Volontà - anno II - n.1 - 1 luglio 1947

Propositi essenziali Jn una rfrista i11gle$t!, non•J)olitica ma as-;!ai intelligenle, lrO\'Ìamo enw1ria1e. con fo solita ondul:tnh: lim,Jidcu.a dell'empirismo. ~lcune idu d1e ,,oo nello ~,es~o 1empo gcner:ilita e Jm.-cctti •pratici., e che ,;i pare ~or~.1110 da un animo anar<'hiM. aodic .oc chi Je ha seriue 11011 se ne: rende conio. Eocolc, t' 11 ,...crssttrio prt>ndere 11n(l posizione f)O$Ìliva. 110,; limitarsi c,l/c, Of>po~i– :ion<· nc,r.otiva contro quel rcloti,;1.smo morale vuricm1<•1Jte plausibile eh< ,~on.~id('ra I<' concezioni ct.icl1c carne p11ri rifl"ss1 degli irw>r<'s~i Pcono· mu·i d<'lla classe dominante in un tempo dato. Ppr1sia1110. pcrcio, clie vi sono tre concr:.ioni princiJ"tli Il' qual.i dPb· bono csscrr opprrn'ftte con i11transigc11::.c, fo ogni ,;ocictà umana, r clic dcb· bono rs.~ere corisiderure come la buse delle, ci1,·iltà. Sono csH· le ide<> cli 0 bhi<'llh iti,. di benevolenza. e di cora~gio morale. OllKl~;TTlV.ITÀ. Csi<,n10 la parole, « obbieui.vità » invece di « <mesti, >> pcrcl1è lw ,rn sf'11.,o piti ampio e piti profondo, per quarito i11 essa l'onestà personale sia impliòw. Crediamo che qualsiasi società. /ururn debba assumere che v'è "11 univ<"rso obbiettivo, es1sU:nt.e i11di.pendcnteme11te dai nostri sentim('nti i·er"o di esso. o dai. sogni cli "'"' dci,à. Poi, crediumo possibile pn gli es· sNi 11111,midi prevedere e controllau sempre pii,. i mu!.tmienti del loro ambiente obbieuivo. /.,t1 ling11isrico può condurci alla coriclusiont' clie non vi pos.~ono e~sere 4'sposi::.ioni di /auo complctamcme 1,·ere, e d" questo si può derivc,re che 11011 t,·i possono essere, perciò, pensieri t;l!ri dei fatti. Secondo noi, il l.e– _gumc ,rn il li11g11agt;io e la rcal1i, è certamente troppo volatile e tr()ppo ar– tifìciulr p<'rchè si posscmo dire o pensare cose assolutamente vere; ma noi crediamo c/1<> nel cotso della protica e dcll'espcri.eri:::.a ,imana si sono ac– l'umufotf' ipotesi valide, e per mezzo loro gli esseri umani possono ar.co· starsi sempre più c,d 1trlltcomprensione del/" real.ti , obl:iiettir:a quc,le essa è. L'uomo ~i è distinto dalle scimmie araropoidi. proprio per la sua po."-sibi– lità di comprendere il mor1do, di. aggiuswrsi. "d esso, ed anche di mutarlo. La ca1x1ci1à dell'uomo di essere fino ad un cerro pr1n10 obbiettivo è 1111ica lra gli es,wri viventi.' r'er lt, morale umana ciò implica (usando 1x1role della vila quotidiana} la necessità per noi di rispettare al massimo la ueritù circa noi stessi <! l'u- 37

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