Volontà - anno V - n.8 - 1 maggio 1951

~ione umana~ la parola della libt!rl;t, varcaHt i monti e paasau i mari arri– nndo anche nei noslri piC<'oli 'J>acsi. Quando un oratort> ,•tmi,•n dall.- uosl.re parli a i.tarlare di socialis[ll(I. di anlidcric.uJismo e di cnutncipazione da tutte le ingiustizie che da :tecoli infiniti le classi pri,d.lcgiate infl.iggono a tutti i diseredati della terra, io 110n mancavo mai di accorrere ad a!coltarli. La mia mente ancoru bamhi~ •i 1-omprendov.:1 ~>oco, ma io li ammiravo, li adoravo qua&i, tJuesli oratori. c·ome i miri contemporanei adoravano i loro santi e le immagini rnligiose- 1-ft>llc loro chiese. Avevo una grau sete di sapere. leggevo, mi appassiouui al soci:tlismo. t• questo fu la mia prima fede. Non per molto, tutta,'la. A qui.udici auni potei lasciare lu S11nlegna 1· recurmi sul continente do,•e prelfi contatto t.-on degli 01>erai aventi una OO· i-eien:uapolitica matura . La loro compagnia e le loro discussfoni suscita,•ano in me il pili ,,,i,o iut~oe; erano il pane spirituale che da tempo cercavo. Alloru la mi.– mente che s:aprh·a conobbe l'ideale anarchjco, la sua bellezza. la· sua grandezza. E il &0cialismo mi ipar\'e uua povera cosa con le sue preoccu– pnziouj politiche, con le sue battaglie eleuorali, con le Hue t)aure di tur– bare Je laboriose digestioni di lor signori. Il mio era un tem1,cramento ri– heJle, Lu mia era una coscienza. se purt• in formazione. tutta tma verso un completo ideale di libcrti1 di giustizia: e nei libri e negli opuscol.i auar~ cJùci, così vibranti di entusiasmo, trova,•o le parole e i pensieri che per– rettamente esprime\'ano il mio staio d'animo e le ,uie epe.ranze. Cosi divenni .anarchico. Attratto da quel grande ideale di libertà e di ~iusti.zia intcgrnle che è l'anarchia, ma anche dall'ardore e dal disinte– reHe con cui gli anarchici s·i impegua\'ano nella lotta per la demolizione clel regi.me sociale esistente. Credo che solo noi anarchici siamo i veri di– ren90ri della libertà, solo noi comprendiamo tutto il suo valore; e per essu tutto ooi 11acriftchiamo. perchè essa è lutto per noi. Veune fa guerra. ell'agoslo del J91i, fui a Torino.,. nei moli t·onll'u I:, .guerra di c1uella ciuà, fui -ar,·estalo da un brigadiere dei carabinieri. sardo anche lui, Wl certo Oore. clu· credo sia poi rimaslo ucci&o in un 0011- flitlo con degli operai durantf' il periodo dell'occu1>azionc. delle fabhricbf". Poi do.veni anch'io fart> il soldato r•er tre ann..i. dei qnaJi quattorv1ici nlf'"'1 idi guerra. Dopo J'annistizio presi parlt• alle agitazioni del popolo italiano. IH•r• hwipando. bcochè militare ancora. alle sur dimostrazioni. Jn occasiout: dei wo.vinu•oti del 20.21 luglio 1919, ancora soldato, fui orrt>stato. e 11011 ~o per quale miracolo 0011 fossi 1h•ff'rito al tribunale militart', come iu quf'.i giorni mi 8i minacciava. F'or"f' lo tlf'vo alla paura che in ,p1el periodo ave""' prf'80 JKll!W"Fo delle autorità. Dopo J"abhandono delle fabbriche da ,,arte dt!gli 01,croi. per il lradi– meuto "·igliacco del Partito Socialistn f' della Confederazione Generale del Lavoro. an1:h'io disgustalo t-d 11vvili10 1,c-r le hattaglit- pndutc e per le- 432

RkJQdWJsaXNoZXIy