Volontà - anno I - n.2 - 1 agosto 1946

MOl'-IDO NUOVO s~ dice: l'am.eri.cauo comune pensa, in termini di ,le11-<1ro, t.111to quantò. È uero, m<t 11011 è vera..l'illazione im– vlicila. che l'americano non aHbia i– ~lea.di valori oltre quellp monet"rio. DmHmli., <ul es., ad wut bella, c<1sa, • noi poveri d'Eur'opa, dici.cimo: « è bellu, è alla, è ben ,Jeéor(lt(l, ecc. )l. cioè ne facciamo tma valula::io,11~ e– stel'ica., senza. desideri() e senza pas– sione. Ap1Jre:::.zfomo le quati,,ì in s,-, stesse, senza _ri.ferim.e11toconcreto a/,. la nostm vita, perchè c'è in noi, scw zct bisou110 ,li. mgiommienti. ltt Cf!r• te:;:a che non avremmo mai lw poS• ,<:=b•:1,,à d'mrn !aie casa. E rhwanti ad u:1a casa,· come dnvcmti. ad un auto, ccmc davanti. ad un muulro rii Tizia- 110. lo stesso sentimento: ammir(lzio– nc per fo bellezza, m,, tJ<>r """ bel-. le::za che ci rimllrr<Ì ,esl.ron.eu .. Liwnericww cc nume, ir1 r;ece. Se si trovu dincm=~ lld una' cos,, Che <10· prezza, i: 11ortato• i1nmediotr1111en1e dopo il giudizio estetico-. che è pie– no in, lui come in noi. sebbe,,e t,,l. t:o"ltn meno coscienll• e quas'i Sf'm1JrP formu1<,.to con r1w110 f!r(Jndi 1mt1olc .....;.. et valuldrfo in do/fori: f' di.rà : (< è ww CflStl. da 10.000 do/fori )), In <111e· sl<L stime,. conclusiva i• conl<'twla la parie per lui più vite,/,, del su? M}· prez::amenlo: - è qucllt, coi/a ,, tiro o fuori tiro per le mi.e possibilità?'-· Ef!N S-<t che nulla gli è sb11rrato: cl,,, se w1.chè oggi è IJOvero può domrmi essere ricco. Voluta in denaro per que.lfo e·ve_ntualitù. Ed è'" quindi un SC'!no cli. su nerio– rità, non di inferiori.tti.: chè sulla va– luwzic,w est.etic.ll s'inserisc,, una. w,- luta::."ionedell<Lvossibilità di accesso alfo cose, che piacè, come vie, int111e– diata, per melter in moto la volo:1'it, ogni. volta che ne sict il cctso. Mondo così diverso cl<tl ,ws!.ro! Quasi 1iessuno vuole accettare di << servire>>. All'albergo, i11. freno, duppertutt.o, colui che no~ - legati ltllfi tradizione servile - pensiamo più o meno co'scieutemente come un inferiore, che lm il dovere di u.bb !~ir- ' ci {il cameriere, il fllcchino, il con– ducente di taxi, ecc.) fovom invece con la coscienza di. non essere un ser. vo, senzct dare nessun segno .di voler ubbidire. Non'. vi so,lo segni. di ser– vilismo, in gem•re: non rctdufo.:.ioni, non pro/ferie d'ltiuto, ecc. - .Mu per contro, due volte m.' è accculu.to cli consultare la mia Clll'llt in sub1rny {Jerrovin sot.terrwiect), ed ogni r;o/u, il mio vicino di. posto (1111a raguzz<1. 1111 vecchiQ) mi s'è voltalo sorridett• te, m'lui chiesto,, lost? )) e m'ha ri– messo i.n coreggiato. - L'i11dipe11den• zc,, personale vivamente se11t.il (1 Ira come corris11e11.ii; o un vi(!u scnm di socialiuì . La vite, ame~icana d~lln gente mc– diu, delfo gentP che fo.vom (che è pruticame11t.c fa 101ali1ù: quella che 11.011 hworcL è' pccf,issimn) è im tJCr• nfota sulla pratio,. del lavoro duro. Nessun, operciio europeo, 11emme110 chi lavori con i. più feroci, sistemi di cauimo--o di salario llifferc,11::i"lc, po• trebbe ammettere di t.emlcrsi si.~.'e• m(lticc1me11te nel lttvoro quctnto in fatto l'operaio (uomo e donna) di 43

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