Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

nostra agricoltura, e per aiutare i lavoratori temporaneamente pri\'ali d'oi'· cupazione nei trapassi produttivi, come sarebbe r,1gioncvolc e utile. Si dirà: esagerazioni. Uasta citare (da un foglio l~bcralc di destra, IL GIORNALE, Na1>0li, 19 ottobre) che gii"1 <( con le kggi del 1944 e 1946 lo Stato ha erogato ... 15 miliordi. a /a1:ore dell'industria ... e con le leggi. del 1947 ,Jtri, 53 miliardi. ... oltre i IO miliardi. che mensilmente 1,-C11go110 pompoti daWlRI alk casse <let Tesoro ... » mentre « 1,"<t t.crwto conto• che i pro[mi di con,s:iunturti delle industrie del Nord, dol 45 in poi, ... pnrc sicmo emigroti oll'esicro ... )) Non basta, come saggio? Dopo di che, è m_alirwonico constat~1re che proprio un ministro « so– c:ialista )) ha vttrato un disegno di legge assicurante ai Cantieri navali no– strani che un terzo del costo delle navi iarà pagato dal Governo, visto che essi uon sono capaci di costruire a prezzi che faccf.ano concorren;,,a a c1uelli dei Cantieri stmnieri. Constatare che una protezione della stessa specie e della stessa grandezza aiu1r1 ancora i nostri produttori di automobili, inca• paci di produrre a prezzi comparabili con <1uelli delle fabbriche straniere. E idem per le nostre fabbriche di zucchero. E, infine, idem per le nostre fabbriche di ferro, per le varie Acciaierie e Ferriere i cui dirigenti non sanno produrre se non a prezzi quasi doppi di quelli del ferro prodollo all'estero. La crisi dell'economia itctlicuui è, in breve, 1111cirisi di onestà, di ve• ritti.. Non si vuole riconoscere che solo una piccola parte del popolo italiano l.wora nelle grandi industrie, che il nocciolo vero del noslro lavoro sia pri– ma di 111110 nc!l':1gricolturn e poi nell'artigiano e nella piccola i•ulustria. Se si par1issc da qucs·1,1b:1sc, si lrovcrebbc che son possibili in Italia ancl1e grnudi industrie, ma diverse da quelle che abbiamo. Industrie Che ricsc:1110 ~t vivere da sè anche importando le materie prirnc, jn luogo di indus.tri~ che si ostinano a Lworarc in un assurdo clima <N autarchia. Non si vuole rico– noscere che l.'cco11omici. itc,licmc, è '""' eco,wmici esse11::.ial,ne11tc di scnmbio: d1e dobbiamo ia,,orarc molto per l'estero, poiehè molto dobbiamo impol'· lal'e dall'estero. E .si scguil:1 nella disonesta attuazione cli industrie sov,·en– z:onale - le quali succhiano e di.ssi1)ano 1a ricchezza penosanwntc pro– dot1;1 dal resto del popolo lavoratore - pcrchè tale è la , 1 ia pili facile, \'isto che i dirigenti massimi dell'economia sono creature di <1ucllc inclu– Hric. Seguila l'autarchia. Seguita il fascismo, la cui struttura rimane per era quasi inahera1a non solo nella politica ma anche nell'economia. Per– ciò 11011 si p11ò ricostruire. E la spiegazione di questo assur<fo non sta sohanto nel gioco degli (( interessi capi1alis1idi », che pur "i hanno così gran parte, dietro la fin– zione dello Staio • proprietario o compro1>rie1ario. Sia sopratutto in un fallo semplice: tutte le analisi della nostra economia malata sono affidat" ai suoi sLcsSidirigenti. Come possono j grandi tecnici tipo Cenzato o Lojacono o 263

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