Volontà - anno II - n.7 - 1 gennaio 1948
li\•cllÒ di organizzazione pii1 urmonioS(> e pii1 cfficicllle, da cui poter di– .nuovo lanciarsi verso un'accrcsciutn padronanza, una conoscenza piii gra11• dc, cd un.i indipendenza maggiore. li progresso è, se '\·oglfomo, la ,;.pecia• lizzazione dell'insieme. Finalmenlc è rimasta una sola direzione t·apace tli raggiungere ulteriore progresso. poicJiè tutte le altre a\'cvano condotto a •trade chiuse. Era l:1 direzione c·omfocentc ali" evoluzione del cervello urmino. Fu que;,to un progresso che, d'un tratto, modificò l.1 prospe11h:a dcl– l'c\•oluzione. L'esperienza ,ha potuto da allora trasmetlersi di generazione in generazione; lo scopo, volulo deliheratamentc, ha potuto ;:ostituirsi tilla -cella eie,ca delln selezione; Ì· cambi.unenti h:inno potuto accelerarsi nei rnpjlorti di uno ;i diecimila. Nell'uomo, l'evoluzione poteva divcntan· i:o~cicntc. Riconosco che è lontano dall'esserlo, ma la possibilità esiste cd c;:;:a è stata, almeno, coscientemcnLc prospettata. YislH in questa prospettiva, la storia umana non rapprc.scnta che la porzione 'piÌI infima del tempo che l'uomo ha davanti .1 ~; non e che il primo hrancolnre ignorante- e maldestr9 del tipo nuovo, nato come crede d'una storia biologica così grande. l regressi costanti, la mancan7..a di mi- · :;:pornmento sotto .certi punti di vista per pii1 di duclllila anni, sembrano· dei fenomeni così naturali come le cadute d'un bambino che impara a ,:amminarc, o le de\'iazioni de1l'a11cnzionc d'un rnc;azzo 1'.cn!-ibilc sollo la 1u•cc,:.sit.àdi guadagnarsi la vita. - li follo sussiste nella sua ampiczzu. La vita aveva prog·rcdito anche primu della comparsa dell'uomo. La ,,ila hO progredito ulteriormente' mcu· tre era •in corso l'evoluzione dell'uomo. L'uomo ha progredito durante il mezzo milione di anni che lo separavano ()al primo /-1.ominidac cd ancllc durante i diecimila anni trascorsi dal miglioramento finale del clima che ha ;:cguito l'Epoca .glaciale. E da ciuando i suoi occhi si ~ono ·aperli alla prospettiva dell'evoluzione le 1>0Lenziali1i1del progresso sono illimitale. Alfine• abbiamo una •t<:oria ottimista e non pii1 pessimista di que~lo mondo e dcli.i nostra· ,·ita ,:.u di esso. È chiaro che questo ottimismo non può e:,scrc fal.:ile e chr. deve ess{"rc temprato riflcttCudo alla lunghezza del tempo che richiede, al duro lavoro che sarà necessario, ai residui incvi• labili di inforluni e di infcliciti:1 che sussisteranno. Può darsi che convenga r·hiamare questa prospettiva « migliorisla )) piìi che ollimi!-la. ma almeno ·,,.:.,:.a proclam~ la speranza ed i~ita all'azione. Credo molto chiarnmcntc che i più .alti e pili prczio:.i risultati <lcl– l'unh'crso esistono tra le personalitiv umane: o per lo meno i piì1 alti c piì1' 1>rcziosi risultati di cui 1>ossiamo avere conoscenza. Ciò ;:ig:nifica c:llf' l·redo che lo Stato esiste per lo s,•iluppo dell'individuo e non gli indivi– riui per lo ~viluppo dello Staio. Ma credo anche che l'indh,iduo non è uun cosa isolata e separala. t.ln indh,iduo è Uli I rasformatore di materia e di cspcricnzu; è un sistema di rapporti Ira la ;:ua propria ha~c e l'unh,crso, ivi compresi ,gli altri indi- 5i
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