Volontà - anno V - n.6-7 - 1 aprile 1951

re, e distribuisce ai contendenti dej due « blocchi » attributi a cui nè gli uni nè gli altri hanno diritto (uno stalinismo socialista ed ora in questo libro, perfino liberale, un ca– pitalismo democratico, un cattolice– simo cristia)to ed ora anch'esso so– cialista) non è che uno « slogan» di reclutamento: reclutamento per iJ proprio campo o, magari, per jl campo rivale, che tende a evitare che il pensiero libero e la libera a– zione (massimo pericolo per gli uni e ller gli altri) abbia.no tanta forza da 1,"Tavitue sugli avvenjmenti. Anche in seno al movimento a- 11archico si notano di tanto in tan– to sintomi di <1uella che a mc sem– bra una incsana valutazione delle forze in gioco in questo momento. Non mi riferisco naturahuente ai tt>ntativi centralizzatori ed oricnta– tori, che non sono solo sintomi e non _potrebbero essere discussi in (fucste noterelle, prese seguendo lo ordine casuale delle letture. Voglio alludere piuttosto a sfumature di pensiero che, proprjo perchè espres– se forse involontariamente a propo– siro d'allre cose, hanno un valore !intomatico di stati d'animo che me– ri1ano d'essere chiariti. Nell'« Era Nuova » di Torino del ] 0 no,•cmbre 1956 trovo un artico– lo: « L'(< Unità e gli anarchici», in cui è raccontata l'ennesima edizione tli un episodio comunissimo nella storia dei rapporti comunisti eon le altre tendenze che possono disputar loro le simpatie delle masse opera– ie. Nel.I' Unità era stata pubblicata una relazione del segretario torine– se del P.C.1. agli attivisti del parti• to, in cui, sotto il titolo di l< La lot– ta contro i provocatori Litini », si 324 faceva il seguente elenco dei pro, O· ca tori in parola: agenti delle diver– se questure, dei servizi americano ,. inglese, servi degli industriali, anar– chicj, trotzkisti, neo-fascisti, tulla una genia di traditori e d.i spie. Il giornale commenta <1uest' enu– merazione, indignato per il fatto che gli anarchici siano stati « mes– si nel mucchjo, indiscriminato. dei rinnegati, dei traditori e delJe spie)>. e dichiara la sua solidarietà con i compagni della Ft!d, An. Piemonte• se che si recarono dall'autore della relazione per dirgli « che gli anur• chici italiani non hanno nie1111•in comw1e col titismo, che gli anard1i– ci italfani hanno scrjtte pagim· lu– minose nel movimento ri, 1 oluzio1111- rio, etc. » del che l'Unirà dctle lo– ro atto in un comunicato (eh<' /!,'ru Nuov{l. ri1>orta), da cui 1ras1rnris-c<' la soddisfazione della burocrazia del pnrlho 1>eril fatto d'essere così aiu– tata, dal.la protesta anarchica. nella lotta contro i propri « eretici >1, Prima d.i tutto c'è da disc·u1er,~ snlla parola (< rinnegati )> che « Era Nuova » applica evidentemente ai trotzkisti cd ai « titinj ». Nel nostro campo s'è spesso abusato di quc~10 attributo - che dovrebbe esser ri– servato a chi abbandona una 1·au:--a per opportunismo cd in mala fe1lc - estendendolo a tutti coloro che est>r– citano l'elementare diritto di espri– mere onestamente un cambiamento avvenuto nelle proprje idee. Ma an– che dal punto di vista di questa cat– tiva ed ecclesiastica abjtudine, rin– negati della pura dottrina leninisla sono in caso assai pili gli staliuisl i che i trotzkisti, i qua.li u.ltimi differi– scono dlli primi sopratutto per il fatto d'esser stati sconfitti, e sono stati sconfitti probabilmente per la

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