Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949

?.iathe personali nel campo delle scoperte scientifiche e del la loro pra– tica applicazione: e le sofferenze u– mane che erano poi la soi!tanza pii, viva delle crisi \·enivnn presto di– menticate o addirittura trascurate co· me elemento accidentale dei proble– mi economici. In tal modo ru facile agli economisti apologeti <lei sistema elc,•arlo quasi a legge ctcrua radica– la nella naturu e nella ragione, e procl.amarlo come la formfl pii1 pcr– fcua dei rapporti sociali che mai a– vesse conos,ciuto l'umanità, insensibi– li al fotto pur o,.-..,io che anch"cll!a sanzionava nel salariato un modo nUO\'O di sfruttamento dcll'uom.., du p111·tcdell'uomo. Accanto aIla propria po lenza in• dustri:de la borghesia inglese costruì in <1uei tempi ai1che la propria po• lenza finanziaria. Londra era dh•en- lata non solamente la piì1 popolosa città europea e uno dei primi porti mondiali, ma essa era pure la città che ave,·a le pii1 sol.de Banche della lerr:1. Fiumi di sterline vcni,•nno e– sportati nei paesi piì1 lontani, e ri• lorna\•ano poi a Londra non solo sol• lo forma di generi alimentari e di materie prime da lavorare, ma ne• gli altri fiumi d'oro dei profitti eh<' le imprese inglesi, f•hc i lrafficanti inglesi realizzavano per sè .ml lavoro del mondo. Questa circolazione ininterrotta riemph'a d'ollimi9no l'intrapren• dente borghesia; le sue prospellive di investimenti proficui industriali e 1·omrncrciali si aprivuno in mi[l,uru inc:ilcolabile. Un altro elemento fa. voriva la sua supremazia: la pote1l• za dello S1ato inglese, sensibile :igli OCf'hi del mondo nella potenza nu- GESUITE RIE Il sig11or J>e C11s1,cri. feliceme111e reg1111111e ,e.r co1110 (lel ValiC(IIIO :u,lfo rcpubblfoa oclerical4J ·11alia. l,a 1e,m10 "" gra11di$cor,o alla chiu.sura del Primo Coruiegno tiella Sc11oln .orgrmiua10 ,!alla co&idem, l)emocra:ia CriJti1111n - cl,e è il ,1,110 .ur11me11t11m reg,1i. Etl ha 1le110; • La M:-u-Ola 1lello Staio tleve ri:..1,ettare lulle le coscienze. e creare éOpratutto la co,cienxa morale ... che f' una a~l111a neeeHilÌl dello Staio democralico •· 8e,1e bene. Belle ic/ee. cioè ~Ile p<irole. Ma poi 11ie11e il $Ofio: " ..... i:uno <111i :e 1>0cadistanza dalla tomh:e del Pesca1ore di Galilc.i, e earehl,e t1lrano l'hc <1ualcuno pensa~ di auingere utl nhra fo111eiale mor-ale »; e di falli « nessuno in Halia, a (1unh1111111e id ologia :1J•pnr1engu, polrà tlire che esi,,la una morale 1>ill efficace lii <111elladella fr:iternitù evun,:elica ... nè c-he èii-111 .,i~lema pili efficac-c ,per educare la c~icnza <lei giovani ». Ecc. I.a impuderr:a g611i1ica fa ,scuola. a proposito di $Cl1ola: proclamn la libe.rtù, "'" poi preci,a che !J'intentk la libertà d'eu4!re callolici, Come gli ahri pr(li. de.I PC. Come i fa• $0,ri, Che dinl l'iu1liario COJidetla «medio• ascol1a11do dirmoa:o m1 Capo ,lel Caw.rno che gli dice: « Quanto al Partito, ~ alla 11ruofo non domrmda nulla ... , eserci1a un ser• ,•izio •1~r la Stato e la comunità-»? Alfo forga. Gli i1alim1i 11011 dovrebbero 1wer J{iù dime111ic1110 un 11l1roP11r1i10 cl1e ,1011 cliieilea:a mdla. e cl,t: f11&1x,,li gran .,crvi:i ,dio S,ato «I alla cormmità. Cioè ,lovrebbcro accor,:ersi che l'atmosfera i1afia11a è a11cora q11cllu del fau:iJmO, con In dittatura lraJfe.rila .alla CJ,ieu,., J11ppe.rgi1i. 217

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