La Voce - anno II - n. 40 - 15 settembre 1910

l,A YOCF. ('01110corre11fo ron Ju Pesta. A. 882. Si"' A T (e 0 • vv. ommaso Nuoletti osenza) S e· . . rovann, in Fiore (Scade 31-12-910) Esce ogni giovedì in Firenze, via d · R bb' 42 D' e, 0 ,a, .:f. ,retta da GIUSEPPE PREZZOLINI •"' Abbonamento per il Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero cent. IO. Anno II .Jt. N: 40 $ 15 Settembre 1910. SO)DI.\RIO: Il sistema della filosolla dello spiri10 1 K.\RL \' p us-. 1.ER - 0st illa, lh:xEu,.;rro Cr:.oc1-:- Heory Rousseau, .\RJH'\'\òO So1-11<.:1 - Il Coniruso della L. O. N., S.,L,·.,-roKE )l"ucc1-1i. Il sistemadella filosofiadellospirito. (Pubblicato nella " Deutsche Literaturzeitung ", 18 Juni 1910, XXXI, 25, e per noi tradotto dall'autore). Ben tini.Iù...e.JOLOil.o ci .sta diuo~~zi il s1·- . t h 1· ,- I I ~ • · · .. . . . st, en,a ege ,ano .• ,e suo vo lfflletto : Cùi 1\asce ti dubbio, come ma, lo spirito es- sterna della « hlosoha dello sptrtto,. di Be- 11· · · ., ' · / I li fil · 1· d · d 1· d .... .. . . . " "' e' t·,t·o i: cm c,1t•r moro te a t osof1t1 1, sen o in gra o < 1 conoscere attraverso i suoi ne elio Croce. Esso è ti risultato d1 un lungo, Hegel, egli dimostra come la gr,ande sco·i,erta t' ti'I fi' • concet I oso c1 e storici il mondo intero, continuo la\'orio di pensiero i cui progressi e della sinlesi valga solamente per i conceiti bb' b' I a 1a ancora ,sogno deg i pseudoconcetti, pentimenti si possono rintracciare in numerosi opposti, non già per quell't subord·,nat·,, e · d come ma,, posse endo la conoscenza, abbia saggi e opuscoli sparsi allra\'erso uno spazio come Hegel abbia com·1nc,·ato bene col su- d · · d' G a orientarsi 1etro ad essa. li pseudocon- di circa I S anni. La forma in cui ormai si pera re i concetti' opposti' dell' « esse,·e • e · · d · ~ ceu, - mpon es1 - non servono alla cono- è fuso il sistema soddisfa a tutte le esi- genze immagrnabili in materia di corret- tezza logica. ln virtù di tale chiarezza e soli– dità la filosofia crociana ha trovato fra gli italiani in pochissimo tempo un considere\'ole numero di seguaci. Specialmente I', Este– tica >, pubblicata per la prima volta dieci anni fa, ha esercitato una decisiva influenza sulle ricerche di storia letteraria e perlino sulla critica estetica dei giornali, e con mara– "igliosa rapidità ha de\'ato di parecchio il livello intelleuuale degli italiani. I la\'ori di storia e di filosofia che si pubblicano in Italia portano quasi tulli in qualche modo una traccia del pensiero del Croce. Difaui il merito principale di questa filo– sotia sta nel potente impulso che essa diede e, secondo ogni probabilità, continuerà a dare agli studi storici. L'orientazione stor:ca vi è tale e tanta che le ultime conclusioni portano alld perfetta identiticazione di filosofia e storia. La contropro\'a della verità tilosofica sta, se– condo il Croce, nella realtà storica. Ecco per– chè nell'esposizione della sua tilosofia il Croce ha ordinato le cose in maniera da far seguire ad ogni deduzione logica dei concelli la storia di essi, ad ogni parte sistematica una parte storica. Così il sistema della tìlosofia viene a contenere in sè, anche formalmente, anche let– terariamente, la s/or,;, della tilosofia. Le scienze s1oriche sludiano lo spirito nella sua evolu– zione, cioè iu actu; la filosofia le studia in tulle le sue possibilità di evoluzione, cioè i11 potwtia. Come atto e potenza, cosl storia e lìlosotia possono bensì in astratto esser distinte, m:i non andranno mai separate in realtà. Le possibili1à di evoluzione, ossia le fun· zioni ddlo spirito son quallro: t) la funzione estetica, 2) quella logica, 3) quella econo– mica, -I quella etica. Esse realizzano via \'ia il Bello, il \'ero, l'Utile e il Buono. In que– sia conformi1à la tilosotìa dello spirito si di– vide in « Estetica » e e Logica » - le quali unite, costi1uiscono la filosotìa della Teoria - ed in < Economica » ed « Elica,. che compongono la tìlosofia della Pratica. Per analogia le scienze storiche si presente– ranno anch 1 esse \'fa via come storia delle .uti, delle scienze:, delle attivith economico– politiche e di quelle eliche. "'Di falli non si capisce perchi: mai la f)rima categoria dello spirito, I' in1uizione, avendo essa la possibilità e la competenza di esprimere nella sua allività non soltanto se stessa ma ancora tulle le altre assimilate a se stessa, non debba da sola bastare al lo spirito. ~on si ved1; la necessità in1erna che dovrebbe spingere lo spinto a spiccare dalla funzione estetica il salto a quella logica e da questa alle altre. Oppure, <JUando lo spirito stava rinchiuso in se stesso ed era natura, che cosa mai potelle indurlo a diramarsi in fantasie e riflessioni ? L' Hegel spiega\'a il progresso, ossia il salto dello spirito dalla prima delle attività cate– goriche alle altre, per mezzo della nota dia– le1tica: tesi, antitesi, sintesi. 11 Croc~ \'ede appunto in essa l'errore fondamentale del < non essere », oppure quelli del « bene > e e male », elevandoli dallo stato di isola– mento e di astrazione all'unità concreta dei conceui sintetici del e divenire > oppure dell' « alli\'it/1 etica •, e come abbia conti– nuato male coll'applicare la stessa dialettica ai concetti subordinati del « bello e \'ero •, di « natura e spirito • ecc. Il vero rap– porto di questi ultimi gruppi di concetti, dice il Croce, è rapporto di subordinazione, non potendosi pensare i conceÌti superiori (« vero •, « spirito ») senza quelli inferiori (« bello », «natura»), ma bensì quelli in– feriori s~nza quelli superiori. Da questa teo· ria appunto proviene il carattere architetto– nico, statico, adinamico e scolastico del si- stem:1. Considerato attra\'erso questa logica, lo spi– rito non è più viva evoluzione ma un mec– canismo il cui moto, eternamente circolare, equivale ali' immobilità, Soggetto e oggetto, funzione e attività, consi;io e inconscio, ft11to coincide. Identificando l'attività dello spilÌto con la realtà, il Croce ha tagliato le ali ad ogni attivita. Se vi è un'ordine assolutamente giusto nelle attività spirituali, se quest'ordine gerarchico è proprio quello stabilito dal Cro– ce, se insomma lo spirito ha un sistema; a che prò la sua evoluzione, e se ha una evoluzione perchè dovrebbe aver un si– stema? A tali e simili dubbii e domande il Croce potrà sempre sottrarsi ; perchè se gli colpite il sistema egli si ritirerà nella storia (evolu– zione) e da quesla ripasserà, caso mai, a quello. Finchè si rimane dentro questo mondo d'idee è impossibile confutarlo, giacchi) è un mondo a doppio senso; è una filosofia che sta piantata, vera testa di Giano, sul limitare fra natura e spirito. La natura vi apparisce assorbita nella storia dell'evoluzione dello spirito e lo spirito naturalizzato nel sistema logico. Per ,·edere anche più chiara questa dop· piezza, diamo uno sguardo alla logica stessa. A capo di essa sta il « conceuo puro» che è la coscienza che lo spirito ha di sè, pen– sanJo le proprie categorie, ossia attività pro• duttrici di valori. Gli altri concetti, concetti empirici, tipici, naturalistici, conceui di leggi o relazioni, concetti matematici son tutti co– struzioni praliche o economiche, istrumenti di conoscenza, non già conoscenza, imita– ztoni, falsificazioni del concetto puro: pst11- doconcc/li. I soli concetti puri son univers~li e concreti insieme. Gli pseudoconcetti non sono nè l'uno ni: l'altro; sono astrazioni del concreto e specificazioni dell'universale. In quanto imitazioni del concetto puro pre– suppongono il concet10 universale; in quanto schematismo delle cose concrete ed indivi– duali presuppongono l'intuizione estetica; ,1uindi presuppongono anche la conoscenza storica, la quale, secondo il Croce, non è altro che conoscenza del concreto nell'11ni– ,·ersal1:. Cosi gli pseudoconcetti sono I' in– die<: del libro slorico della veritit e servono solamente all'orientazione. BiblotecaGino Bianco scenza, ma all'attività pratica, e, cioè, alla conoscenza solamente in quanto involve anche essa un fare pratico. Ora, secondo il Croce, il fare pratico è implicito nella conoscenza in due modi : 1 ° come attuazione della conoscenza, cioè come 1.. 1 0/er conoscere ; 2° come contenuto o oggetto della conoscenza, cioè come .-·ve– nimento continuo, ossia storia. Nel caso pri– mo la volontà si sottomette alla conoscenza, la porta, la spinge, non la guida ; quindi quel carattere secondario, subordinato 1 tec– nico degli pseudoconcelli. Nel caso secondo, la volontà, diventata oggetto di conoscenza, cessa di essere attiva e si fa passi\'a; non è più un fare, di\'enta un avvenire, un succedere. La volontà è conoscibile solo in <jUanto av– venimento non più azione, fatto e non µiù fattore, risultato e non pii1 impulso, essere e non più divenire; insomma in quanto raf– freddatasi e irrigidita a pura oggettività. ~ l:1 il ~oncetto ptrro t l.t pur et intuh.ione hanno appunto il vantaggio di conoscere la realtà tulla \'iva, 1u1ta calda, altirn e palpi– tanle e niente affatto irrigidita. Quindi il dilemma : o il concetto puro e I' intuizione pura non hanno potere per afferrare la realtà, di modo che la conoscenza pura non è pos– sibile; oppure la realtà viene afferrata in• istato passivo schematizzato e naturalizzato per mezzo degli pseudoconcetti. Ed ora il pseudoconcetto non è pii, 1111 istrumento su– bordinato e secondario della conoscenza, anzi è esso solo la conoscenza vera, non più pseu– doconcetto ma pura, schietta e unica teoria e scienza. Ed ora il parassita posticcio che si nutre del miglior sangue altrui, non è più il pseudoconcetto, è il concetto puro! Si avverte senz'altro che in questo sistema non vi i: posto nè per una storia della reli– gione o del sentimento nè per una scienza della natura che sia diversa e distinta dalla storia della na1ura. 11 Croce toglie di mezzo il concetto di religione risolvendolo nei con– celti di arte e di scienza; riduce iI concello della natura a quello dell'attività pratica; nega al sentimento il carattere di allività e viene ad eliminarlo dagli actus, ossia funzioni dello spirito, ammettendolo solo come una passivi1à accompagna1rice delle attività, ombra di esse e \'ana senza esse. Ecco come-i~c;.1rntteridel istema: realismo, idealismo, attivismo e razionalismo, risaltano çhiari e limpidi da questa negazione del sen· timento che è negazione della passivita pura e che porta ad identificare le funzioni dello spirito con le sue attività. La funzione estetica ossia l' « intuizione »– è per sè stessa attività estetica ossia espres– sione >. Abbiamo qui un'altra coppia di con– cetti legati insieme a mo' d, ac/11s e pototlia, Il caso che voi possediate I' inluizione di una cosa senza trovarne l'espressione è, secondo il Croce, illusorio. Il grado di chiarezza e sicurezza della vostra intuizione è :1ppun10 quello che raggiungete coli' esprimerla. \'oi, uomo morale, non agile nè meglio nè peggio di ,1uanto a\'ete in animo. Cosl nette e pure come la \'Ostracoscienza sono le vostre azioni, cosi prudenti come la rnstra intelligenza sono le vostre misure, e via dicendo. Insomma, tutto quanto in soggelli vità voi siete e avete coincide a pennellò con tutto quanto in og– gett:vi1h effettuale. È la teoria hegeliana del- 1' immanenza dell'ideale nella realtà ristabi– lita con inesorabile rigore. Considerala da que– sto lato la filosofia di Croce continua quella di Hegel e presenta con estrema chiarezza tutte le conclusioni derivate dal pensiero della totale e assoluta immanenza. Ecco come il concetto puro pericola, mi– nacciato da due lati : dal l'agnosticismo e dal- 1' intellettualismo. Ed ecco, se non sbaglio, l'origine storica e psicologica della doppiezza del sistema. Il geniale autore, odiando con ugual passione l'agnosticismo e I' intellettua– lismo, volle combattere ambedue queste cor– renti dominanti della filosofia odierna e contro ambedue si mise in difesa e schierò le sue idee con due fronti in faccia "i due neinici. Il concetto puro è il punto avaniato ed espo– sto ove le due linee formando un angolo si incontrano. Guardato da un lato questo punto, cioè ti concello puro, pare ed è una astra• zione che si appropria il succo vitale del pseudoconcetto e ne rigetta le bucce; dall'al– tro lato il concetto puro non si presenta più come aptrnzione nè pseudoconcetto nè con– cetto in genere, ma come un ideale lontano lontano, non mai raggiunto e tutt' altro che immanente e si muta in un trascendente mi– stero. Questo doppio carattere si spande sopra I' intero sistema. Esso è una l-Velta11sc/1au1111g bella e viva, una fede, una religione, figlia della più calda sete di verità, concepita nel– l'anima grande dell'uomo geniale; - ed è uno schema asiratto, una costruzione natura– listica che serve, come gli pseudoconcetti, alla sola orientazione. Pare che lo stesso Croce, giunto al termine del suo gigantesco lavoro; abbia sentito anch'egli questo fatto, L'ultima frase dell'ultimo volume suona cosl: ... ~ io mello termine al mio lavoro, porgendolo ai ben disposti come slr11mc11/o di lavoro». Co11rnnquesia - tanto come astrazione e costruzione, quanto come fede e religione, il sistema ha la sita grandissima importanza. Esso ci aiuta e ci edilica, \'ero, che il va– lore di eJificazione è assai inferiore al valore logico. Egli è che il temperamento del Croce non è edilìcatirn, non è mistico; vi è qualche cosa di borghese, prosaico, indus1rioso. La re– ligione del Croce, il rnngelo della pura atti• vità come scopo a sè stessa, non reca grandi conforti; è una religione eroica, ma senza le passioni e senza le tragedie degli eroi. D'altra parte sappiamo tutti che il successo delle nostre azioni non corrisponde giammai all'intenzione di esse, non può corrispondervi, poichè appunto dalle discrepanze provengono le spinte ad ulteriori azioni. Dato che il successo pieno e perfetto non si è visto mai in questo mondo, non è pensabile neppure la giustena assoluta, nè la perfetta armonia Jelle altivitit dello spirito, nè, per conseguenza il e sistema » dello spirito. Ecco il pnnto ove il serpente si morde la coda. Vi è, se non sbaglio, in fondo ali' in– tera tilosofìa crociana un doppio senso piì1 o meno velato. J I giusto ( 1), che pel Croce è un 111 Faccio oss\:n·are che nell'originale tedesco al termine « giu~to » corri:;ponde « richtig >> 11011 « gcrccht ». D'altronde la « riclu1.ion1..· della filo– sofia del clirilto alla tilosofia dc::11' economia » praticata dal Croce :-.i nmove anch'essa se non sbaglio ~nl doppio senso qui sopra accennato.

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