Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949

UN PROBLEMA MAL POSTO « Fiorellino 11cl crcpac;,;io (/cl muro, - ceco ti St"t!llo dal creJHIC cio - Ti Jtririgo <111i. radia e umo. nella mio ma,w. - O fiorclli110 ma se io potc"i compreuderc - Ciò c/1e 111 . .tei. rmlicc e lldlo, e il t1dM 11('( t11ttfJ - fo .,a,uci rt,c c<;w (J Dio e cl,c cosa C 1"1101110 ,.. ff o :oeguilo ... da sempre le discue- sioni sul <( problema ,, dell'esi– stenza <li .Dio, e sempre m'è p.11so che la impostazione ne sia errata. Il solo problema, il solo arc:rno dell'U· ni\ erso, è che cosa è l'uomo, che co– s::1 è ciascuno di noi. «Volonlirn ha ri– presentato a più riprese quello pseu– do-problema e ufficialmente nel nu– mero di luglio, e in tono minore «Era , nuova :o le ha follo eco. Mi si pcrmct– t~t di esprimere brcvcmcu.Lc il mio a5'scnso simpatico a rnrii aueggia– mcuti della Redazione di V. di [ron– le alla esperienza rcligios:i, e il 111io parziale disse1150<1uan10 all.imposla– zio11c iniziale, e_ he sembra pregiudi– cl1i il sig11ific:;atoumanistico della n:– ligiositit si.essa. V. riconosce In « intuizione di unn profonda unità del mondo >1. come ritcrca di uua \'isionc del quid che anima gli uomini in dirczio11i indi– pendenti da quelle della ,,ita ani ma le, senza di staccarsi da llu rc:dtì1 obicltivn, eome « tensione verso un un:wno sempre 1>ill umano >i e co· municazione agli altri « cli ciò che_• (gli uomini) si sentono urgere <leu– lro d'eterno» - frase in cui risuo• na lo spinoziano « scnthnus nos :ic- 226 (Al.t'IU'II T•:NS\'SO!'() tecnos esse », ed il dantesco « m 'in• ~f'gn:l\'ate come l'uom S 0 f!terna » -; r sembra dal contesto dte non sia a– liena dal riconoscere nella coscien– za umuua, presenle cd agente, l'uma· nità pas.sata e presente, <1uale tcnsio• ne positiva del principio ali ivo ch" agi.:.cc nell'uomo e per mezzo del· l'uomo in mia continua e progrcssi– v:, realizzazione del tipo umano, che è l'esigenza immanente 11ell'indivi– cluo di lrascendcr(· sè stesso realiz• zaudosi. V. ultcriormcnlc si, ri.fìuta di ri– conoscc1·c valore di rcligiositì, a qual– siasi costrizione dell'intelligenza con dommi, cioè formule, simboli, o mi• ti costruiti da altri per esprimere la loro esperienza religiosa; si oppone radicalmente a qualsiasi pretesa sa– cerdotale di sollevarsi sugli altri, co– me possessori di un,1 religiositì1 su– periore e come specialisti di una tre· uica cli riti e cerimonie per realiz– zarla; a<l ogni assurdo monopolio della \'eritii e della bo111ì1,e ad ogni disciplina e gerarchia fondata su rn• le presuntuosa arrogaiiza; ripudia la pretesa di (1ualu1H1uc religione sto• rica che si spacci per rÌ\'elata, qua• sicchè la \'Ìl.'l cosdentc non sia ad o– gni istante la rivelazione o illumina-

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