Volontà - anno IV - n.7 - 15 gennaio 1950

Sono sohanto co1winto che è inu· tile aggirarsi nel labirinto di una ci– vilti', finita e che vale meglio far sal– tare il tempio col tritolo; che sol- 1anto su un lerreuo sbarazzato dalle macerie, si possa ricominciare a co– struire. ,Penso n ciò che scri.ve \'O sul mio taccuino, <1u1111do, 1nigioniero, mi 1>re1>aravoalla fuga - non b.asta fnrc un buoo per scap1)arc; la fuga è una rirnlta contro il mondo; bi– sogna averlo sgomberato da {lenti-o noi stessi. E non ho altro da 'llfrire. Sono oonvinto che ad una crisi 1)si– rologica che, nei giovani, si rfrela in tutta la sua ,unp,iczza, non si rca– ::;iscc con ragionamenti, ma con la ri.vo/u, , Hi\,oha contro un mondo cn· ri<'o di hnlconi e di pulpil i, ri\·olt:1 contro un paternalismo che ci debili– ta in un'elcrna mino"rilità, rivolta contro i conformismi, le irresbiwen– lazioni. le demagogie; rivolta coine unica possibile affermazione della pcrsonaliti1, oggi in pericolo per l'in– <Ji\'l(luo come per la massa. La.crisi della noslrn epoca sta dentro di noi e ci soffoc.i; bisogna spazzarne via i sofismi e le angoscie. Dopo ognuno di noi 1>otrà ric.-o· minriare un mondo nuovo dentro di sè; ci lroveremo e ci riconosceremo rrntelli; cammineremo insieme e tro– \'ercmo il pensiero. non Pidcologia, la morale: non la legge, la fiducia. non la fede. PINO TACUAZUCCHI DEMOCRAZIA I ;:iornali de11101·ri~1ianihnnno annunciato <'On gran fen·ore d'argomc111i la « Hggia deci.,ione)) del nos1ro Governo dc111ocris1ia110,1>er cui le JlroS6'i1neelezioni :rnuniuistra· 1ive do,•relibcro farsi con una le;;ge eleltoralc modifirala: non J)iÙ ,,ro11orzionale, invece dinuo,•o il -.imm1a ma;;iioritario, ,rhi ha la mclÌl più uno tlei ,•oli abbia luno il J)Oterc. Qualt'uno ,li tali giornali ha 3\'lllo il J>udore di 11re..en1are la rosa rome auoora in es.:une; ma qualcuno iugenuamenh: l'l1a già da1a come deci..a. E ,Jerisa 11robabilmcnte è, ehè il Valicano (e De Gas.11eriai ,rnoi ordini) non indiclre;:gia di fronte a nulla che •1iossa ~io– vare a ronsolidare il 1,uo po1ere. La cosa a noi interessa mediotremc111c, in sè. Uno otl ahro sio,1ema. le elezioni .,:.. ra1uH) ~empre una buggeratura 11er ,gli elcllori. Ma .,ì i11h:res.a rile,•arc la comici1à Ira• gica di (Jues111« demorrazia » i1aliana, in cui il Parlilo d1e ha il Governo agio,ce t.'0111e padrone della l'jla di 1utt1 in virtÌJ del 11umero dei ;,uoi depu1a1i, decide ciò che gli par con\'euiente per ;,è, e regolarmenle dà 11lle de<:i;,ioni 11rese in anticipo dai imoi capi ~o tlai lm11ani intcres,;;ati ,ur:anieri che mantlano ordini ai ,.uoi capi) il lustro dell:a v li. hcrlà democratica», facendo i·o1are come un reggimento di Jlecore i suoi deputati 3) Par• lamento, o,econdo l'indicazione 11rel'Ì:I della J)irezione del Par1i10. Avanti. fianro dCfilr. E 1u11i marci:mo, i depulali. S1utliarc 1>en.sarcdecidere ognuno J>er ~. che ulOJ)ie. Poi ~i dice: ma è il 1)0J10lo italiano d1c h:a ,•oluto f'OSÌ. a mezzo ,lei « suoi depu1ati ». La dinatur•a comuni;;1a e Ja diuatura eauolica, J>rOJlrio non ;,i sa (Jualc ,.arcbbc da 1,cegliere. Cioè, ;,i 5a che nessuna delle due è da fiCCp:lier-:.Bi;,ogna rombatterle ambedue. 398

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