Volontà - anno V - n.2-3 - 1 ottobre 1950

babilmen:,. i;;i sa1·ebbc pi-ohmguto fino alla loro fu1r se noo /osse in– ler\'cnula un 'imprevedibil(• dreo– slanza clic· rnpidamcolc mulò il loro dr-stino. ]n quel tempo cm riuuilo a Moiwa il Congresso dell'Jnternazioonlc dei Sindncali rossi, 11 cui 1>nr1cci1>n\ 'a.no in gran munero sindacalii;;ti venuti dall'estero, r>oichè Lenin ed i suoi speravano nncorn di poter intnq,po– lare le organizznzioni d'Europa al servizio della loro 1·nusa. Quando quei delegali sindacali in1csero che i loro compagni russi cran ridotti allo sciopero della fame pi-olee,la– rono vivament<- domandnndo l"im– mcclinlo rilascio dei prigiouirri. An– <:he nel Cougres~o si ebbero per tal,· _ragioni sedute tempcstosr. Infine v<:nne mggiunto un accordo tra il Comitato Ccntrnlr del Partilo Co– munista (holscevi,·o) ccl i delegati stranieri: in esso il reginH" i;;i di– chiarnva dis1•os10 u lihernrc Maxi– mov e gli ahri. 11m solo a condizio– m• che C8Si a<Tellassero di venir(' deportati in nitri paesi. Talr accor– do fu finnalo in un lu.ugo documen– to dni delegali spn,:?noli Orlancli e levul e dui sindacalisti frnnfcsi Si– roJle e ì\tichcl. Alrssundi-o Shnrliro firmò per gli anarchici mssi in prigione e Luuafinrski J)CI" il Comi– tato Ccntrnlc del PC. Alrssandro Bcrkman, che allorn era a Moscn, <' con lui Emma Goldruan. rifiutarono di finnnre, clichinr111ulo8i opposti in principio ad ogni specie di deporta– zione. Ern, di fotti, un ben singolar<' documento. I regimi capilnlisti han– no spesso caccialo dc,zli c1stranieri indesiderabili >i Cuori dei loro con– fini, ma qui non si Imitava di strn- nieri, bensì cli ci1tadini russi, nati in Russia. Qunndo. al lempo delle note leggi 1m1isocialis1c. llisnrnrck tentò in Germania di fur np1,rovnre da1Hcid1sta~ un dcerelo che desse 11I Governo i I potere di deportare dal loro paese quei ci1tadini lcdèschi d1e si manifcstnvano socialisli, il Rcichstug rifiutò fondaudosi sul fot– i,) che nes.Hmo Stato civile era mo– rnlmcnte µ:ius1ific:1to quando cac– ciava fuori del paese i suoi stessi citladini. Ma ciò che era impossibi– le nella Gernmnin di Jli~marck ,·e.n– ·,v· senz'altro deliberato dai• µ;ovcr– nnnti di Russia, che non esitarono a deportare persone dal loro suolo natio solo perchè tenevano fede ad opinioni <1sconvenienti >), La Patria Rossa del Proletnriato mostrnva co– ~ì unn moralità politica pecnliarf'. fino ad allora sconosciuta nei pae– si capitalistici. ì\1aximov ed i HIOi ami1·i aN·('t• tarouo la proposta di') Govrrno pN• chè 11011iwcvano altra l'l'C'ha. E 8i vide poi che n,·cv:mo fallo llf'11f'. pcrchè 8e fossero rimasli in Hussia sarebbero stati 11li<ruidati » insi<•mt· alle molte migliaia che furono poi sucrificati al ì\foloch 1·os~o. Il 5 gerv1aio 1922. G. P. Maxi– mov, V. M. Volin, lL P. Vorobicv. G. A. Gorelik, P. Midrn,·lov. M. Mralcuv, A. Feldman. ;\. J. Ccr– niacov: J. A. Jmlin e E. Yartcink furono espulsi dalla Rmsia. li ~a– verno di Mosca li aveni prO\'\'isli di falsi passaporti, fac(·ncloli fi~u– rnre coine prigionieri nrchi che tornavano a casa loro. Tal<· folsifì– cazione. naturalmcn1e. J!f'ne1·ò prr ~li esuli nua lunga S<'l'i1'• di incon– v<:nienti. Quando alfinl' la nave gim1~e a Stctlino. do110 un lungo J:l9

RkJQdWJsaXNoZXIy