Volontà - anno II - n.9 - 1 marzo 1948

prudurn· clcttriciti:i, ma per macinare il grann. ,. rendeva belle ,omrne di ilnn~ro. Gli animali la\'Or.wano accanitamcnle alla fabbrica cli un ahro rnulrno ove, una volta Jìnito, si dicC\'a, si sr1rehbc impiantala la dinatno. Ma dei lussi che Palla di ueve ave"a fotto sognare agli animali, dellr ~talle con In luce clcurica e l'acqua calcia e fredda e elci tre ~iorni ) 8 , 0 • ra1ivi per settimana, di Lutto questo non si parla, 1 a pili. Napolcon ne avc\a condannata l'idea come contraria ai principi dell'Animalismo. La vera ff'li– ,·i1:'1.diceva, sta nc1 lavorare molto e nel vivere frugalmente. Sembrava insomma che la fattoria fosse divenuta in rcalti1 piì1 ric,·a. ,cnza per questo far più ricchi gli animali, salvo naturalmente i maiali l' i 1.:ani. }... orse <1ucsto era dO\'Uto in parte al fatto che maiali e cani erano tanto numerosi. Non che questi esseri non hn,oras~ero a modo loro. Cla– rinetto non si $1ancava mai di spiegare che enorme era il lavoro di !l-Or.•1•– _idianza e di organizz:.1zionc della fattoria. )folto cli questo lavoro era talr du:: gli altri animali, per b loro ignoranza, non lo polcvan capire. Pf'r rsc-mpio. Clarincllo diceva loro che i maiali dovevano ogni giorno falicarP allorno a co~e mislcriosc chiamate « schedari ». « rcla1,ioni .,,_ <' registri ... Erano, questi, grandi fogli di f':arla che dovevano venire complctamenle coperti di scrittura e quando erano così compilati vcnh 1 ano poi buttati nella rornacc. Ciò era della massima ,imporlanza pfr il buon andamento della fa1toria, diceva Clarinetto. 1ùttavia nè i porci nè i cani producevano ciho eql )oro lavoro; cd erano molti e il loro appetii.o era $Ctnpre otlimo. Quanto agli altri, la loro vita, per quel che sape\'ano. era quale era -e1npre stata: avevano fame, dormivano sulla paglia, bevc,•ano allo s1agoo. la,•oravano nei campi; in inverno soffrivano per il {rcddo, in cslatc per lr mosche. Talvolta i pil1 vecchi s.i lambiccavano il cervello per ricordare "'f' 11ci primi tempi della Rivoluzione, quando ancora recente era l'esrul$ionr di .loncs, le cose erano anelate meglio o peggio. J\.In non riuscivano a rieor· ,lare. Non avevano nulla con cui eonrrontarc la loro ,,ita prcsenle; non .wcvano nulla dn consuharc, se non 1c colonne di dfrc con cui Cl:ninetl'n invariabilmente dimostrava che le cose anda\•ano sempre meglio. Gli ani. nrnli trovavano il problema insolubile; a ogni modo avevano poco tcmpe per perdersi in simiJi pensieri. Solo i) vecchio Bcnjamin diceva di ricor– dare ogni particolare della sua lunga vita e di sapere che Je cose non erano mai state, nè mai, sarebbero state, nè molto meglio nè molto peggio: la fame, In fatica. le delusione c<:;:endo. co<=iegli diceva. la inalterabile lc-~r della vita. Pure gli :rnimali non ecssnvnuo di ~perare. E inoltre non perdevano mai, sin pure per un istante, il senso deB'onore e del privilegio di e~!f'r nl('mbri clclln Ji'attoria degli Animali. Era ancora l'unica fattoria in tuua l.1 contcn - in tutta l'Inghilterra! - posseduti\ e condotta da l'lnimali. Non uno di essi, neppure il più giovane, neppure i nuovi venuti, coni· p:-ati da fattorie distanti diverse miglia, ccs1mva di meravigliarsi a tal fatto. E quando udivano sparnrc il fucile e vedevano la bandiera verde svento· lar,· in cima alJ'nt-ln, il loro cuQre si gonfiav(I di imperituro orgoglio e i 56

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