi della no.or11 suciPIÌi m1ch·essi soffocati claUa 11wscheri1 cli ferro dello Stato. Il . l.A GUERRA È LA SALUTE DELLO STATO LA POLITICA ATTUALE dello Stnto amerit:ano, è abbastanza ragionevole se si considera dal pun- 10 di vista degli statlsti per i quali il problema è Ja sopravvivenza di tale Stato, e da quello clcll11 classe economicamen1e dominante che de- 5idcra una slrategin atta a peq,ctua– re mie suo dominio. Ma non è a(– fauo ragionc,,olc dal 1mnto di vista della gente cfrn costituisce la nazio– ne americana. Al suo meglio, è una politi,·a di sopranivenza ad ogni t'O~lo. una politica di viltìi. Quanto 1>ii1 ,·onsideriamo anentamcnle Ja no!:>tra .,ituazione (di 1>0polo ameri– cano). tanto pii1 dobbiamo convin– cerci rhe sarà per noi una fortuna sopra., vi, ne, e se questa marcia in a\'anti della pazzin ufficiale giunge– ril ad un punto d'arresto sarà un fotto da\'\·ero notevole. 520 Tu11a,•ia, qw.1lcosa ci trattiene dalle « scelte >l ovvie, c'è qualcoiòl.1 che , eramente corrisponde ad una (rul!-C come « I ibertì1 o morte >>. li prigioniero condannato aU'crgasto– Jo non si espone al suicidio tentando Ji fuggire sotto i fucili delle guar– die, ma un giorno assai buio è quel– lo in cui abbandona la speranza di fuggire, e s'accorge che quand'anche si presenti la possibilità della fuga egli non sapril pii1 riconoscerla. L'uomo che rimane umano non cer– dierà di farsi la vita mjgliore pos– sibile in prigione, benchè (o amici pacifisti) nemmeno cerchi di sof– frire più di quanto già soffre, per i;è e per i suoi amici. Ma <'gli ccr– C"heril ogni mezzo per fuggire, ~ nella fuga rischierà anche ]a sua vi- 111. Non è questo il comportamento usualmente accett3.to : è pili comune

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