Volontà - anno III - n.8 - 15 febbraio 1949

E fatalmente questo maledetto principio si ritro,u come istinto naturale in ogni uomo, senzu eccettuarne i migliori. Ognuno ne portu il germe in sè. e &i sa che ogni germe: per una legge fondamentale della \'ila, de,·e neccss.i• riamentc fl\'ilupparsi e crescere, non appena trovi nel suo umhicnte condi• ?.ioni favorevoli nl 6UO s,•iluppo. Queste condizioni, nella socictì, umun:1, aono la stupiditù, l'ignoranza, l'indifferenza apatica e le abiludini servili nelle masse; di guisn che si può dire a buon diritto che .sono le mass.e stessr che 1•roducono quegli 41fruttatori, oppressori, despoti, carnefici dell'umanitù. di cui esse sono le vittime. Quando sono addormentate e sopportano pazien• temente la loro abbiezione e la loro schiavitù, i migliori uomini che nu– ~cono nel loro seno, i pili intclligcn1i, i pili energici, coloro stessi che in un .:ambiente <liffercn1e potrebbero rendere immensi servizi all'umanità, cHvcn– llmo forzutament(l dei despoti. Lo divcntuno spesso illudendoiii su ~i ,stesa: e credendo di lavorare per il bene di coloro che opprimono. Trwcce in Wltt wcietà intelligente, .8veglia, gelosa della sua liherti, e disposln a dHenderf' i suoi diritti, gli individui più egoisti, pii1 cattivi, diventano necessariamenlt• 1,uoni. Tanta è la potenza della !!ocie1à 1 mille volle pii, grande di c1uelln <l"i::,liindividui pili forti. Cosi du1H1ue è chiaro che l'asscnzn <l'opposizione e di controllo conti– nui di,·enta inevitabilmenle utrn fonte di dcpnwnzione per lutti gli indi· vidui che si trovano investiti d'un potere socinle <1unlsiasi; e che <1uclli Ira essi aventi u cuore di salvare la loro .moralità personale donnnno primu aver (;Ura di non conservare troppo a lungo tale potere, e poi, per tutto ;1 tempo che lo ,·onsen'ano, di prO\'OCare contro ,i- slcs.. i quello opposi– zione e·quel controllo salutari. UN ALTRO I.a serie dei 1/i1urtori superstiti ~i 1•11 tiswuiglitmdo. M!pJJ(.re lroppo le11Wme111ept!.r i desideri ed i biso111i dei popoli. Cit111g Kai Scek se n'C amla10 w1cl1f! lui. dopo più ,li •'f!lll 0 t11mi di domi,,io, durame il. quale 110 - come i .uwi collegi,; d'altroi.:e _. CO• perto di ba11dìere e di /rtui fit1e/ficie1u11 e la corru::iot1e del silo opJ)«rato. I; Milito 111 11o1erf'per fo .cpÌllln dei bol.scei.:iclti. E la .clt!.J$lt <pinta. lo lm. ,topo tm11·m,ni. df.lg3ioto .J"t pQlerc. l,11 <r ri1Nlu::io11e ». il srw,de '-'<IJJO :fon )'~ Se11. m:c.: ermw gli illgrttlie111i. tli ,w· per/ìci,•, il lmtro ,ieceu,irio di i(/ee. S0110 il loro co111omo tli belle r,arole (a11cl1e Cia11.,: 1Mrl(li.:t1 di f< democra::ia ,., ,wturnlmente, e tli • libertti ») v'e ''""' 1>erl111ti ,111e:,tia1111i l'oppreuio11e pili 11eru delle f!IIOrmi popolazio11i lavorntrìci della Cim, dt1 purle di 11m1 riJtreftli &a11g di ti capi,., o Juo enorme r:a11toggio. li &iomo delle ,limis.sio11i di CUmt, ~r u11a fortmu,ta coi11dde11w. si è 1roe.'Oto ad f'SJere u,rcl,e l'annii.:ersa.rio della morte di I.A.11ill. Due. llit{er e Mu.uolini. quallro. Il pensiero tlff ai tlitlotori JUperslili. Stali11 sopra i popoli ru.ui . l'ra11co sopra il popofo .~p(fg1wlo. Péro11 sopra il popolo arge11tì1w. E poi i minori: Tr11jillo ed i .1uoi pnri sopm i IMIPOlidelk repubblicheue sudamericane. Ancora 1ma l1111gacatena. llfo bn.-cterebb" clic ,e ,w a11danero i primi Ire, ,percl1è il 111011do ricomincia~ a respirare. •\1011 perchè solo i di1ta1ori sia11 11emki del popolo e deUe sue co,u:rete liberti.i. M11 ,JU altri. i Cnpi di Co1~n10 cl,,. JÌ rim10,-a110 0111i poco d'o1111ì, Ji po,1Jo1w almeno c-om• batrrre. 413

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