Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950

slenza (;cl i metodi, da usare per pcr– i.e~nirc Lali seopi. Pct·chè dunque si potrebbe !.UJ)• pone 1·he la pura quantità dq~li or– ganismi umani è in sè un bcue, in– d ipenclenlt'.meulf' dalla lofo ineren– ti! qualilà o dalla qualilù della loro vita ~ delle loro esperienze? Questa 1neoccu1n:1ziono. Jel la qunn– tilà contro la qua]iLù è i11 parie do– vuta a semplice pigrizia meulalc, in parte dovuta al nostro sistema eco– nomico di competizione per il pro– fitlo, il quale tende a misurare tut– to 1inl melro quantitalivo del valore in dt>naro; cd in parte essa (· il ri– sullnlo Jella nostra il1sislenza sulle !#'Opt:rh' e sulle ap1►licazioni della scienza nell'ultimo paio di sc<·oli, ,Iato che i loro risultali dipcnJom.l tutti dn accurati" misure quantitati– ve, e !'0110 folli t·5primibili in termi– ni mctriri. Qualunque sia la t·ausa, è eviden– te un risnhatu infelice in parccrhi fi.Cnsi. Ed è tempo d1c ci decitliamo itcl intercs:mn-çne, ud occupan:i del– In 11os1ra posizione nel mondo 3 ). .JULIA N IIUXLEY Il) .. inNm1inciamlo ad i<len1ificarc le cau,,c in allo. quell,; che premono og1:i tr,1 noi - cd in p;.irlicobre 1111iin Irnlia - 1w1cl1tlnon i;i cc~~i !lal crescere, dal mol– riplieare. Mi5cria i111m1ann di gente per cui il gio.:o se5-,ualc i:i il solo piacere pos– ~il1ile, i figli son la sola pos~ihile gioia (prima di clivc11t:irc fa pena più grande). Jgnor,mz;1 ,li gente che non sa 1lisgiun• gere il giol'o :.H':,11:1le dalla preoccupa– zio11c. Pro11agamla criminale di tutta la schi11- 1n!l sodale (Jlrt:li, t)olitici, generali, pa• druni) che ha J,i5og11Qili p~rpctuare quel– la miseria e t1udla ignoranza: perrhè il numero è garanlia di molte braccia con• correnii nel la~•oro ~frultato, di molte ani• me concorrenti 11ei greggi della chiesa. Uhbidienza dei mohi II tiuei J>~hi. E, somm.i di 111110 il male, l'azion~ del– lo Stato, la tt poli1ica 1lP.mografica )> cli tut• li i gover11i - com11nisti, ~ocialisli, cal• 101ici liberali: tulli. Er<'u direzioni in l'lli si può agire ... fN.d.R.). CONSIGLIO DELLE CORPORAZIONI II r,eo-Minislro Campilli. che k1 già dato in passato insieme al sm, collega Vanoli indubbi saggi d'aLilit~ manovriera, sHl oni 1a,·oranùo aniva111en1e per 111et1eree tenere in co1111.1110 i pezzi grossi delle orgimizzazioni operaie ed i pezzi gro.~si delle organi-na– zioni ir.ùustriali - cd è dello espresHUllenlc che si tralla di unar altività da considerarsi provvisoria e prepara1oria ir. vistu della creazione dd Consìglio Na:immre dell'Economia previsto trn tallle bdlc ahre cose Jalla CosliluzioM della Ucpuhblica clericale iialian.i. Non è inutile, forse, far rinettere gli italiani - quei pochi cl1e ci leggono, ahnen~. cd i loro ;i miei - s1ilìa ~!retta analogia de! proposto C. N, E. con il def111110 Consiglin delle Corp01azioni. Diverso il nome, uguale l'animo. Ed identica Ja funzione: farsi pro– molorti Ji 1< p:icc t..oeiale )), conci1ia1e gli interessi di chi sL:i souo e <li chi sta ,t;opra, ecc. Si ha coraggio di rÌire che 1< il (asdsmo è morto», proprio mentre !'Ì sta rimettendo in ~cena la sua creatura maggiore, ed il sno errore maggiore. 184

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