Volontà - anno IV - n.12 - 15 giugno 1950
lita <li11,-oduttfì,-e, co11.rn1m11ore,cit– lfldino, uomo. Lo dis1.i11:io11e trn queste diverse /un:ioni, ben chiara nella soci.età borghese, è prnt.ica– meute abol.ita 11cl kibbuz: e, pl'inw vista JJlll'rebbe infatti che /'c,speuo del produuore preva/g(I sugli oltri, in qmmto lo mornlc del kibbuz è mornle <li. fovoro che /(I'; le <iir,·e {/lfiviuì (c11.lt11rnli, <irl.istiche. pro– fessionali ccc.) so110 c1ccc111to11ate {I favore del fov<>rofisico dei campi. e nell'officina; le espulsioni. dal kibbuz ( q11ant1111que n,re) sono <1uasisempre causate cfo sc,irso re11- <limento. Ef/euivomc11te 11elltt riccr– cn di. ww. nuova. morale., il kibbuz p1mt« sullo m.onrle del lavoro: t11t.– t<wia. ci. si t.rova. di front.e ad un Cli· por,-olgimento dcli.e posi::i.oni, c1ua11- do si scopre che il lavoro è in /un– :io11e dell'uomo, e 11011vicevcrso. come nella .iocietà borghese: e che perciò ht mon,1e del. lavoro. come d'altro pw·te ogni altra morale. J >l.tr • te dnll'imli1Jid110, non è ww legge a cui l'individuo sic, costretto a co11- form11rsi. Così cmche f!li altri as/X!U.isi com– pe.netrano: 11an esistono comparti– m<mti stag,,i della person(l/ità indi– viduale cli frante alla. societ(Ì ( egua– gli(ll1:o giuridica. e JJOlitica ""'· dis11- g1.wglim1:::(Ieco11omic"): in mw so– cietà di. -e{,!Ua!flian:::atotale. l'i11di– vid110 è sempre ugmile e nellt, stess" posizione in ogni mome11to de1lo sua vit.a pubbli.ca . Il centro e lt; cl,io,,e di <1ueste 1111pvepO-~i::iani mornli. 1·im<m{!0IIO !/.empre nelfllboli:imie della pro- 1,rielli e delle, re1111111e1·a:io11e d l htvoro: il lavo,-o infatti è concepi– to come le, ,rnturldc allidtà dell"i11- dividrw (,w,, la vendita della l''""· p, iù /or:o e perciò di se stessi), in– di pendenteme,ae da <111clli che soni) i suoi bisogni., deri.rnnti non dalla SIUt c<1pacittì di /a1,·oro, m(I dal /(Il• to che egli è 11010. Ogmmo funi lo sguattero, la spa::ino, il cameriere, o diriger<Ì un comitllto; « il lnvorn è 1111 v~loi:e _posi liv~ >) e :~na 1< i:.or- ACnte d, i:;101:i cr·cat,vn » ). Tale asse11::t1 di. ricom.penstt e f>Cr• ciò cli di.versific(l::ione <11Lraverso la ·1,·olutazionc obiettiva. e immediata ciel. lavoro singolo, dovrebbe cl.imi– nore, secondo un concetto preµiu– di:ial.e "ss<ii ri.petuto, l'indi.pe.11de11- chm=<1,I.o spirita di ini:iotiva. la 1;iu, Sle.'1Sl1 c/cll'inclividuo. Gli studi :;;ociolo.;ici più modemi, riconosco- 110 gen.enilme11te l'i11/onclat.e:za cli questo co11cet10, che, trn l'altro, /or- 11isce alle, societ<ì borghese ltr prin– cipole /onte di squilibrio t.rn i suoi ideali e la sua. concezione· cl.ella vi– tu, che è del. peggiore mat.eriolismo. Liberntu <lalfassillo del. gunclagno e specialmente e/ali.e preoccurxt:iotti economiche. le, vit<t deWi11cliviclun è più libera <li svil11p1x1rsi secondo il suo filone pirì m,lllrllle, quell.o psicologico. Si rnggiu11ga110così. reo– li possibilità (( di ncquislnrc dislin– zione, p1·es1igio e potere pcrsoualelì. <1ttrnverso mw sele:iQlw che fJartc clni. Vl1lori intrinseci (lll'indivicluo. Ut sensazione rii -~ic11rc::a econo– mica libera cioè clementi psicoloJ;i– ci puri. che nella soci.ct.à borghese lw,1110 tm.o sfOflO inclirCILO e si COll· 1 *) « Coo1)er:1ti,·e li,•ing in p.,Jestine :o di Uenril.· F. 1tifiicld, Kesa11 Pwil U111do11, J946. 'ii2
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