La Voce - anno II - n. 55 - 29 dicembre 1910

('01110 eerr•■le ,_ la .I'• la. A. ig. Avv. Tommaao Nuolett.i (Cosenza) S. Giovanni In Flore (Scade 31-12-910) Esce OR'ni giovedì in Firenze, via dei Renai, Il .;1, Dir•tta d GIUSEPPE PREZZOLINi Abbo ~ " JI. namc:nto per il Regno, Tremo, Trieste, Ca ,ton Ticino, L. 5,00. Un numero ceni. 10 Anno II .:,. N• 55 .:,. 29 Dicembre 1910 50)1:\IARlO: La facollà di lettere e 1 11 filosofia• Messina. L.. , Yoc1-; - \\lchclaogclo, G10,·.,s~1 . .\'1L:-,;'DOL,\ - f-11uc1 conlro Baudclalrc, .\RDE:-.;l;o Son:1c1 - L'edizione N■lloaalc dl Leonardo, G10,·,,:r,.:\'.1 P.,1•1N1 - Quaderni della u Voce " La e facoltà la di lettere filosofia a Messina. l'allr'a11110 (11. 5, ;, 8) accog/ie,/fio e svi– l'!}>pa11do1111a Prnpo,t,, di Homr,ln M11••i .,,_ slmcmmo che J' U11iversilà di Messina doveva essere oboli/a. Oggi che alc/f11e pcr.<011e di b11011a fede si agi/0110, to11/ro il parere dei professori, prelendcmlo di /11rl11pi11arel'Ila– Ira co11 l'apertura della Facoltà di filosofia e lei/ere, al pubblico cui l'interesse e il r,gio11a· li'smo no11 a1111ebbian la ragione, poniamo i11- 11a11{iagli occhi i seg11c11/i documenli. Il primo f coslituilo dai bra11i e,st11{iali di rmo seri/lo pubblicalo 11el1905 da Giova1111iCesca, (pro· fessore di stor,n della filosofia e ped,1gngia 11cll'Alt11eo messinese, e spari/o co11 /111/,1la famiglia 11eldisastro del 28 dicembre 1908), il 9110/c dimostra che a11cheprima del terremo/o 911tsla fa.:ollà 11011 esisteva che di 110111c ( 1 ) ; il seco11do è la lei/era d'1111a111icoche d de– scrive i11 quali co11difio11i oggi si preteudc– rebbe che professori e slutfeu/i recil.1ssero 11110 co111111edia scolastica. I A Voc•. r. Le Lettere e la Storia hanno abbandonato la Rettorica e si sono assise sul solido fondamento del metodo storico-critico, ed anche la filosofia ha sentito il bisog-no cli accostarsi alle scienze naturali e sociali e di vagliare criticamente i ri- suhmi della ricerca positiva ....... . CNesta trasformazione del metodo ~cicntifico fu accompagnata da un analogo mutamento nel metodo didattico ; la lezione cattedratica, pura– mente rettorica e destinata :1I gran pubblico, perdette ogni importanzn e fu sostituita dalle lezioni riservnte ai soli studenti, ed anzi dalle conferenze e dalle esercitazioni prntiche fatte allo scopo di abituare i giovani all'uso ciel me– todo critico e di addestrarli al lavoro perso- nale ........ I nuovi metodi scientifici e didattici posero così le discipline letterarie allo stesso livello delle scienze sperimentali e fecero sentire i medesimi bisogni ai cultori di ambedue i rami dello scibile. Come gli scienziati si la– gnano dello stato poco soddisfacente dei loro gabinPlti e chiedono sempre nuovi aumenti alle dotazioni di questi, cosi i filologi, gli storici ed i filosofi devono richiedere che le Riblio1eche Universitarie sieno messe in grado cli acquistare le grnndi pubblicazioni, e che i Gabinetti, i Se– minari e le Biblioteche speciali della facoltf\ cli lettere sieno forniti cli un sufficiente as';egno. Che tale bisogno si senta realmente anche da noi, lo prova il fatto che i professori fanno ogni sforzo per poter entrare nel corpo accademico delle grandi Universitélj e che gli studenti si iscrivono numerosi soltanto nelle facoltà fornite <li ricche collezioni e biblioteche, tanto che dei q93 ~tudenti di lettere e filosofia dell'anno 1903-4 ben 1181 appartengono alle 7 facoltà maggiori e soli .3r2 alle 6 minori. Gli studenti accorrono a Napoli, a Roma, a Torino, a Firenze, a ì\li– lano, a Bologna, ove ci sono musei, archivi e biblioteche riccamente fornite del materiale ne– ces!;ario, ed invece abbandonano tanto quelle L'niversità che sono ciel tutto spro\'vi'ite di mezzi di studio, come Catania. e \lessina, quan– to quelle altre che sono state a lungo trnscurate, come Palermo e Padova .... Data cotesta tendenza non deve far mcm.vi– glia che la facoltà filosofico-letteraria cieli' Uni– versità di )lessina, trascini una vita oltremodo stentata e che \'eda sempre più diminuire il nu– mero degli stl1denti. Essa infatti si trova in con– dizioni di gran lunga inferiori a quelle delle altre facoltà minor1, le quali dispongono sì di Biblioteche l 'niversitarie e Comunali ben fornite ' G,o,·"""' CESCA. I.a ddrade,i: ;a.dl 'il'! .fa•. ( ? fil .r. o 'elleraria della R. lm vers rM t/1 olla 1 ,oso,11c -,, , ,lfesri11a. :\lessina, Tip. cl f\ngelo, 1905. e riccamente dotate, che di 111u~ei 1 e di ar– chivi. Invece la nostra non hn che l'uso della sola Biblioteca lJniversitaria, la quale, tsst!ndo stata troppo a lungo trasturata, 11011 è che un magazzino di libri vecchi e privi di ,·alorc, man– cante di tutto ciò che l• necess:uio allo ,tuclio– so, ed ha una dotnz1one grandemente in(er1ore a quella delle altre Biblioteche Universitarie. Cotesto fatto deriva dallo abb:1.ndono , in cui per tanti decenni è stato lasciato l'Ateneo mt:s– sinese, il quale ha vi';tO accrescersi e cli molto il numero <.lei professori, ma non ollenne un numero corrispondente nelle dotazioni, tanto che anche ora mostra la maggiore esagerazione della tendenza italiana cli consacrare la massima somma agli stipendi e la minima alle dot;"tzioni. ;\lentre in Prussia si spesero nel 1904 per il personale soli ;\I. 4223180 e per le dotazioni ben l\f. 8129217, in Italia invece sono stanziate per il personale L. 9247352, e per il materiale sole L. 25288.10, ed a ~lessina la spesa per il personale, in seguito al nuovo organico, ac;cende a L. .31 ;650, e quella per il materiale si limit:i ora a L. 4i5 I I e -;alir:i a L 5526-4 111 for✓.a de– gli aumenti proposti nel preventivo ciel 1905-06. Cotesta somma è inferiore 11011 soltanto a quell:i che è fissata per le altre Università complete, 111.1 1 fatta eccezio11e della sola Sassari, anche a quella cli tutte le altre Università incomplete, le quali, 11011avendo che dur o tre facoltà e di– sponendo di somme di gran lunga minori per il personale, pure godono maggiori assegni per le cliniche e per i gabinetti. Tale circostan✓.a pro– duce una notevole inferiorità cieli; nostra Uni– versità, e questa inferiorità non si limita alle discipline sperimentali, ma si mostra maggior– mente nella facoltà letteraria, In quale pos!-iede i due Gabinetti di Archeologia e di Geografia, finora sprovvisti di dotazione fissa e che -;oltanto col prossimo anno avranno una somma annua cli L. 500, e dispone sulla dotazione delln Bi– blioteca del meschino assegno '.:li I.... 480 1 in– sufficiente per~ino ali 'acquisto delle più indi– spensabili riviste. È da 10 anni che In facoltà non riceve nessun ~peciale assegno straordina– rio nè dal ~linistero nè dagli enti locali, e per cli più le L. 6ooo, che negli ultimi anni furono date alla Biblioteca, furono divise dal Consiglio Accademi:-o in modo che sole L. 1080 tocca– rono alla nostra facoltà, e perciò non si potè procedere all'acquisto delle collezioni e delle nuove opere fondamentali e più importanti, ed anzi si dovette fare n meno di completare molte opere e riviste, cli cui si possiedono pochi ,·o– lumi sparsi e staccati. La Biblioteca perciò ri– mane spro\'vista di tutto il necessario ; è fornita soltanto di libercoli e cli opuscoli di ben poco valore e di opere incomplete, mentre mancano del tutto le grandi collezioni, le pubblicazioni accademiche italiane e straniere, le edizioni cri– ticlte e le opere fondamentali nel campo delle Leuere, della Storia e della Filosofia. Stando cosi le cose, è ben naturale che i pro– fessori sentano ardente desiderio di abbando– nare al più presto questo Ateneo, ove ogni pro– ficuo e serio lavoro scientifico è reso molto dif– ficile ed è anzi ql:asi del unto impossibile ... Come stanno a disagio i professori, cosl pure stanno male gli studenti, i quali, non trovando qui i libri indispensabili ai loro studiJ accorrono verso le altre facoltà meglio fornite. Perciò il loro numero, che sino al 1899 era andato sem– pre crescendo, va continuamente scemando, e tait: diminuzione apparirebbe più chiara e mag– giore, qualora nelle statistiche si comprendes– sero i soli studenti regolari e si escludessero tutti coloro che da uno o pil't anni hanno fi– niti i loro studi senzn aver presa la laurea. Allora si vedrebbe a quale tenuissimo numero sono scesi i nostri studenti effenivi, malgrado che in quebti ultimi anni sieno concorse due nuove circostan.te a<l aumentare il loro numero, cioè I' h;crizione di molte signorine dimora_111i _a ~lessina, le quali attualmente sono S, e la i~cr:– zione cli parecchi Salesiani, che fungono da isu– tutori nel locale Collegio, il cui numero a,;cendc Bibloteca Gino Bianco ora a 3. La c..lecadenza della facolt.\ è resa an– cor pil) manifesta ~i dal fat~o che i migliori stu– demi l'abbandonano ben presto per acconere a Xar10li, n Roma, a Firenze ed a Pisa, che dai– l'alho fatto che il numero degli -;tue.lenti cala– t--""4 ·:a continuamente scemando. t,LIHO rhe, mc11tre nel 1ts97-98 questi forma\'a110 t.1oas1 11 40 010 della studentesca, ora sono soltanto il 15 010, essendovi soli -4calabresi su 26 studenti regolari iscritti nel presente anno accademico. Il. .Sono stato a \'edere dt z•isu l' U– niversità. La facoltà-legge occupa il padiglione centrale e le <lue piccole baracche accanto. 11 padiglione centrale è a due piani. Ilo potuto visitare ;olo il piano superiore che ha tre stan· zette adibite a biblioteca e a sale di lettura. Là stanno av\'icinati :;enza cdterio sugli sca0àli i libri di legge che l'addetto alla biblioleca h:>. trasportato da Via Verdi : chi vuol leggere un libro 1101 ha per trovarlo un registro, una sche– da .... bisogna che se li scoira tutti. Le schede dell'antica biblioteca sono state salvate .... ma naturalmente non servono a niente dato che dei libri 50110 ancora nell'antica Università e che quelli nel padiglione sono stati messi l'uno ne– canto all'altro sen.ta alcun ordine. Sono riuscito a parlare col. ... custode della biblioteca eh' è quello che fa la di\'isione dei libri. ...... . Si lamentava di essere solo nel diflicile compito della direzione dei libri e del riordinamento in- tero della biblioteca ........ :\l'è stato im- pos,ib'.lc \'e<lere il registro cleì prestiti. L' indi- \'iduo era ben diAldente ! ........ Quanto ai padiglioni ùelle facoltà legge ri sono due groi,;~c bar.lcche. Oo,·e,·ano sen·ire alle s, uole elemento, i.... iiwece adesso restano vuote in at– tesa di una futura facoltà di 1etterc. N~lla nr ma che ho \'isuato a1cu111operai st,1,auo iuH rando per mettere tutt'intorno alle pareti glt scaffali per i libri della biblioteca di lettere e di filosolia .... e secondo il custode della biblio– teca anche per i libri di legge pei quali 11011si troverà postQ nel gran pc1diglione. Le baracche constano d'un corridoio d'en– trata che termina ai due lati con due stanzette (forse per gli insen 1 ientil e cli due Jrnndi aule eh' ho stimato 6 X 10 o 6 X 12 •••••••• li l\1cliglione Universitario ~ stato costruito dal Genio Civile cd è stato apertu nel gen– naio 1910. I professori cl' L"ni\'ersità hanno una indennità di disagiata residenza. L'indennità è pagata a mesi, a11rhet!urn11!,· i ro11gedi 1 purchè ordinari. Quanto al materiale delle facoltà scientifiche non vi è quasi più nulla : le per.:,one (si dice !) che sono andate a salvarlo /)art· abbiano reli– giosamente conservato bottiglie di :-icido e la– scialo andare a male strumenti preziosissimi. Gli studenti di filosofia non possono laurearsi, secondo la legge, se non hanno fatto un corso di zoologia e anatomia comparate o di fhiolo– gia. Ora come potranno laurearsi a )lessina quando tutti son concordi nell'affermare che ì1 materiale delle facoltà scientifiche manca asso– /11/ame11te I MICHELANGELO(!) ]. Si è troppo scritto di ~lichelangelo in questi ultimi anni - troppi critici, troppi storici, troppi eruditi hanno coperto con la loro cenere quel vivo foco d'anima non an– cora assopito dopo più di tre secoli - per– chè io sema il bisogno di s1endere un saggio estetico sull'arte o sull'anima di ~lichelan– gelo nelle frettolose pagine di una in1rodu– zione d'obbligo. Occorreranno molti anni perchè l'opera divulgairice della le11eratura michelangi'olesca abbia reso veramente fa. miliare agli spiriti colti qualcosa più del no– me immortale abbia fatto vibrare più vicino ai cuori che vivono, l'anima del di– vino artista, di cui oggi, nonostante il molto clamor letterario, si rammenta soltanto qual– che forma o qualche verso. E per cooperare utilmente a questo lavoro di divulgazione, piuttosto che aggiungere un volume o utl saggio ai tanti, più o meno inutili o .sor• prendenti che si stampano in Germama e fuori suli''argomento, ho pensato di dare al pubblico questa ristamp, delle poesie d~I Buonarroti in un testo che è certamenle ,1 migliore di quanti ora se ne possiedan~,. ed era Jìn qui scarsamente accessibile agli ,ta· liani. Perciò qt1est' edizione, che non è cu– rata da un filologo e non è diretta ai filo· logi, ha un caratlere popolare ed tm .senso spirituale: essa otterrebbe pienamente ,I suo scopo ~e, per sno mezzo, cento anime ricono– scessero attraverso le rime tormentose e rotte, l'angoscia più dolorosa e lo sfo,zo più dispe• rato cbe forse abbian vissuto sollo ,I cielo d'Italia. •ulla è più proprio a farci penetrare n~l– l'anima di ~lichelangelo di que st • poesia, così diversa, cosi lontana da ciò che più spesso gli uomini han chiamato c~n .tal no– me, che spesso ci accade res1ar dub1t0S1 ed 111- (1) Prefazio11c alle Potsie di ~lichcl;mgelo, ecl. R. Carahba, Coli. « Scrittori nostri ». certi sulla soglia o nel bel mezzo di una lirica, non convinti, e quasi respinti. Tal– volta è una insoli1a durezza di espressioni accozzate con un'imperizia che non manca di artificialità, e provoca in noi I' involon• tario sentimento di un'esercitazione non riu– scita ; talvolta è invece lln intrigato avvolgersi di parole e di frasi che dà nel concettoso e re– sta al di sotto della mira, freddaodo l'emozione suscitata da un tragico stato d'animo; altre volte ancora è un avvicendarsi di inegua• glianze di s1ile che slancano e disanimano: tutto si svolge fra dense zone d'ombra, che inlerrompono spesso e non opportunamente la visione: cosl lo scontorcimento svanisce in un buio che ci fa dt1bitare di un'alluci– nazione, e il grido d'angoscia cade in un silenzio di tomba. È poesia qnesta? Sembra piuttosto la fase antenatale di un mondo poetico in gesta,.ione; un'officina di \'ul– cano in cui artefici infernali stiano martel– lando opere informi; o piuttosto, per avvici– narci con l'immagine alla realtà del poeta, il laboratorio di uno scultore, che abbia solo in parte tratto dai marmi i fantasmi dell'arte sua. Soltanto qua e là, qualche opera è perfetta. Tale è, certo, considerata dal lato formale, la poesia di Miche!Jngelo. Nella sua vita poetica egli ha superato raramente lo sta– dio rappresentalo nella scultura dai Prigioni di Boboli e dalla Pie1à di P,destrina. Rappre– senla forse 1ale s1adio un grado imperfetto ed inferiore della creazione artistica? Chi sa I La questione sarebbe da discutere. e non è niente affatto detto che si giungerebbe in ul1imo ad una simile conclusione. Ma quale immensa fortuna che un tal piano dell'a11ivi1à crea– trice di ~lichelangelo abbia trovato la sua espressione, oltrechè nei marmi potenti e patetici, altresì e sopralullo nella parola I Poichè noi sentiamo che I~ - sopratutto là - è Michelangelo ; e poichè anche piit delle sue opere, ci aitira e ci s•duce la sua

RkJQdWJsaXNoZXIy