Volontà - anno III - n.10 - 15 aprile 1949

:adone, Ja organo :1111111init11rativo ad organo e(luuli\'O. Migliorare .gli imJlianli, il cibo, cr,·. Ta111c helle idee. Che però ci J>ar va– no - e duole dirlo a gente co,si candida- 111ente ,fiduciOS3 di riuscire a qualc0t,a - i,perare possano \;enir trado\lo in realtà dai nostri ,govcrn:mli caltolici, i 11uali vogliono i,pcndere c,-.onpili profìno tler la loro 1•arte i denari eu cui hanno ora •le ma11i. Va detto, ed è il JlUnlo in cui il <1uadro de c. Il •hmtc » ~ meno 'es1>lici10d1e la ma– la1tia di cui 4,olTrono le prigioni i1aliane è ,·ronira, ma it1 un i,CllèOche \'3 oltre il fa. ..ti.,1110, Lç prigioni ddl'halia re1rnbhlicana .,on oggi ,1>eggiori cli 11uelle dell"ltalia fa. i,CÌ~la, 111a<1uolle 11011 eran che la continua· 1.ione delle prigioni ,giolittiane. o dei regi– mi 11 libernli )I anteriori a Giolitti. <Ulla– ma,ulrei de,·e a\·cr oominciato ail accorger, ~i di <fUe4ilaJ)ennancnle llOSizioue dei go– Hrnanli italiani - liberali o fascisti o cri– ~ti:mi, 1>ocoim1>0rla - <1uantlo ha \'isto elio la .,ua ;;cm1)lice 1>rOJ)06ladi una 1< con11ni;;– ,,ioue fii !enalori e di 1le1>ulaliper indagare e rirerire al 'Parlamento 4-Uime1odi di in• \'esti~azione adotlali dalla 1M>liziaper olle• nere Ja conreMione degli .irres1a1i, sulle con· dizioni dei detenuti negli ,.1aLilimcn1i <:ar– rcr.1ri, sui metodi adoperati dal 1>e1"t10nale rarrerario 1>cr 111an1cnue la di,ciJ)lina Ira i redusi », \) 1,tata subito re;;1)i111adal Mini– ,-1ro com11ch:11h:,uu crbli:mo che 11non po– teva eo1ue111irti che venisse folla un'inchie– .,,a oontro la .;ua amministrazione :o. « J,a eolii riforma efficace $. ;;rri\'e Lom– b:irdo Radice, (,&arebbe quella di .scardina– re la rerlu,ioru! cd il ,uo aJ)J>aralo ». Pii, preciso, S11inelli i,uggerisce la via concreta 1·he gli f)arrehbe efficace: <1mandare i de– li11(j11cntiin una <1uiild1e località o..ppartata dallii quale non debbano anda~eue prima del lempo stabilito. ed i\•i J)06Sano vivere mrn \•ila normale, con 1))()1,fiibilitit di guatl::i· -gnare, tli ,ipo.saN;i, di aver cha, di \•i,·ere 1·ivilmente >J. QueEle, come <111alunc1ueal· Ira pro1>0tila - ed in altri ,paesi ,ii cerca di realizzare 11ualcoea del genere, ,ia pur• solo per t.::nlati,·i - richiedono c0to1ru1.io11• di edifici e di officine, t,'Ot,tituzione di a1.ien– de di lavoro, di ,cu,ole, orgunizuu:ione di cure: lutto coso che \'Ogliono 9enaro denur• denaro. Ed è sperabile davvero che i eri– e1iani al J)Olere, i quali danno 200 lire al giorno ad un })adre di famiglia disoceupa10, \'Ogliano inleneri~i il lal punto da chiedere t,'Ontribuli ai ricohi 1>er aiutare i « deli•– (IUenli »? o che liJ>endano })Cr i .- delin– <111cnti » un 11oco dei dollari che vcngon• loro dagli americani? Il problema rimane. E l'opera di Cala· 111a11dreie dei 6uoi collaboratori giova 11 ten.::rlo .a1>cr10, ;:id imporre nlla coscienu degli italiani la l'isione il pensiero di e..so. Cioii ancora una volta il hene di chi « agi– la » non sta nçi JJrovvcdimt,"Clli che ouiene tlal C.o\·erno (basti dire che il Governo ha infine nccellllla J'inchie;;la 1>nrlamenlare tul. lo 31ri11,ioni,rhe è un problema di cui dimo– "-lrerù l'insolubilità in termini di denaro, ma dOJ>Othe 6'cra cancellata la pro11o;;ta inehiCfila sui mclodi dell:1 polizia, do cui llOleva venir la necc~ilà di provvedimenll anuabili anche ~enza s_pese), ma Ehi inv«e nelle lcusioni che generano tra il 110J)Olo. Q1w,;to dico« JI ~lonte » all'italiano: ecco. ,guarda. E, con le Jlilrole di Giua, mette nel 11uadro, rhe è tanto buio, la .;,ola vera luce, con l'acrenno alla « aholiziono del dirillo Jlen:tle 11, che è forse « èOJ!'.110 dell'ani111a ~· eia.1i6hl che ilS!)irn :id un'umanità co;;i 1>er• feun da rimanere irraggiungibile», ma pur rinrnne, come buSt>olaca11ace d'<1rienlare l'a– zione ((Uotidiana, la grande veriti auiva a 1•11i11oi :nmrrhiri rrediamo. G. B. L'illusione che il governo faccia del bene per il popolo, è un po' meno grossolana se si vuole, ma dello stesso gf'nere di quella del la– voratore il quale, ricevendo dal padrone una piccola parte di qurllo che egli stes,o ha prodotto, crede che sia il padrone che gli dà da mangiare. E. MALATESTA 588

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