Volontà - anno II - n.8- 1 febbraio 1948

LA LI BERTA' La JiLcnì, ~ la foc~l~à ~i comp~1-1a.rsi scc~:m~o la propria coscienza scuza incorri:rc 111 rcs1riz10111o sauz10111 cstcr1or1. Sicco1nc In coscii::nza è un fatto indh,idualc, 1:osì anche la liLcrtìt 11011 puù cs~crc ,-hc un fotto iudh•idu:1lc. La liberti, cs-istc in· uu gruppo, in una ,·omuni1ì1 1 i11 una nazione quando csist:1 per lutti i componenli di quel g,rnppo, di <1uclla comunitì1, o di quella nazione. lu wm collct1i\'itì1 cumu· lari,·amcnlc soggcttn a restrizioni od a sa1Jzio11i, la lihcrti1 non c~istc pcrd1i· tutri i ;:;uoi componenti sono esposti a quelle restrizioni cd a quelle ~an• ,.ioui. )I.i non esiste libcrt:"1 nc:rncl1c in una collctti\"itil la quale. pure e""· -endo esente d:1 restrizioni o d.1 Stinzioni imposte dal di fuori di css:i, a•· -o;.:g:clli una ,parte dei !-Uoi componenti ;1 rèstriZioui od a ,rn11zioni dal di d••nlro. Non esiste liherlit do,•umiuc l'essere um:1110 non po~segg:1 l:1 f:t. •·ohù di i:omportarsi secondo la propria co,;cicnza. La concezione dcli.i lihertù come fatto indi,•idualc sollcv:1 inu:inzitutlo uu problema che molti ritengono insolubile: il problema del conflillo fra lt: 1..·n•l'ienzc, e, per consegucnz:1, fr;1 le liberli'.1 indh•iduali. Sul l(:rreno mo– rale, questo conflitto ,•iene gf'nerahuentt- risolto dii:endo che 11 la mia li– h.1..·rtÌI finisce nel p11,n10 in cui incomincia l"eg:uale liberti', ~l~I mio pro~– -.11110 »- Ma questa formul.1 è dife1tosa in quanto che suppone un limite alla lil,ertà dell'essere umano, cd una libertà ]imitala dal di fuori, cessa <li es:· -Prc lihcr1i1, Inoltre, lascia insolulo il prohlcma di segnare il limite prc– •·i-o do,•c la libertà delll'individuo do, 1 rebbe finire e l'<:gualc libcr1ì1 dc~li ,1/tri imli,•idui incominciare. Dovrà cotesto limite essere segnalo dal cozzo pilt o mt;no violCnto del le t·outrastauti indi,•idualitì1, esponendo il genere umano :1d un co11fli1to uni– \Crsale e perenne, in cui finircbhero i più forli per prcn1lerc .mi pii1 dc· holi e sulla. liberti, di tu1ti? . Niente affatto. Dicemmo che la libel'IÌ1 consiste nella fucohà di co111- porlarsi secondo la propria cosciemm senza incorrere in rcs1rizio11i o ,-:m– l.ioni esteriori. Ora, è appunto la coscienza dcll'indi,·itluo <1uella che d1- ri:::e (o do\'rebbc dirigere) il ~uo comportamento, e che indica i limiti dcli., lihcrtii di~linti da quelli del ~uo contr.:1rio, a\·,·ertendolo che. oltrep11•– •:m<lo quei liUliti, 11011 solo si espone alle rappresaglie dei rnoi ~huili, lll:I offre loro l'esempio e il moti\'o di , 1 iolare ht liberti, ai s:uoi danni impo• 11endogli quelle resll'izioni e <1uellc sanzioni che I:, negano. Se, approfitta,ulo ,lella mia forza superiore o di una maggiore astuzia, io invado l:i libertà del mio s:imile, conuuello un :1rbitrio cf1e annull.i la

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