Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949

,di scienza, che se verrà sarà la più ,distrutth•a che mente umana possa immaginare. Vediamo cosi che entro il molte– _plice modo della vita sociale del no– stro tempo le contraddizioni del ca– pitai ismo permangono, anzi si acui• scono giornalmente e minacciano di sfociare ancora nella stupida via del– la guerra. che non ha mai risolto nulla. Avremo noi la possibilità o la for• za d'impedire di essere tr.1s.:inati per la terza volta nel suo girone infor– mde? O, inveee, il sistema ha in sè, ancora tale ,•italità, tale audacia di– sperata, da spingere ancora una vol– ·ta verso il mortale abisso non le ,,a. rie borghesie rivali 1 ma le grandi masse sfruttate e derelitte. impossi- bilitatl! a spezzare le proprie cale• ue? Finiremo noi nella comune ro– ,•ina delle classi in contesa, o sa– premo trovare nuove strade per im– pedire l'auto-sterminio dell'umanità, cioè realizzare l'avvio almeno a nuo– ve forme di socialità da cui le con– traddizioni presenti risulllno elimi– nate? Cioè, infine, riusciremo noi, i popoli, ad operare una trasforma– zione sociale veramente rivoluziona– ria ccl umana, tagliando alla radice gli istituti che alimentano le volontà di dominio dalle <1ua li nascono e ri– nascono tutti i poteri, tutte le disu– guaglianze, ed infine il Potere. lo Stato, barriera suprema contro ogni tcntali\lo di liberti1? u. MARIO SAPIENTI Tremello11i e Di ViHorio lavornno ,u.,o per noi popolo. Il ,wofenore dei pia11i /w prepflrlllO m1 Piano Ce11erale ,ti ciò elle occorre per dare ulfllafia le comfi:io,1i <li dia ,1'1111 /HteM! europeo, sirade scuole ospedali fog11aturc ecc. f,'d i 15iornali suoi nmici. etl i f!iornnli ispirali da De Gusperi e C.. 11e ,x1rla110co11gra,i com1nm:io11e. come d'ww co,'-'1M.'rÌ(I. Figuriamoci se non è fieri.I. Prci:ede m,a sp,esa di llP– •pena 3.000 miliartli tli /il'C: ed a11cl1cprcvedemlo come pre~de cl1e l<i metà ci ve11ga dalle i11tereS&111e el mosine slrrmiere, ci vuol coraggio a &Ognare che i ricchi d'Italia ,;bor.sino l.500 miliardi (cioè 1111 11ilio,1( e mez:o di milioni cli lire) J>'!ril bctie ciel popolo. t'allro. t'orga11i::c110,c professio11ista. Ila im;ece comfo.,t&<dele sue eluc11bra:io11i i11 tma svecie cli decalogo. che i11soS1m1::acliiede la sovieti::a:io11e (,,Ila russa, cioè fo mi• ti:u1:io11e) ,li diversi sel/"ri cco110111ici. q1wli la pr04.lu :io,1e di e11ergia elcttricfl. e si• mili. Ed a11cl,e <tllf!Sla. che cosa se,ia! Son proprio loro. Toglia/ti Di Vittorio PeMmti ecc. i gramli compcle11to11i clic ora squinternano /HlllllCOO JH!r i mali del 'fJopolo. che -qmmclo aveva110 in ma110 il Potere (e con ml popolo i1t1lia110a11im11to,la t;r111ulispe• ra11:e. e con i ricchi i1alia11iri111a,iatinella loro p(mra, ~ pronti a mollare i cortlo11i ciel/e borse) ,um 111111110 messa i11 opera 11essuno <lei provvedime111i cl1(! on, invoco110 da chi sanno che ,1011 li 1mò e no11 li vuole prendere. Come si c.'Cf.lc.11011 è IH'Ccssario entrare nel merito <li tulle queste 111e<lici11e. ela– borMc ,foi troppi gra11<li medici d'Italia ,l'oggi fJCr i 1105tri mali. Trcmello11i 11011 w clic pia11iffoare è vi111fesolo q11anclo si fa co11 1<t gl!nte che è sogget1n poi all'esec11:io11e del pia110. D'altn, JHlrlc. i sig11ori De Gasperi e C. so110 be11 lieti ,li lauiarlo gi<>c(lre co11 i i s.uoi cnstelletti di 1111111eri e cli ctirte. ,Ii lascfore che Di Viuorio /accifl i suoi discorsi: Passo110 così J}ÌIÌ facilme111e fare i loro affari. 220

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