Volontà - anno V - n.4 - 1 novembre 1950

l(•rrc-riscc con il lavoro t1·a1tri i quuli i·n<'11no dì far riv'i\'Crc Leghe di nè– ~11erc fuori delle 1(orga11izzazioni si11- d.1cali)> esistenti, per poi federarle- i11 una m10,,a Unione Sindacnle. Nè col la\'Oro d'altri ancorn l'hc operano dall'interno dcilc <(organizzazioni sindacali" a miuar\'i la disciplina e 1·ubhidi<·11z11 ni Cupi lontaUli. V'è :mcorn, l'altro lcntativo in a1to. aneh"csso di giova11i e di anzia- 11i (è bene insistervi, per cviturc ,·hc ris1nmtino ,,oglic 1)er melll're µ:li uni ,·ontro J?li ahri, i giovani e gli anzia- 1:i) tli tutk le 1uarti d"ltulia 1 i <1m1- li n-rrano di s1,crimcntnre indirizzi nuovi in ~t~de pcdagoi;icn f'd in sede comunitnrin. .E <•hf' vi sinn diverse inizittli,,e parallele per 11l<·1mi setto– ri, e che nllri torni a 11arl11rc di Stuola Moderna all'uso di F'errer. C<·c., non disturhn 111·oprio 1wss1mo: l'esperinwnlo clir:.'t qual'<'ra la stra– da cn1,acf' di dnr frutti. Molti !'i-On. cosi. i no.stl'i modi di parlC'Cipnre alla vita sociale del no– stro lempo. di l'a~giare per il futuro le no~lrc hapacit:ì di crenzione di c<nuovo,, i11 dirc:t.ioni di libt·rtù. E non v'è da dar addol'SO a m·ssuno. Ogm:mo fo la scelta del suo ~ru1>pO cli lavoro - 11111 ri1,cte11dosi: chiun– que si m<'llc nl lnvoro. anC'he in mo– di diversi dul mio. merita d'essere niulalo. La slrndn della 111·ovue dei– l'crror<', lu strada d<'ll:1 libera spi'– rimentnzic-n<', è In sola i·he l'i possa riconoscere per 11oi. Ed il Congresso prossimo devcdor modo di informarci ,neglio tutti sui tentativi di <·iascuno, per stabilire i C'Onlatti e I<· intese da cui il luvoro comune (diverso. ma con un'anima :-Ola) verrù alirncntuto e potcnzinlo. In condusio1w: l"immissione di «idee 1111ov1._•>1 trn noi 11011 ci i,,pUH.'nli mai. Anche se puion crctid1c. an– che se non persuadono. una co~a i· ccrl:t: se non avr:umo tUI inlegralt-– animo unarehico no11 altf't•d1ira11110 :ra noi. E st· lalvoltn è ,,.u·so 1·h1; prendCl'Si'ro nulicc in conti di ,·ota- 1:ione n1whc idee a noi cstrnnct.'. k a'11,iamo ,,oi visir rinl'ccchirc e mo– rire 1wl lcmpo. Aiutinmot:i (lt1imli 11 la\'orurf'. n111 senza 111·,·IC'rHl,~r<· nmi d"avcr l't·op<•rla la luna. L' :mnrchi1-mo è v<'cchio quanto ruomo: NI ha onnai una :-ua tradi– :tionc - fluida. molterllice finchì· 5i \'uolc. maµ:ari anche in 1ah111ia:-pt·lli con1rnddi1oria. ma salda ,. ~<'11ae<•. Ad essn possi.uno vols:;cr,·i 1ra11q11illi <111ando abbiamo bisoµ:110 di l':lµ:J!i:ir<· un'idea. un proposito: chè l'i11udia– rf' a priori la lr:ulizionC' è hrnto sciocC'O come udorurln. F.ssn <·i di(·•·= mni calcare le Ol'IHC'ahrni. mai op<'– l'al'C nel solco dei Parliti. mai l'i11c-– \('1·c I<' IOl'O parolC' d'ordin<'. E mai fermarsi su un'id"n tlefi11i1i1m. anzi pcTnHrnC'n· lesi ndlu ri<·t>r1·:1 e'- ,wl– l'esperin1cnto, semJ)rc, NI :1pc-rti a lullo il nuovo d1f' poi-Siamo rii·r<·a· r:- in noi. ,. 1( ••• i.I. Co11gress,> di /,ivor110 lw (/perto il ,libottit.o su pochi punti. cit,. .-.cww. dei ,,uoli fo norma mornle (rmima dello no.~trn o::.io11esocio/e) si tro1,v1 o. coinciclere ,:011 In 11or11w c1en~e//irienu1 prot.irn (ri.-:petlo oi fini <li libertà che Gi pro11'mi<1mo). lJuc punti ,l'orie11tomento: 1) Siamo 11oi per 1wt1,r11 1111 mu– vime11to a bimtrio unico, o /JCr 11011 .wwt.11r<11Ti dobbiamo restc,re ,,,,. mo-

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