Volontà - anno V - n.6-7 - 1 aprile 1951
ilo 111e110 duro il trut1;1111cnlo dei non-conformisti. Pcrchè dmu1uc nou dovremmo de– ,·iderci ad usare destrezza e inge– gnosi1i1? Pcrchè dovremmo chiedere a tali uomini di battere la testa con- 1ro il muro, comba11cndo coraggio– samente lo stai() solo nel chiuso del– le prigioni militari? Quello a cui noi pensiamo è, quindi, la diffusio– ne dell'idea del (< menefreghismo )l. I soldati risponderebbero pronta– mcnh· ad un richiamo di questo ge– n,•rc, che pèr mohi offrirebbe non solo la forza pii, corrosiva e letale conlro il militarismo, 11rn anche la forma pii1 piacevole di resistenza. Essa 11011 ha molto l'aureola del mar– I irio, nrn rrancamente noi uon dob– hiamo ri1em~re che il 11rnrlirio sia 1111 necessario dcmenlo dell'an:archi- 1-1110. Può giungersi al martirio co- 1111• .id un risultato sfortunato. ma 11011 ct•rto cercarlo, noi <·he 110,·1 de– ~idcrituno alcunn riconq,ensa in (Hl· radiso. Quc.:,to hisogm1 tenere prcscnle: 1·i11disciplinn c·ostunte, !"assenza oc– t•a,-ionalC". I.~ manc:mza dj vero in– ter·csSt' nell'esercito. la 1,igrizia, il diletto di ~•nso lh·I do,•ere e del– roblwdi,•nza, il che è tullo a 1>or- 1:11a di mano del soldato, possono c·ondnrrf' in Jnghiltcrra anche al c·ongcdo dall'esercito. ,, frattanto diffonderanno una huo1rn dose di in– subordinazjone, che alla fine ripor- 141 al nostro punto di vista - poi- 1·hè infotti il tutto non è che un a!1òpcllodi c111clla lott.,, contro lo Sui– lo in <·ui crC"dono gli anarchici. ~aturalmcnte, io tengo nel debi- 10 conto il Catto che altri eserciti sono differenti da c1uello inglese, e che anche c1ui l'eventuale congedo non pnò essere garantito, e certa- 314 mente non si puù spernrvi affatto in ahri pncsi. Comun<1ue, altri posso– no parlare con piii competenza di mc delle forme di lotta che posso– no essere adottate in altrj eserciti. Questa è una forma in cui la lotta potrebbe essere condona qui: cd è unu s1rada che (l'esperienza lo mo– slrn senza ulClm dubbio) viene adot– tata facihuentc dai lavoratori. Almeno il 90 per cento di coloro che 1< si arrangiano ,, sotto le t1r111i sono lavoratori, mentre un buon 75 JWr cento degli obbicttorj di coscien– za, se non pii1, ,,iene dai cosiddet– ti « suburbia ))' aree piccolo-borghe– si do\'c ,•ìvono le classi (>rofo.:,sio– nal i. Fuori dclb Sco1.ia occidenta– le (clo,•c c'è la 1radiziouc di Gla– sgow :.1sostenere l'obbiezione di co– scienza) gli obbiettori di cosciem:u nella claN>C" lavoralricc sono ~iutto– :,lo rari. Ma la resistenza all:1 guer– ra, comunquc, deve essere portai.i 1c Ira la classe lavoratrice,, non i11 .i-.lratto rua ri,•olg:endoci alle pCr.:,O• rw singole. Questu indagine puU offrin~ 1111a 1;1•r111 idea dì ci() che sia la posizio– ne dc-ll'obbiezioiw di coscienza in 1111c-stc i:,olc hritannichc. Solo per ciò css.1 JHIU rjuscin· utile ai mili- 1,1111iSlrnnieri: i (111:ili, non è IH'· ct•ssario dirlo, non possono j)Cus11re a co1)iarla, essendo di,•erse le circo– stunze. Tuttm'Ìa, mettendo in rela– zione le nostre esperienze e le loro condizioni, essj ,,ossono cavarne sti– molo o indicazioni per le loro 1,ro– pric decisioni. Gli anarchici ovvinmcnlc, non 1>os– sono persuadersi, come fauno i sin– goli pacifisti cristiani, che il pro– blema della guerra sarebbe risolto allorchè rosse riconosciuto all'indi-
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