Volontà - anno V - n.6-7 - 1 aprile 1951

ad ogni direzione, ad ogni suggeri– mento, ad ogni educazione morale. ad ogni istruzione religiosa. Siamo slati chiamati coraggiosi, ma non oc– correva coraggio. Tutto ciò che oc– corrC\'U eru. da parte nostra, uua completa fiducia nel bambino, CO• me un essere buono, non come un essere t·nllivo. E durante sedici an– ni qucsrn fiducia nella bontà del bambino non è mai diminuita, piu1- 1os10 ~ di"en1ata una fede defìni– ti"a ... Vi (u un tempo in cui la maggior parte dei nosld ragazzi erano « ra– gani difficili », erano problemi: la– dri. bugiardi, ,,iolenti. Ciò accadde 1•erchè noi eravamo allora pratica– mente la sola scuola che accettasse di occuparsi di tali casi. Ma gradual– mente cominciamruo a ricevere im•e– Ct.' bambini normali, cosicchè oggi tru i nos1ri settanta allic\'i la pro– porzione di ragazzi (e ragazze) «dif– ficili» è la stessa che si ritrova in media in <1taalunque ahra scuola .... Oggi i nostri allievi son sopratutto ragazzi i cui genitori desiderano che siano cresciuti senza disciplina correlli"u dall'alto. Questa la pili folice c·ircostanza ... I gcnitorj ideali sono quelli che ,,engono da noi e ci dicono: ceco, Summerhill è il po– sto per i nostri figlioli, nessun'altra scuola sarebbe buona per loro. Nes– sun 'altra scuola sarebbe buona per– chi• noi siamo andati lontano pii, di ogni altra libertà (forse con l'ecce– zione della scuola di Dora Russel). t necessario. ancora in questo tempo, spiegare che cosa noi inten– diamo 1•er « libertà del bambino ,,. L'argomentazione solita contro la li– hertù per i ragazzi è di questa spe• cie: In vita è dura, noi dobbiamo allenare i ragaui in modo che si tro\'ino ben situati nella vita quan– do saranno grandi, e bjsogna perciò disci1>linarli - se noi permettiamo ad essi di fare ciò che \'ogliono, co– me saranno mai capaci di servire sotto un principale? come potranno competere con altr,l che hanno co– nosciuto la disciplina? La libertà è necessaria al ragaz• zo (o ragazza) perchè solo nella li– bertà egli (essa) può crescere nel suo modo naturale. lo \'edo i risul– tali dei \'incoli nei nuovi allievj che mi vengono dal.le scuole elementari e dai con\'enti: essi sono in genere \·ilu1>pi di insincerità, sotto una gen– tilezza tutla apparente e le solite pseudo-buone maniere. La loro rea– zione alla liberti, è rapida e tedio– sa. Per il primo puio di settimane essi aprono la l>orta per gli inse– gnanti, mi chiamano « signore », si lavano accuratamente. mi guardano con ris1>etlo, con quel rispetto in cui è facile riconoscere la paura. Dopo poche settimane di libertà, mostrano quel che realmente sono. Diventano impudenti, sgarbati, su– dici. Fanno tutte le cose che sono state loro proibite nel 1>assato. Be– steuuniano, fumano, rompono le cose, mantenendo sempre un'espres– sione ins;nccra nei loro occhi e nel– le loro voci. Occorrono almeno sei mesi perehè essi perdano questa lo– ro insincerità: e perdono allora an– che la deferenza \'erso tutti coloro in cui impersonano l'autorità. In sci mesi, eccoli divenutj ragazzi na– turali, sani, che dicono ciò che pen– sano senza vergogna e senza odio. Quando un bambino viene abba– stanza da piccolo alla libertà, non passa attraverso un tale stadio di insincerità. La cosa che pi\1 colpi– sce a Summerhill è questa assoluta 341

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