Volontà - anno IV - n.11 - 15 maggio 1950

a cpmlsinsi mezzo allo S('OIJO di ri– i-\'C'tdiare i loro disccr)oli: essi esc– ;,?.11iv11no anche ciò che noi chinrnc– rf•mmo atti sacrileghi. E secondo ulcune fomiliari interµrctazioni del J)iluvio. è s1a10 riconosciuto che unche Dio giun~c a momenti di di– s1>ernziouc, ed allorn fa 11ulizin <'Ompleta clC'I mondo per ricomin– cinrC' l'esperimenlo umano su un nhro piano. Dovr<'hbe csscl'C riconosciuto . d'ah,·oncle. riJ?:uarclo a questi ,·on– lC!-tahili sfoS!;:d di 1•oterc. che soln– JU('lllC un Maesrro 1nu) cimentarvisi. )11 fa110. l'elemento del rischio esi– i-lC' i'Olarhf'nte aµ:li 01·1•hi dei uon inizinti. Il Macslro è sempre certo d<'I l'Ì.Htltato; <'gli non J?:iuoca mai In sua ultima C'arta e<·cello che nel momento ,,sicologico. 11 suo com– portamento in tali <·nsi può <'sserc paragonalo a quello del chimico che ,·nsa un'ultima minima 1,!0C1·iolina nella 801uzione da lui prc1rnrata. pel' farne prccipilare alcuni sali. li Maestro si abbnndona allo1·n ad una spinta che è anche 1111·esortn– :r.io11e. Ma ,q,p<'na il 111t.lmc1110 è passato. la testimonianza ne risulta ,dteratn p<'r sempre. La ;:ituazionc puù Ci-sere in ahro senso dcscrilln C'omc di passaµ-1.do d alla crcden7,n alla fede. Appena si stabilisce la Icfl<', 11011 v'è più 1·e1.;i·<'ssio11e:t11<'11- tr<' con In c1·cdc11za tulio rimane in ros,lClli'iOn,. e put'l suhil'c 0111t11n– zioni. Si dovrchlw pure riconO!¾:f'r◄' ,·h" 1•hi cli~ponc di llOtcri r<'nli 11011 h:l hiso~no di dimm:trarli n i'-(' i-tesso: 11011 i· mai nel i'-110 inl('1·c;:s" od :1 i-liii ;.doria ,·h<' qu<'i potf'ri ,,e11J!ono ui-ati. In (flH'J!li atti non v'è difatti milla ,li minu-oloso. 11<'1 ;;:en;;:ovolJ,!a- re. a meno c·he uon si consideri ta– k la cnpacilii di porture la coscien– za dello spcllatore n· quel misterioso livello di illuminnzione che per il Macslro è natural<'. Gli uomini che restano ignornnti CÌl'Ca In sor~cntc elci loro potere, gli uomini che so– no stati consideruti come i motori del mondo. eonc·lmlouo di solito con una fine disustrosa. E' J!iuslamentc• detto dei loro sforzi che tutto si ronchulc in nulla. Nulla davvC'ro ,·esiste sul livello del mondo. della reali:', unwna. per<'hè F-U<JU<'Stonia– no. dw è il phmo df'l sogno e del– l'illusion<'. 111110 è p11un1 e dcsi(lerio vanamente t·cmf'ntati dalla volontà. Per tornare alfìnc ·ali' artista. <1uaml'<'J?li lrn usnli i i'-uoi poteri !ò!lraorclinari - NI io p<'nso l'uso dcl!'oiwenitù woprio in (fUf'sti tf'r– mi11i IIHIJ?:Ì<·i - c~li si ll'ova inevita– hilmcnlc nfTcrrnto du una ,·orrcntc di forze che :-011 al di lù di lui. Eµ:li può aver comi1u·iuto assumendo cli polf•r ri~vcµ:linr(· i !'UOi lettori. mn alln fine 1>assi1 eJ!li stesso in un'al– lra ditnf'nsionf' della rl'altù. cutro la quale 11011 nvvertc più il bisoi?no di forzare ne:-suno a sveJf.liarsi. La strn ril>ellion<' nll'inerzia prevalente si lrnF-muta. <' la sun visione s'allar– ~n. nella acceltnzione e com1>rensio– J1e di nn ordinf' " cl'nna armonia <hc è al cli lù dei co11cet1i umani. f'he si può raµ:giungern solo attraver– so la fede. La sua ,•isione si espan– de con lo s,•ilup[lO dei suoi J)ropri poteri. poiehè la creazione ha le i:;uc radici in esEn cd ammelte comi! unico reame <11wllo clell'imrna,:i;ina– zionc. Ef.di si 1rovn in fine tra le su<' imprf'cazioni O"<:ene <'ome un co11- q11is1a101•f> 11'11 le• rovine cl'una <·ittù 68]

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