La Voce - anno II - n. 44 - 13 ottobre 1910

l,A VOCP. Conto corrente ton la Pesta. Tommaso Nuoletti A. 882. Sig. Avv. (Cosenza) S. Giovanni In Flore (Scade 31-12-910) Esce o~ni giovedì in Firenze, via d · R bb' 42 D e, 0 ,a, .JI- iretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .;,r. Abbonamento per il R T egno, renio, Trieste, Canton Tic ioo, L. 5,00. Un numero ceni. IO. Anno Il .:,. N: 44 .:,. 13 Ottobre 1910. SO:'\DI :-\ l·U.?: La rivoluzione por:og~ese, L, \' OCE -· Frledrich llebbel. sc..: 11, 10 s,.. ,TAl'l-.R Il Crc.do" ~elio, L O. N., S.,1.,·A roR1 .. ;\l1xocc111 - Ln questione d I - Il Partito Sociallsia nel prese~1e mome~to, G u-.-r_., ~o _s \l.\'l•:'11:'\1 - Il collare dell'Annunziata, G10\'.\NNI A "E~DOLA - St'oltultra. I·.. I) A,1!1Ros10 - C. l'KFZ/.OLIN"I - D. 1)1 Li:o. e neo-malthusianismo, Rcmrn.1.-0 BFtTA//1 .\a//,au e' I modtn11slt, (,l ,-;1.11,;L'.\IO (Jti,,oROTTA - .\Ll•'.SS.\:'\DRO CASATI - 7urlupinl'ide La rivoluzione portoghese. J/ renrcio 11011 ci (0111111/I0Ve Ile p1111/o I/Il poro; ,. q11nt1h1 alla regi11a .... La slorin s,·111- ~,,-nll~lu_ fl'l.'tr Vlll1 1~ 11epr 1 :,r snpentt' di tju,:sfi 1111/,er,/h pa 1111n morte gloriosa. Li ha In– <rinlisrnppnre,come comparsedi lealroq11a11- ,lo si grida: nl f11oro ! ed ecroli rieulrnli nel li111bo ,ft,i .wvrn11iche 11011 reg11aro110. Ogni ln11l0,1111 profo11do corrispo11dettle polilico, 111 , G11elfoCivi11i11i, per esempio,ce li i11lervisleril ad .tlix-les-Bni11s o a Venezia, dove cospire– ra11110 i11co111pag11in d q1111/che maggiordomo i11vecchialo, d'1111 proji1111nlo rnsta realislas,nl– maunto pro11l0 n sparl!ereil sn11g11e p r il suo re leg(llimoe uel (011do spin della rep11bblirn, 11011ch,• d, qualche damij!elln d'onoreper J!li si-aghidel giovine sovrano. E i111perdo11abilc: nuche n q11i11dici a1111i In morte dd' padre e del frn!ello avrebbe dov11l0it1seg11nrl!li q11e/lo che /'e.f11cazio11e d i Gemili (n11dni•a messa ogni 111nlli11a) e le grà;;Je venderecriedi Gnb\' DeslrysJ!li 11a;co11de1m110 l so111111a ha vuto q11ello rhc si meri/ava e 11011 se 11eparli pi,i. FRIEDRICH HEBBEL Mn 11011 ri smlin1110 propriol'ettl11s'ns1110 di rerti radicali e rep11bblicn11i e persi11 socialisli, per il 1111,n•o regime. Mutar regime, pachi:, se gli 110111i11i 0111111/11110, se il carni/ne di 11110 11nzio11e r sln lo s/esso? Ln 111011nrchin d Brngn11z.nern pi11lloslol'espressioneeh,· la causa della rormzio11eporloghese.1 rep11bbli– cn11isi /rovera11110 do111a11i i11co11tallo cou il pnrlnmeulnrismo porlO!(hese, rott In ! >ttrorraz.in porh>!(hese, co11l'eserrito porloghese; dovra11 follare,se lolleramto,co11/ro le s/esse/e11deuz.e, le s/esseabi111di11i, f!li s/essi rostttmi. La· cor– ruzio11e111011nrchica, 'era, dicerlo. i\4.n iu Fraucial'affaredelleliq!tidaz.io11i, l'affaredella Charlrmse, l'affare Rorhetle, il risral/o delle ferrovie dell'Ovesl, 11011 la redo110 p1111l0 agli scandali del Credilo PorlOJ!Ìiese e ai ri111a11ef· giameuti del bilaucio co111pi11li dal 111i11islro Fra11.-o. Che garanzia d'i11corrntlibili1i, e d'energia p11Jdare il bagagliopoelico,positivislico,re– torico,111asso11ico degli 110111i11i che so110 al po /ere? Ho /etio la biografiadi Teofilo Braga, presidwle del consiglio: J 1111 poela va11itoso, lelleralo,bobeme: 1111 Ln111arli11e, colgmio in mwo RicordaleIn rep11bblirn del '.18 i11Frn11, eia? Il Mnchndo e 1111 filosofo,diro110 i gior- 11ali;111,a speciedi Sergi,dico io; 1111 di quei seguacidi Com/e, co111e se 11e lrovn n11corn 11elBrasile e forse 11elParaguay, ·111mlali1i, da 111aeslri110 di q11elliche snmw a pena I' ab bacoe, s11bi10 dopo,ro111111 solo sa/lo, In me– lnjisicn. ll Cosla e 1t11 esnllnlo e 111111opisla lipo bon jt'.,~e Mng11a11d: • Vale da solo 1111 pnrln111e11l0 » dice di /11iil sig11orM,1gnlhaes Lima oggi rnpprese11t1111le tiella rep11bb/icn Parigi, il che fa d11bilare che /111/i e d11e11011 nbbin11 la tesla a poslo. E si che a Parigi si dwe sapereche cos'c 1111 pnr/11111wto ! 1 giova11i porloghesi ricord11110 i giovn11i ,,,,. chi. Cad11l0 .tlbdttl l /nmid pareva rhe /111/0 dovessecambiare.Ma la loggia 1,tnsso11ica di Saloniccoaveva i11vn110 mossoIn prima pediua della rivol11z.io11e. Oggi s,a1110 alle so/ile. Ger– mania po1e111e a Cosla111i110µ0/i; eserciloche domi1,a; barbariealle porte; ji,w11z.e rosicosi; cospiraz.io11i; giomnli s,,ppressi. Domani a Lisbona crede/e che le rose ca111biera1t110? Sentire/e! Giomali soppressi, co,pirnz.io11i, fi11n11z.e cosi cosi, lughillerra che do111i1111 .... Ah, dit11e11lirnvo ! I Ges11iltsarm1110 rncciali dnl Co11vc11l0 d'Eslrelln e vi si i11setlimil :. Grn11dt .·. Orienle.·.della:. ,\Jnssoneria .·. Portoghese : . E poi nudnfr a 11egare il progresso! La Voce. Frùdriclt Heb 11 ... ·i (1813-18tJ3) / sial,, sco– perto i11 Germania ciri:a dur! lustri fa. Ha or111aila so/ila lellemlttra. C'<' I' I /cbbelslhea/er, I' Hrbbelskalendcr, I'! lebbt!,fadu11,m11. È i111- porla11le, sto, ica11ie11fr, perchè è il frcsupposto critico e drammatico di NieJ{schc, e il p1111/o dove s'annoda il romanticismo, fillr,1/0 trai·crso GocJhe, ,011lo spir//o d"oggi. N,:i < Quadern_i della \'oce > sarà lradotlo il suo dra111ma Giuditta e/te escirà il ,• 110· vembre: forse il capolavoro: cerio l'opera che meglio lo rapprcsmla. Poi anc!te qnalc!te al– tra cosa. La 1ollezio11c Cohura dell'anima pubhli– cltcrà 111111 s,:c/ta dei Diari i. La natura di Hebbel è dura, tormentata, inquietante. È uno di quegli uomini che sfor– zano la vita a inasprirsi e acuminarsi di con– tinui oslacoli, perchè ogni loro passo in avanti debba essere una conquista contro sè è contro tutto il mondo. Appena s'allarga al loro occhio un posto di riposo, e l'animo sta per espandervisi e spaziare sereno, come un soffio di ,·en10 che s'adagi nella pianura - sentono quasi la vita s'inaridisse in loro ed essi avessero esaurito il loro compito e do– vessero sopravvivere, corpi spren:rnu. Li prende un senso di disperazione che serra lo,o la bocca al grido di respim, e li torce in "'"do che la quiete pregustata vien ricacciata giù a inve-lenire più maledettamente il loro tormento. La vita e il pensiero di Hebbel - almeno lino al culmine da dove non si conquista pil.1niente, ma si comincia a vi\'ere d'interessi e, se mai, s'acquista con regolari contratti - è un'angoscia senza tregua. Comincia la vita senza nessuna sicurezza istintiva che-s'insinui nelle prime esperienze e ne tolga gli elementi per affermarsi logi– camente, ond'egli possa procedere sicuro alle spalle. « Va nel mondo e conquistali le armi per via ! ». Non conosce mai la baldanza spontanea che si butta allegramente nel fatto senza lorturarlo prima a stabilirne il suo per– chè universale e il grado di necessità che in quel caso specifico esso può avere. È un organismo pratico e artistico molto debole, che deve giustificarsi di continuo teo· ricamente davanti al mondo. ln • Golo » (nella 1ragedia Gc11ovc[f1) è con– fessata questa disperazione tragica nelle sue forze morali, che spinta fino ali' ultimo di– venta affermazione e quasi autorizzazione al comportamento istintivo. Gaio prima di sog· giacere alla sua passione delittuosa tenta sa· tanica mente Dio: s' arrnmpica sul!' altissima torre sgretolata e sfriante : « ~la tu, Dio, non difendermi! lo Ila paura di me, pe,~ questo mi 1.'0lf!'O a le. Ari;,, aria! Vorrei maledire. Pcrchè ho fatto, mi sembra, tutto ciò che può un uomo. Presen– tendo il più mostruoso mi presentai da me da– vanti al supremo giudizio. Non un urto del braccio del S01111110: bastava che non mi tenes– se! ;\la egli fece il mirncolo - perchè? Perchè in mc potesse maturare il farabutto. li mio sguardo !->i struggeva ntll' incommen• sur,tbile; quasi non sentivo più che mi racchiu– deva un corpo, ma il mio piede andava lieve e fermo, come sul :-,t10l0 1 senza incespicare. E nel– l'anima mi risonò, quasi scherne11clon1i: Tu non precipiti mai pilÌ, tu sei fatato! - \'oglio ! - pensai : e, pronto al salto, alzai il piede; ma poi gridai : - Ko ! ho fatto ahba~tanza. Se Dio non rni butta giù, neanrh' io \'Oglio essert: il mio carnefice. BiblotecaGino Bianco ·• ... 1.11> i·i-1into il peccato fino a\l'e-.trcmu soltanto 1x.r n:dere se era peccato. • Hebbel si scatena instancabile contro sè stessoe s'assalta furioso per inc!1iodt1r'-i davanti agli occhi il diritto cosmico e la verità metafi– sica della sua vita. Non si crede. l'er quanto dilani, non riesce a strappare completamente dai roncigli del suo satana interno la propria autùnomia nel bene, Si sbatte ed è sbattuto da ogni cosa. Il suo sangue è ferro fuso che gli abbrustola le vene. Per sfogo comunica al mondo calore insopportabile; fa degli al· beri e dei fiori, di dio, degli uomini, del male, del sogno, della volonlà nalllrale, d'o· gni legge, del suo singulto, della gioia sboc· ciante dalle labbra femminili, un immenso braciere che l'aspira in sè con I' ineluttabi– lità dell'unico tutto esisten1e, e lo consuma. ,\la non cede. Gli fa schifo ogni comodità, ogni leggerezza, ogni parvenza di bello e di reale. Ama di s~ la voluttà nel dolore. Tutto il suo pensiero e la sua arte è negazione del contenuto già raffreddato e palpabile senza pericolo. È come uno sforzo incredibile per ingoiare quanta più dura parte dell'avvenire il suo spirito può contenere, se non assimi– lare. Tenta di scuotersi di dosso il tempo che l'affonda in un determinalo momento s1orico. con lo rabbia d'una fiera che veda sfuggirsi nna preda, troppo lontano per il suo sbalzo. Per questo ha del ciclopico più che dell'umano. Il suo eroe che più rappresenla non il suo placamento nel!' intuizione arti– stica, ma la sua passionalità, è Oloferne: co• lui che vuol esser dio di sè stesso e vuole esser stato rigurgitato fuori dalla terra con un alto di volontà precedente la propria vita, e decidersi da sè, senza suicidio, l'attimo della morte. Hebbel è l'uomo moderno che s'è liberato dagli elementi inerii che lo facevano procom– bere nel passato, ma che ora deve creare dal patimento errabondo la sua libertà nella nuova legge. Formare un eroe non dal suo desiderio, ma realizzando. A quest'eroe noi tendiamo con più sicurezza perchè abbiamo già inlrav– visto di lui qualche poco in cui ci calmiamo; ma per Hebbel è solo tormento che lo pre· 1udia e ci contribuisce; non so11ievo. Cerca la legge: • Sittlichkeit und Not· ,vendigkeit > - necessità morale. « Gli elementi di cui son composto.... infu– riano t:! fermentano quasi non fossero chiusi in una forma individuale limitata; uno combatte l'altro e lo atterra o 11 1 è atterrato; ora vince que·.;to, ora quello - ma l:1 legge 111a11ca ! >> È scomposto in opposizioni troppo tiere e batlagliere; troppo gli è stato dato: « Dio, 11011 riaprire la mano; sbigottirei; poi– chè m'hai <lato abba~rnnz:1: tic11l:1 a difesa sul mio capo. )) Già comincia lo sbigottimento; <lavanti al pauroso l'uomo si rifà bimbo, e prega, con una nostalgia meravigliosa d'un sonno cre– puscolare : « Dor111ire,dormire, soltanto dormire! Non risveKliarsi, non sognare! Di quti mali che mi colpirono. tanto, ch'io li ricordi molto lievemente; co:,,iche quando la ,·ita, piena. torna a squillar nella mia pncc, io 111' inviluppi :111corpili pro– fondamente, e .~erri più forte gli occhi. » E come lo strazio sembra prorompere ol– tre l' ìntuizione, e soverchiare I' indi,·iduo, il 1riste soliinrio per esso si sente immer·so nell'umanità quasi in un conline che con· tenga anche dò ch'egli da sè non può con– tenere; e invoca I' Eterno per chi patisce• come lui : « Eterno che nbiti nelle profondità cui il mio pen~iero ,nto ora - et'! ,. ,..._ ;i nort sa mist•rare la da eia te a mei poiché tu solo indi i pensieri - volgeudo'.-,iindietro, rimbura con vertigine ; Eterno, accoKli in quest'ora il lamento del mio cuore oppresso e commosso ! Forse - chissà do,·e - sogna un bimbo in una ba-;-,a c.tpanna - e nella ~ua anima dorme nascosta la for1.n creatrice che tu, rinunziando al tuo più grande diritto, hai concesso alle tue creature umane. E il giovane, cresciuto da que– sto bimbo, oppresso durame11te da miseria e brutalità, ficca lo sguardo, che irrigidito dalle lagrime non ha \'isto più da tanlo le stelle, a te, e balbetta senza parole: - Un po' <l'aria, padre mio, che io non soffochi pdma d'averti ripagato per la mia vita! E mandagli allora incontro il pili degno ; il quale lieto di )iberar dall'esilio una vita consa– crata, gli porge la mano; ed è paKo qnancl'e~li torna a respirnre, come un viandante disgorga amicamente la fonte otturata. beve, primo, per la sua fatica, e prosegue il cammino. » « ~la se tu non puoi mandarKli uno così, chiu– diti ,·ia dal suo I,albettio, perch~ la forza che potrebbe animare o ringiovanire il mondo, trat– tenuta nel suo petto lo divorcr;",, lentamente ma sicuramente. E allora possa egli mescersi nel tutto) finché rinforzato dal lungo riposo 1 il proprio peso lo risciolga e gli si riapra di nuo,·o la porta all'es~ "ìere. Cosi prego, perchè dolorosamente desidero che alla mia nascita un uomo deKnO così abbia pregato per 111e. » Ecco la soluzione: pregare: esprimere. L'unica legge che-non manchi mai al poeta, quella che in Wtti i casi l'assolve da\'anti la propria menzogna e la menzogna del suo tempo, è l'atto creativo. E Hebbel è poeta. Ma egli anche di questo dubita, e proprio nel suo ingegno, nella sua facoilà intuitiva e trop– po grande per esser sofToca1a, troppo piccola per diventar punto centrale della sua esi– stenza • afferma la ragione pii, fonda del suo strazio. E poi egli vede chiaramenle che 1'.r· tisia non può nutrirsi della propria arte come non l'albero del frutto, e che « la poesia è un Moloc: bisogna sacrificargli lutti gli al– beri di tutto il bosco, e tut1a la ricompensa ne è, che si può bruciarsi nelle sue braccia info• cale». Nè egli gode quasi mai di quello stato d'animo d'ozio sensitivo nella natura che chi sgobba a orario fisso crede, con stizzosa in– vidia, sia l'unica fatica poetica; di quelle di– vine pause irrazionali in cui il sole è sol– tanto sole e lo spirito ripc>sa immerso incon· sciamente nel mondo. E natmalrnente tutta l'attività di Hebbel ha per anima questo suo carattere di Capaneo più forte dell,, sua peoa, ma superbo che, non cedendo a dio, se ne crea un'altra invinci~ bile e mal soffribile. Per lui il concetto « facoltà• è eguale a quello di • forza », e forza significa capacità di lotta. La vi1a è un saccheggio dell'uomo interno. L'amore è un conquistarsi 111 altrui. Lo sviluppo è una vit– toria sugli altri. La soddisfazione dà disgusto: la volutlà è solo nella tensione e nello sforzo. C'è perfino contli110 tra forma e contenuto: e il bel lo non ne è la pace, ma l'armi– stizio. Il suo stile è pieno d'immagini guerresche: Egli si sente guerriero in una lotta perenne. tutto è contro tutto nel mondo, anzi il mondo ha vita da una eterna pugna. La vita - dice -· non ha uno scopo fuori del suo moto : non progredisce nè re-

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