Volontà - anno V - n.2-3 - 1 ottobre 1950
una funzione tuumaturgica e deter– minante delle t< forme di 1,roduzio– ne ,, che fo spavento: e ~ilenzio, im– mobilitù ultorno, e ubbidienza!) Le conl'lusioni note. Prognunnrn massimo e minimo. Tante forme di– verse di lotta di classe. Dittatura del proletariato. Forme organizzative: il p(lrtito, che do1uini sindacati, cooperative, ccc. Partito rivoluzionario. si dice (come? pci-chè ?) e intcmazionalc, ,; d;cc (pngg. 371-392). Che t:osa si può rispondere"? Ancora nei limiti di una cscm• plifìcazione pnrn e sempliC'c. tlirù che tanto a proposito della lcuta di classe quanto rispetto .-tll'idcn sta• liniann del partito, si pos~ono riar– fermare certi iosej:!;namcnti deduci– bili dall'opera di Pl'Oudhou che ab– biamo citato (e dal <·orn1•lcs~o dei suoi scrit1i), i quali appaiono 1:er– tincnli <' risolutivi in ~cn:-o anar– chico. 1 - Affermato c-he lf• das:-i con– trapposte esistono (ma ~cnza irri• ,:::idirucnti), Proudhon 01,ponc un uelto rifiuto alla lotta 1•olitico-,:::o– vernamcntale (cioè dirclln alla con• quista del potere Slatale) ('lii i mar• xisti (dal 1'1a11ifes10 in :wauti) sa• crificnno lo scontro fnt clussi,. prc• ;:=-iandoanzi a tali' fin<"la collabora– zione c·on In horJ?hcsiu. Orbene. i• questo liJ)o di collaborazione c·hr ri• puJ!na u Proudhon; la terza parte dr Ha <, Cavocii.è f>. des cfosscs-ou• vrières >> è un lnnJ?O elcnl'Q deJlr cormzioni cui un tn] modo ,li ai1?ir<' cY-1,oncIn classe ]avorntrkc. Collaho• rnzion<' può f'SServi i:olo i 11 nuanto f'nti bor~hesi si foc-<'inn nart<'cipi ,lf'I f:<'nlirc- 1wol<'lario: i:olo in (fua1110' 118 i lavoratori abbiauo la chiara e di– stinta idea di unu orgauicu riorga• uizz11zionc della società, 01>crnta no11 nei !'CHtiu1enti ma nei fotti, ncllt· cose, 11ei modi di distribuzione e di produzione; aucornti 11! posto di la– voro, al modo di lavoro. 2 - (< JJorgmw base <lclla wcìet,ì è il posto clove si lavora >1 5cris5C Proudhon nelle « Contrndictions è– ronomir1ues ,,. Noi lo vediamo o,:c:1,d: a muno n mano che gli organim1i di lotta dei lavoratori si sono nllontn– nuti dal posto di lavoro haiu,o per~ energia, valore, forza di libcrlà (nc– <1uistn11doforza di 01>1>rcssio11e, sem• rnui). Il sindacalismo lcg:1110 allo ste– rile classismo della economia hor– ghese. cioè in caccia di saluzioni po• litico-autoritarie, d<'vc invece riem– pirsi di produzione e di consumo. deve nssumer sc~ni prefìµ:uralivi del– la :-ocicl:ì rutura anche nel ·,·o,wr<•lo d1·llu gcstioue sociale. Allorn. e iò-olo allora, 11vri1un vnlorc conh·mporn• ncamentf' rivoluzionario e ~ciali– str. 10 ). Altro che ,, il partito di'! 1n·oletnriato >, per dccisio1~«"divina ! Ma gli nnarl'hi,·i della JJOlcmicn avevano invece messo innanzi. pare, questioni davvero inutili. Oh. no11 che Stalin sin oui più brillant(> di loro: ,e il sociali.ouo 11rol.e1ario )1 t·i · dice (< è la do11ri11.a <lelle m<MS<? fo. voralrici, »: lo hanno fonclnto Marx e,l Engels ... quindi chi lotla contrf le- dottrine di Marx cd F.n,z:el!-lotta <•f",ntro il proletariato (pagj?:. 393-94): 1111 rac;ionnmento che pare proprio un 11,ilJo,z:ismo scolastico! Ma. 1·i11rtinmo. <- J:?;li anarchici U>) Ve<li Am,r<"l,ii!mn r T.,m:omtori. Guui. Milano T• e<lizione. 1950.
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