Volontà - anno II - n.10-11 - 1 aprile 1948

mai a\·uto fìnorn il eonìggio. di arri,are a una 1u·o1c~ta t,0111/,c ,:O11Lro la realtà, non hanno mai avuto. -finora, coscicnz,1 chiura di ciò clic imporli un rifiuto puro della rcaltit. Per es. gli uomini proJc;;l:Hano eonll'O il mondo ma accettuvano il sopramondo, Dio; grid:wano contro il male ma 11011 rifiu– la\'ano l'idea del bene; louavall(,• contro una SOf•ietà, supponi;uno quclb capilalislicu, ma per coslruirc un'altra socicti1, quella proletaria; lo ~Le;;:-:o nichilisla più c.onscgueme 111nmettcva pur sempre'il nulln, cioè un C'lemenlo essenziale di <1uella realtà conlro la quale egli inlcn~cva combatLcrc. l~ invece tempo, ormai, di rifiutare senza queste eon1raddizioni risibili tuua la rcahi1, compreso Dio, il bene, la cla-:.:c mcssianizzala, il nulla. Solo dopo :,vere !>tahilito con rigore !"idea di rifiuto puro, di protcsla to1:1lc ;;;iri1 po~– .-:ibilc ric11rnrc da questa idea gli Slnuncnti, teorici e pratici, per la distn1- zione della realtà. Distruzione che, si capisce, dovrà essa .:tc.:;;a esset·(• (1ualche cosn di mollo diverso dal distruggere, altrimenti rcslcrebb<' ~cmprc uno degli clementi della realtà che \logliamo invece ,·edere di.:.fa11a, cioi– rc.:terebbe appunto l'elemento « dislruzionc "· Dentro t1ue;;1Oamhito negativo il i\J. d. R. fì~--aquallro 1tri111·i1,ifon. cla111cn1ali: 1) il M. d. H. con-.idcnt ormai finilo . .:.cnza valore. !"uomo; 1·omuu: fJUC l'uomo sinora fo.:..:co fosse pensato; 2) il M. d. "R. considera ormai fìniLo, senza ,,alore. L:tnto un c,•cn– lualc Dio <·omc un c,·cntualc non-Dio. lanto \"ipole.:i tei-:tira COlll(' quella ateistico; 3) il tà-1. d. R. considera ormai fo1ito. senza valore, il cosidclto « uni• verso»; fosse questo <<universo>) o fosse pen.:ato come tulio o ro1nc nulla. t.:ome materiale o come immateriale ccc. ' 4) il M. d. R. considera ormai finito, senza ,·alorc, ogni modo cli pensare o di attuare l'origine e la ,fine, opj,urc l 1 infiniti1 .:enza orif!:inc r ,;cnza termine, dell'uomo e dell'universo, in Dio o in non Dio; rioè cadono p. es. Lutti i pl'Oblemi dclPol"iginc dell'uomo, delln morte o dcll'immorla• lità dc11'uo1110ccc.. · Lo ~copo posit.ivo tiri M. d. R. ;, poi questo: costruire o - 1.:omc noi prcferi:uno dire - fond:1r(' una reahà universale complclamcnte divc.rsu 1lalla realtì1 finora esistente, una realtì, universale completamcnLc 1111ou1. una novità pura oltre la ,•ccchia rcalti1, irrealtà, ~oprarealtà distrulla o cl.i dis1rugg_erc. O meglio, si capisce, fondare una realti, universale e più che diversa, piit che nuova, pen;hè clh•ersitì, e noviti, sono pur sempre compo– nenti della realtit vecchia. Cioè, scopo positivo del M. d. R. è co~truire degli « esseri )1, delle (( realtà » o ......:... come è preferibile dire - delle « prc· ,rnzc » del tulio ulteriori all'uomo, a Dio e a non Dio, all'universo e a o;;-ni novità e a ogni diver.:ifìcazione che può accadere nelruomo. in Dio I' non Dio, nell'universo. . Fondendo insieme lo ~copo negati,o 1 (rifiuto puro di lulla la rcallà 1lata finora) e lo scopo positivo (fondazione di novit:"1 pura) possiamo dire 1·hc lo .:copo complessh•o del M. d. R. è questo: la t.rtm111toU011e pure,. cioè 84,

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