Volontà - anno IV - n.12 - 15 giugno 1950
luJ>p-0piii completo delfo JN'oprio perso,wlirà. Alfinrerno delle loro comunità vigono le stesse regole del kihbuz; le clecisioni per tutto quan– to concemc la comimità (in cui lo scuole,, come insegnamento rcorico, è 1111 elemento interno, 11ou sovra– sumte), sono prese da/1.'assembleo ge11er(lle, L,o, posizione clell'inse– gmmte è <1uello., delic(lta, ciel con– s,gliere, che non si. oppone alla vo– lt•11t,i d.el singolo e tanto meno a <1uellll clell'aMemblea. t< J metodi di insegnamento sono i;.!Cncrnlmeute progress.i"i, spcl'imcn– tuli. Nel giardino di infonzin J)Cr i bambini dai 3 ai 6 anni. ci si nllic– ne ai mcl od i Montessori, ma si usn- 110 unche teorie psicnnnlitichc r tp1ellc di psicologin individunlc. Unn genuina considcnizione è mo– F=lrnln p<'r la :mtoc1etermimu~ione del bambino» 1 '}. Il lavoro nel. ter- 1·e110 ddfo comunità i11fan1ilc è vi– sw sotto ""' asJ>C-llo procluttivo utili– trrrin. e '10n sollo quello di l(iOCo: "'"·"·•C,P.11e11temcnte. per J[racli. il ra– J!flZZO r>11trcrà a far pnrte del l111·orn dei ,:rnmli. trOIJ(uulo iu CJ""·"tOmo– do lr, :uradt, mi1tliore per entrare nelfo .~o,·ictrì cl,•l kih1m7. vnr, e 11rn– pria. /..,n r·m·o dello vcr."0111,li1,i dr•/ bimbo sIIp1X>11e mrn sua inàit>C.11- d,•11::.11 d(I o;:ui influcnz(I diretta: <111r>stn t• uno dei coucctti che repo– ltiuo i ,·11pporti Ira il fil!lio e i ,:e– rritori. Pur c.,$Cmlo sfumnti. ,:e11eral– meute questi rapporti si t»·esent,mo N•mc rnpvorti. di. as.<c0lutaimli,:,cn– riMza e tli 1e~ame puramente affct- 1h·o ,,.,, nN,c;onc precisai.e in sè. Co– ~, ; li11111hi11i non vivono .,otto 1n di- ,·ella i11flue11za elci genitori; que-sto è necessario, sia per la liberià dei. genitori (che co11tilwa110 ad e.sserc un uomo e umi doww, che si chia- 111c11w p(l(lre e madre in quanto han.– no d"to vita ad ,ma creatura ma 11011 1w sono co,ulizionati), sia per le necessitcì elci. lcworo ( che "nche nella socieuì borghese imponsono delle sol(J::.ioni al problema dei fi– ,;li), sin J>C-r le, necessità dt!ll 'educ.tr• ::.ione obieuiva e soggettiva (psico– mrnlitica) elci bambini. I.Ai p.sicomwlisi lw largamente stmliato i rapporli tr11 genitori e figli: la prnticll i11seg1w che S/J<!SSO <JIWllo che si crede essere il miglio– r-.! it1seg,wme1110, è 1111 souile sopru– s•, psicologico. Nel kibhuz i figli son.o <ti.levati. 1telln loro comunitcì: soltanto a sere, i genirnri si re<'ano n pre,rc/erli e li le11gono con sè la notte (in alcuni kibhuzzim i hambi11i dormo110 lon– lauo dai J,:Mitori). Tale dfat(ICCO uou 1xu·e che m,occfo ai reciproci leg(lmi: i /i,:li forM! lrauno attc11ua– c,, il senso dcllO coesione familia– rP; sentono più forte l.'llf/etto V€r– sn l.e persone rlci J!Cllitori. Il clisgregt1111e11to della f(lmigli(/ borgT,ese, co11ccpito come m,cleo cco,romico-sO<'ialc, e la sua ricosti• 111::.ione come nude<> puramcnle nl– fcttivo, si rivela liberante S/>C-cial– me11te JM!r 1a domw. La do1111a nel kihbuz è co1Midcra– '" pari all'uomo. e posta in co,uli.– zio11i di csplicore umi i temi rii queSla sua parità. Sono <vitati .idi e-'lrcmismi in cui la domw rica– drebbe in 1111a formo cli inferiorità 7i7
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