Volontà - anno IV - n.6 - 15 dicembre 1949

Noi anarchici pensiamo che le pro– stitute sono « donne YJ come tutte le altre, Sappiamo che in un ambiente cd in circostanze migliori avrebbero potuto diventare delle brave spose, delle ottime madri di famiglia. Se le iniquità della nostra viLa sociale le hanno messe nella condizione di eser– citare quel triste mestiere. non per questo diventano « strumenti )) 1 non !Per (JUesto si spegne l'inalienabile loro umanità. Ed hanno diritLo al- 1neno a quelle garanzie di salute che l'uomo pretende da esse quando se ne serve, Molto licne, quindi, che le « case di toJleranza >) non siano più tolle- 1·ate. Non saremo più, con il Porto– gallo, la Spagna e la Repubblica Do– minicana, i soli r,aesi del moudo in– tero ad avere i1 1 pr:iJvilegio di quella triste istituzione, Ma il problema del– la iprostituzionc ~ ben altro. Non stanchiamoci dal ripeterlo: e problema di educazione al giooo ses– suale e di educazione alla genera– zione cosciente dei !figli. È problema di rliffusioue del benessere e della cultura. È problema di reale parifi– t·azione deU•uomo e deHa donna, an– che sul piano sessuale. f; ,problema di azione in sensi di lihcrtà. E tali molteplici problemi, che è vano sve– l'are si avviino a soluzione con le leg– gi votate a Roma da assemblee ipo– crite di politici professionali 1 hanno il loro principio <li .attuazione quan– do uno <li noi li affronta per sè stes– so, ne tntf' chiare idee, propositi ,lc– .finit i, norme semplici ed efficaci per i p,ropri rapporti f'Ol suo prossimo. t, inutile scalmanarsi a r•amlo contro la proslituzioue e poi amlare da una prostituta a farsi fare l>assi .i!en•izi. È inutile parlare di libertà sessuale e poi trattare la propria sorella o la propria compagna come nna {{ vigi– lata speciale ,,_ È ben vero che le came radical i deJla ,prostituzione non si possono e• liminai·e con la sola educazione, con la soJa iniziativa indLviduale e di piccoli gruppi volti :1 costruire e vi– vere una nnova libera moralità. Vi giungerà solLauto una rivoluzione profonda, che scuote ed impegna tut– to il popolo, che distrugga le iueqni– tà sociali in .atto, che lo ponga al– l'opera 1 per rit:ostruire ex novo uua ,rita sodale senza privilegi sen1,a po– teri senza Stato. Ma guai a dedurre da questa certezza il facile rimanda– re tutto alla ri.voluzione. L'attesa messianica della rivoluzione troppo spesso ,•iene .assunta per giustificare la propria inerzia presente: menh'e si parla di mutare il mondo, non si ha coraggio di cominciare ,a mutare se stessi. Bisogna capire f'he ogni ri– ,,oluzione comincia, per il Yero rivo– luzionario, f•ome rinnovamento di se stesso, come proiezione rli se ste;;– so rinnovato suJ pro1,rio ambiente. Ciò che ~i chiama, semplicemente, dare l'esem,pio del ben vi\'ere, che è 1,iù efficace il'Ogni propaganda. E questo precetto così semplice, anche in rapporto al 1problema della pro– "'tituzione, come a tutti i J)I'Oblemi. suggerisce a ciascuno una condotta chiara, in cui le parole eJ i fatti, le idee e l'azione, si compongano nel– l'armonia molteplice che sola è ve– ritit. GIOVANNA BERNERI :165

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