Volontà - anno V - n.8 - 1 maggio 1951

guola è un cnso limite; la rivolu– zione tipo-1917 - classe, partiti, lolla di classe ecc. - vi è certamen– te morta e con essa è morto un mo– tlo di 1>ensarf> lt, ri\'oluzione; lo di– co pi-rchè essa mi pare la dimostra- 1:ionc storica che riforsi a correnti ,li pensiero rivoluzionurio che frnn- 110 1,ortuto direttamente o indiretta– mf'ntc al 1917 russo è inutile. C'i· però un aspeno della Spa– g11;1 che si cono::.cc poco: la col.letti– vitì, agricola. Tutti qudli che sono slati in Spa;,~1a, di mia conoscenza, hanno visto le collcnivi1ì1 agricole, ne· ,ono enlusiasti, ma hanno vis– i,1110 nella lotta politica delle citt.i. o in 'lllf'ila armuta del fronte. Le collettività "ouo f>Orlate come un ~– ~cm1»io di come 1-i sarebbe 1>otuto or~wnizzarf' la vita delle campagm•, ,,,,, dopo. E 8<' i1l\'CCf' quella Fosse ~Inta lu ril•oluzione vera? ~iente piìi lotta politicu, org.ani7.– za7.ioni politiche, lolla di classe, 1,roletariato-t,"1.1ida ecc., nelle collet- 1i,•itì1: ma l'uomo e il suo lavoro, In sun vita. (La Palestina: un intrico di <·uu- ~ e di coahi111zioni 1 ma già una !W· rie di 1>roblt>mi nuovi, definiti. Clw forma avrà assunto in Cina la co– munitì1 di villaggio, che pare abbia formato il nucleo sostanziale della rivoluzione subito soffocata?). Teoricamente il problema impone lo sludio del socialismo utopistico, su cui Marx ha tirato un frego: prn- 1it·:unente è necessaria uon disti11- zione tra loltn politica e lotta socia– le; umanamente, si pnò dire che la collettività ripropone il problema dell'individuo nel suo ambiente, dell'associazione, del controllo di- rct10 1 della libera forurnzioni· della J)Crsonalità. Sempre lo slcsso discorso con V. cc LI [atto è » - dice - « che il so– cialismo si è fondato sul la fame e· sulla disperazione di milioni di la– vorntori; era la Carne e la dispera– zione che faceva vedere anche agli analfabeti mm socictù migliore e permetteva i contatti dfreui tra la massa e gli intel.lettuali. Weitling che conosceva ben,~ la propria miseria e voleva liberarse– ne, ma non sapeva bene che cosa si ~arebhe farto dopo, ecco la storia tlt>I soci:llismo di chi i· dire1tam1•n- 1c interessato. il lavoratore. 1\desso la fome e la disperaziooc csislono soltanto io alcune zone; il Cordi,nno, il laburismo, il comuni– ,:;1110, assicnrano un margine d.i vitu e la genti' vuole allargare (fUCsto nrnrgi.ne. non bultnrlo nllo shnra– é'.'lio. Finito <'OSÌ quel malcontento, del socialismo rimane in piedi solranl.o lu sovrastruttura teorica, politica, tnltica; anche i borghesi sono capa• c·i di servirsene. Noi 1netendiamo in"ece di conti– nuare a s1>iegarc il socia]ismo sot– to il solo angolo economico, e pre– tf'niliamo che il mondo borghese non sia pi i, in grado di acconten– tare economicamente la massa; ma iI mondo borghese ha ancora dei vastissimi margini d.i distribuzione della ricchezza, ha trovato il modo di evitare le mitiche « crisi » con cui lo minacciava il marxismo, pro– prio con le armj del marxismo, le pianificazioni, la burocrazia, i con– trolli, e ~i serve dei nostri argomen– ti rper dimostrare che u1 11uella stra- 407

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