Volontà - anno V - n.1 - 1 agosto 1950

sempre ragione, o decidere di sc– ~uirlo qualunque sia la strada che egli sceglie, od a1lplaudirc nei co– mizi e fnr 1>nrule per qnultro, ccc., son tulle Iormc d"ubbidienza). Tali due piani son ,,asti quanto le possibilità di pensiero e di azione dell'uomo, cioè infmiti. .E' quindi assurdo proporsi di agire cm1tro uu.– to, cli agire per tutto. Ognuno di noi deve scegliere il suo campo di lolla e v·è info1ite possibilità per ogni temperamento, per ogni grado di c-ultura. in ogni ambiente sociale. Su tali dne piani, gli inten,enti no~trj non possono ov,•iamente limi– tnrsi ad agire sullo psicologico. Ln illusione cduci1zioi1ista è ormai s\'a- 11ila eia tempo: chi ue ,·on~rvava ancor tracce i'C l'è viste bruciare dalla guerra, dal caos seguito all11 ç:m:rra. Si sa che i contalli persona– li. l'<'spo.~izionc di idee. la discus– sione. hanno ,•alore formativo di unn mi1101·anza attiva: di f'iÒ <'hc uoi chiamiamo il Mo\'iu1c1110 anar– chico. in cui cercbia1uo tli invoj!lia• r~ quanto più è 1>o~ibilc special– mente di giovani, 1>crchè il marcio sociale presente tro,•i coul ro di sè dn1lperlutto nuclei magari minimi m:1 tcnuci Ji resistenti. Nou è cerio in noi la speranza che con l'educa– zione si convertano tutti j:!:liuomini n non comnnclare l'.'.d a non ubbidi• re. che par unn formula tanto sem– plice cd invc('e ra1>prcscnta un im– mnne gro\'iglio di problemi (·hc so– lf) l'c'!pcrienza 1ll'lln libertà polrÌI risolvt>r". ~oi vogliamo agire, oltre che Ira gli indi\'idui ed i loro gruppi. con– lro gli istituti uci <1uali le disu~un– glianze sociali sono stabilizzate "d è ni;;;icurntn la continuazione delle lo- 12 ro cau;,e. Vogliamo sia distnatto ciò che è possibile soltanto impiantan– do già da orn chiare volontà rivo– lnzional'ÌC, f)CI' la d islruziouc vio– lenta di tali istituti ap1>eua si giun– ga ad unn sufficiente tc·11sionc disso– lutiva della socict:ì, pcrchè .!wppiu– mo dall'esperienza storica che <1ue– sta è la sola via possibile. M11 nn<·he in <1ucsto ci differen– ziamo dai molti che in ahro senso e con nitro nnimo 1>adano di rivo– hv.ionc, in <1uanto 11011 noi possin• mo a,·Crf' l'illusione giacobina d1•l- _ la rivoluzione chf' una élit<· cli illu– minali or~anizzn e promuove. L'c• spericnza storica ci hn mostralo che tali « rivoluzioni >> son sempre fini1c nella creazione di un 1111ovo,:j,.:tc– ma di dis11µ:11a~liam:c-sociali in luo- go di <1uello ani ico. Hivoluzio,_1(· è impq!;nO 1u·ofonc!o l:·antiriformi~mo. è volo111:ì imm11- 11izzantc ('Oniro lc- tentazioni d"ns– ;,.01·himcn10 d<'lla sociNi1 pre8cnle. alla <1trnlf' Fi111110 dett·rminati a re– sistere fo10 in fondo. Ma è 1111<:h(' 8c.""rinprl'pnrnziorw di y;.tudi. 11011 ,li cliH·or-:i J!"llf'ri<·i: i· au<·l•f' oar•tf>C'i· pnzione a tutti' '" lottC' in alto e non con soli di;;(·nr;,.i iufi:1111ma1i. ma c:011 h1voro sudore e sofferenze. insieme np:li altri. Sempre con nnimo anar– chico. cioè nffermnndo e promo– ,•C'ndo " risp<'llanrlo la Jibertà ,lei nostri f'om1H1gni cli lotta, non chie– demlo a ucssuno di seguirci. non co– strnencloci ncJ.Snno i.chema di so– cietà libera. ed invece r,re1>aran<lo– ci R or~R.nizznre in libertà le attivi– tà a l'ui dir<'ltamcnte partcei1)inmo e delle <1m11i abbiamo. quindi. eep~– riem:a. C. ZACCARI ~

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