Volontà - anno I - n.5 - 1 novembre 1946

La leggenda della mafia l,t1 paro/u mafia è relotivn11w11l<! 1wou<1, ,, in Sicilia .si i: u:w1" per d,,nc,mi,wre 1111n c,ttegorit, ,l'indivi• dui it1soflerenti e ribelli aJ/e sover• cherie della c11s1t1 ,Jomi,umte. Ma il /Jroposiro che lw in/orm(IIO fo part.>· fo. è vecchio q,umto la st,oritt ,h,J/r, ;,,giustizio uma,w. Difatti di selle di vendicatori dell'altrui iugiusri:::ù,, lrt Sicili<1 ne lw ,w,_,te in ogni e11occ1. <' tutte sorte collo stesso fine di di/e11· dnc il debole contro il fortt>. Nella /otlu a disparità di mezzi il réprobn poneva: « Nelft,. sptufo :mo /egf!l' e _sw, n,g1one J> 1,ol<t cogli stessi intemlimeuti In uwfù, poi finì. col degener(lrf' per o– pera di quel Gouemo venulo dopo il )860, e eh<> /11 il maest.ro di corru. :::ione. al ptmt.o di esser d,,finito: t( Govenio di nwlavitC1 >>. Di una setta. di (( vendicatori », molto precedent.e c,ll,,. mafia, scrivt> 1111cronista dell'ottocento, il Villa– bùmca, ri1>ortcmdo le, notizi(l da 11n scrittore anonimo dell'epoca norma11- 110-svevc1.Quest.<1sette, fu scoperta a Palermo ne/l'cumo JJ85, in occasio- 11edelle uozze del!C1princiJJessr, Co– stau:w Normomrn, figlia del primo lfoggiero di Sicilie, con Enrico Sve– vo. E <1uestci setta si fc,cevu chillmcire, d(>i Be.ili Paoli, e c,.vev,ia-pp1111to per scopo quello di difendere i<, vitiima dc,{ potente. Potenti erano ollora i baroni. feudali investii.;. di Ili/ potere dal conte Ruggiero, poi re di Sicilia. per i111:,razùtrsi <, loro stima (!. prote– ::.io11(',come <wevC1 fallo col Porrte– fic(, di Roma, col proposito d'in/re- 11<1rlo poi. I prcclecessori dei Norman· ni i11 Sicilia eremo st<lli gli Ambi, ed il co11te R11g15iero,dopo averli. ca<> ciuti <wevc,pauru S(>mpre della I-Oro inviucibil.ità., anche JJCr i rinforzi che cui essi potevano v·enire dalla vicirw Afric<t, mentre da parte loro i IJi– ::.m,tini non sment.ivano c,.flatto i ,,re– tesi dirilli sull'Isola. Perdi1>pi1ì il precede11tf! Dominio Arabo <tvfW(I fo. sciato i11 Sicilia 1111 largo cou.s,>,aso per l'incremento cfo esso dato all'«– gricolt11ra, allo svilnppo del commer– cio co11 q11nsitutto l'Orie11tc•, per le beJJe e prospere industrie tessili., per la J>flSlorizia;e le scienze, le arti ,, le le1tere si può di.re che /uroreggiavn- 110. Scrupolosa r am.ministrnziontJ pubblicc,. come ris11/t(l cfo doc1.1menti fil celebre storico orientcilistC1Miche– le Amari. Menlre Rosario Salvo a1r giwige: che la Mezzlllww f1vevc1,,or– lato in Sici/ù, la mezza ciUiltà. Sono il Dominio Arnbo il popolo poteva dire di r,vn gare11titi il. p<mc e il f,c,. voro. Il Nornwnno badav<1alla sua Corte e alle sue benemerenze lett.e– rarie, che Danle poi, sino al Carcluc– ci dovevcmo eternare. Queslo sella, dei Beati J>aoli era costituita, oltre che d,, elementi po• polari., d'individui di mpdio ceto, quelli che oggi noi diremmo della « magra borghesio >,: Alla prima fa• ceva parte ,m prete, che dopo la sco- 39

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