La Voce - anno II - n. 31 - 14 luglio 1910

..... (OT6·c,T·Hl ap-eos) 8J0!.:J U! !UU8A0!S ·s ~'l10TOn r osrernulOJ.J· ti A V .g! '1JJS•J UI UOJ a111..a.uoaOl110J (uzuasoo) · ·6 s ·v .:J:)0.1. \"I Esce ogni giovedì in Firenze, via dei Robbia, 42 .;I, Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .;I, Abbonamento per il Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino: L. 5,00. Un numero ceni. JO. Anno II .:J. N.• 31 .;.• 14 Luglio !9!0. SO~I ~I.\ R I<): 1_1gloliHlsmoJdcli'Estrema. LA : 1 oc1~ - I miei florenlini, \"I, C1t"SEl'PE f'Rr•.1.1..01.1,1 Il superamento. Bi.:,..:1-n1 T ro CRot:1 - \\oussorgsky e Ccbussy, G1 \'\','OTTO B.\!-.Tl,\NELl.1 - Noia per un libro di versi, ARDENGO SOFFICI - Cosoo,::a elelloralt• l'U., F. :\G~Ol~ETTI - l.. ,a corru:iom: massOJllf·a, DINO PRO\'F'-1.,\I. - / panni spordli .ri /111·a110 in rasa .. ,·,w,·i sintomi di ru/lu.-a, )I. GRAlllfSSl. li giolittismo dell'Estrema. Dal Corriere di Catan~1 tfe/26gi11g110 91o, riprod11rin.mo , smz.n co111111euti, le seg11e11ti pn– ro/e del/'011.GiuseppeDe Felire Giuffritfn, il q1111/e pur bn nella s11nvita di IIJiilnton• e /ot– tntorepngi11emirnbi/i di disi11teresse di 110- bi/111. Se cosi srrh,0110 i migliori, che cosndi– rn11110 e soprnt11/lo rb<'cosa fnm11110...quegli nitri? ... • 1:· Gioii/li? Cberosafnrii /'011.Gioii/li,in questo lnvoro di decomposiz.io11e tfd pnese e della Cn111ern? L'o11.Gioii/li - lo nvete i•istoieri e l'altro iai, n A1011tecitorio, e lo vedretedomn11i e do– podo111n11i e 11111' i giorni, si110 n/1'npprovn:;_ionr 1frllalegge Crednro - /'011. Ciolilli, diro, stn11do f11oridel Governo,vedele cosero11mng– giore obbiellivitl,di giudizio, esn111i11a ro11mag– gion• lilwrt,i di cosrie11z.n ,, seg11e co11 mnggior si111pntia d' i11tmlo q11esto libero svolgiml'lllo dd pc11siero dm,orrntico,Jiwri e de11tro la Ca– mera. l:.'i[li11fnlli sorveglin i s11oin111iri pi,i i11- rrrti, li ro11vi11re d /In11ecessiti, dd mJVimento democrntiro, ,,, i11tn11to, ro11vi11re s stessocbe bisog11n seg11ire la rolla impostndnl vmto cbe spirn ormai da/In Mo11tng11n ,, rnpisre gii, l'opport1111itl, di mel/erenl pi,i presto In Cn– mern i11 nn11011in co11 J,,nspirnzio11i del pnese. Del resto è onesto confessarlo : di,·ersi anni fo l'on. Giolitti mi manifestava pcrso- 11:1\mcnte il deciso proposito di voler di– ,·cntare il capo del partito radicale italiano di go,·erno. J\1 a Of[gico111111el/erehbe 1111grave errore se pwsnsse di lornnres11bi10 nl govemo. Troppi errori commiseegli, q11n11do ebbeIn S"l!Wlllrn di governarel'Jtnlia appoggiatodn 1111111nggiorn11zn troppoforte, 1111110 forte dn per111ellergli /111/0, nuche In violen:;_a chelo di– srreditJpolilicn111wte, n.11cbc I' i11gi11stiz.in rbe gli {e.ceperdere/1111/i nmiri, n11cbela rorm– ::;io11e rhe lo rovi11Jmorn/111e11/e. .:ldesso11011 r n11corn rrivato il s110 Jempo. Adesso egli hn cnpi10chebisog11ni11tnre que– sto movimmto d1•111orrntiro, lrnsfon11nrsi, fnr dime11ticnre i propri ,·rrori, riro11q11istnre o11 le opue le perd11te si111pntie, vi11cere le preor– rnpn,io11i delpnssato. E solln11to q11n11do si sarit lnvnto dellecolp,•,11011 sempreproprie,111a sem– pre del suo govemo, nllorn peusnre nl suo ri– tomo, 11011 nl govemo di ieri, 11011 nl governo dellecorruzio11i e de/J,,prepotmz.e politicbe,ma nl governo,111111 voltn dn /11i sog11ato, de/In Democrn::;ia rndicnle. Percio drve nfnre 1111111 In s11n jig11rnpo– liticn, ricostit11ire il suo rnrnllere,ripresentnrsi Il 1/IIOVO. Se l'opera sua i: sincera, come credo, la costituzione di una maggioranza democra– tica, alla Camera, se non I: un f.itto com– piuto, 1111sembra d:1,·vero in via di com– piersi. » • Dal pri11cipnle pnssinmo all'ni11tn11/e i11 pri- ma, ciac n dire n/1'immortnle Teobnldo Cn– lissnno. Ecco cbe cosa scrivevn di l11i il dep11tnlo socialistae si11dacalista per gi1111tn, 011.Guido Mnrn11go11i, i, 111111 corrispo11dwz.n al gior- 1111/e La Patria degli Italiani di 1311wos Ayres, data dn Mila11015 /11glio1909 i' riprodolln da/In Bandiera, giomnle di Alba, 11 s1'1/e111- bre 1909. « Co11oscet1• /'011.Cnlissa110? t 11110 dei de– p11ta1i pi,i a11/orl!'voli de/In 111nggiorn11zn gio– /i11ia11n ; 11011 alleude rhe 111111 rrisi... 11011 vi- 11iroln pe, 11rriv11re II q11,·Ipo,In foglio 1111111- st,.,-ial,· rhe gli rompete di pir110dinllo per meriti d' i11geg110 e di nllit•it,ii•il1rn11te ,,,1 i11e– sn11s/11. Sorre/lorin 11110 spiri/~fallivo, da 1111 i11tellrtto n![ilee proteiform,•, tfa 111111 volo,,t,i di nrrivart·ferma .cJ~1UJ., da 11,u1 H , 1 1.Jic , a111biz..io11i 0 erte rispellnbilirbe 11111/a bn,1110 rin vedererolln vn11itn fnt11a,•degoistndegl'im– potcuti, il Cnlissa110, p11rri111n11wdo 11110 degli nvvornti pi,i laboriosie 110/evoli del Piemo11te, co11q11ist,I i11poco le111po 111111 ddle pùi nltepo– siz.io11i pnr/111111'11/ari. Fedele al s,", Ciolilli, 11011 si i111brn11ca nel greggedori/e e tnri/111110 dei 111i11isteriali/111/i i costi. Receutemenle insorsenlla Cnmernro11tro 1111 progellodi legge del mi11istro 13er10/i11i, offensivo ngli i11t,,,-essi ferrovinri di Alba, ro111111 discorso cosi iro- 11icnmwle Jlnge/111/ore e i111p1•/11osnme11/e nggres– sivo, rin ris11sritare 11imfriocrhile trndiz..io11i, rosi ali<' ,, lrc>ppo spmt> ... abbassaleni I/Miri Jiorni, ddln rlnssirn oratt>ria pie111011t,se fnlla ,f; pr"),mdadial,llirne di mloroso liris111<► ('!!). 1 1 senlÌ.!O pi·r In prima rnlta ,, mni a;ord s I dta/11ta11tn,·loqurnz.n ,. ta11/nj,,r::;_n i11 1',- 1 1 ;(}1.. ':vwlo e: .;vn :dcuu, pur ùllltJS, 01di1 1/ suo trio11fo forense del promso Aln11 i. i,, T,•o/,a/doCnlism110 l'wergia si nssocin nlla bo11tn, la rortrsinsi ro111,•111p<'m ad u11n Ji,•. rez.,n che stupim·dntol'nspello111ilr ,, bo11nrit>, In jigurn /ra11q11illn, scrmn... » .\"Jtn cnrnl/cristirn.Q11a11do /'011orei•,,/,· so– cinlisln si11d11calista rrivrvn q111•s/11 f!OJ!apo– login del/'011.Cnlissa110, /'011. Cnlissa110 ern 11ellnGiu11/nddle efr::;io,,in·lnt.,red,•llnd,•. :;:io11e ro11testnln del sori11/ista si11dncalistn 11d rollegiqdi Comnccbio ! La Voce. I MIEI. FIORENTINI \'Il. Espressione della generale povertà di spi– rito, ciel cattivo gusto tradizionale d'accadé– mia e di botteg~, della mancanza di cara11ere e di passione politica fervida e generosa, sono tutti i giornali quotidiani di Firenze, nessuno escluso, con variazioni di grado e di quantità ma non di qualità, per i quali l'ag• g~ttivo di povero va inteso nel senso più. vasto possibile sia di mentalità e di abilità che di informazione e di diffusione. Essi non sono nemmeno il riAesso di quella qualità (o difetto che sia) propria del popolo fiorentino, che è il veder chiaro, il non lasciarsi met• tere in mezzo, il diffidare degli entusiasmi, lo star lontano dalle baie e dalle parolone. Non la concretezza, meschina sia pure, ma concreta del popolino essi rispecchiano, ma qualche cosa di confuso, di vago, di mezzo gonfio, di e bazzotto » : non ancora entusia– smo ma già retorica, non ancora traflìco ma già botteghina. Voglio pur concedere !e alte– nuanti, prima di tutte la posizione, zona di confine tra I' inAuenza di Milano e quella di Roma, per la quale alle sei della mattina riceve i giornali della capitale burocratica (il Giomale ti' Italia letto dalle persone più colte smercerà certo mille copie) e al tocco e un quarto, della capitale morale {il Corriere della Sera con la Ganetta dello Sport portano le informazioni di politica e di vita attiva). Tolte le informazioni intellettuali, sportive, politiche, ai giornali di Firenze non restan che gli affari regionali e il pettegolezzo locale. Ma l'esempio di Bologna dovrebbe fare ar– rossire, di Bologna che ha saputo creare due organi caratteristici, leggibili, diffusi. Se non che anche qui si può osservare che la To– scana legge meno dell' Emilia, che la zona nord-est è già invasa {Massa-Viareggio-Li– vorno) dai giornali di Genova, e che Firenze non esercita sul resto della regione quel- 1' influenza assorbente di altre grandi città, come Torino, perchè intorno a Firenze ci so• no centri tradizionalmente autonomi (Lucca, Siena, Pisa, Livorno, non sono paragon•bili in ciò ad Alessandria, a Cuneo, a Vercelli ; Novara non conta, perchè il vero Piemonte finisce • Vercelli). Tutto ciò è vero e scusa parecchio, ma anche in queste condizioni l'inaudita miseria dei giornali di Firenze è veramente urtante. li più decente, il più pulito, il più sano giornale di Firenze è senza dubbio la Na– \t'o11e. lo non sono un conservatore, ma la ventà è la verità e tanto peggio per i demo– cratici se non han saputo crearsi un organo possibile. :r-.Ia la Na(ionc è anche il più vec– chio giornale di Firenze e del vecchio fio– rentino descritto da Stendhal ha molti carat– teri ancora, sebbene gli abbian messo giubba nuova a sei pagine e un direttore preso dal giornalismo moderno che viaggia troppo spes– so per poter parere un vero direttore. Gravi delitti sulla coscienza non li ha, se non quello di tacere tutto ciò che non gli garba, tutto ciò che non piacerebbe alla clientela di fa. miglie borghesi e di vecchi parroci che la leggono. Credo che lo scopo principale di chi regge quel giornale sia proprio quello di non dire certe cose, non già ai combatterle. Per molti anni si preferl non parlare, per esempio, del socialismo; ogni tentativo di combatterlo sul serio, di organizzare la bor– ghesia, di eccitarla a resistere sarebbe stato mal visto. Si amava troppo la tranquillità e il quieto vivere. Si parlava idilliacamente della « concordia tra le classi ». La forca godeva di certe simpatie sotterranee, ma di forca non bisognava far cenno. li pensiero della forca era ricoperto da quello dello Statuto e da quel– lo del Re. Se si fosse trovato qualcheduno con le stesse idee del partito della Na{io11c, ma che avesse avuto il coraggio di dirle giù in forma netta e precisa, senza luoghi comuni, senza le fronde della garbateaa e <lell' ipocrisia to– scanina, son sicuro che la Nar_io11t le avrebbe dichiarate « esagerate • e le avrebbe odiate più di quelle dei nemici espresse con quello stesso stile figlio di nessuno che piace ai bor– ghesi e non li obbliga a riAett..re. Sotto la spinta della concorrenza questo giornale si è rinnovato esteriormente, ma nello spirito è rimasto troppo simile a quel che era prima. Abituato per tan,i anni ad essere l'organo ufficioso del partito, anzi della « consorteria » al potere, si è trovato impacciato quando s'è do\'uto opporre alla nuova consorteria popo– laresca. Non era nato per far l'opposizione. Chi è al potere cerca di ,acere 1utto ciò che disturba, di non rispondere alle critiche più pungenti ; chi è all'opposizione dovrebbe in– vece svelare, chiarire, scuotere e investigare i agire, in somma, da pungiglione. La Na,io11c ci è riescita cosi cosl. Non è un giornale che urti, anzi potete dire che qua e là va bene; soltanto non vi attira, non vi scuote : vi lascia indilferenti. Il partito che ora ha vinto nelle elezioni comunali (cosi detto «monarchico> - e non BibloteèaGino Bianco è che e borghese >) non è il partito della Na,io11e. Esso ha Yinto perchè non ha por– tato come candidati le vecchie nullità del– l'antica < consorteria> ed ha, con sincerit:ì che vorremmo ,·edere.,.nei socialisti, servi de– gli ambizio,;i borghesi della ,1,ass<>neria, dis· degn1to l'alleanza con i clericali. Oggi questo partito, se vuol rappresentare qualche cosa, do,•rà avere un giornale proprio. che rappresenti la genie nuova. Ma crearlo non è possibile ; tro,•arlo pronto, non è fa. cile. Non resterebbe, difa11i, che il Fieramosca o il N11oi•oGiornale. Il Fieramosca è l'ultimo giornale di Firenze. Per scriverci occorre una dose non indiffe– rente di abnegazione, o una personalità che non tema contatti. Noto come giornale da portieri e da serve, ha avuto il torto, quando si è voluto rinnovare (anche lui per la con– correnza), di non avere spinto fìno al fondo questo suo carattere e d'essersi voluto dare delle arie che non era affa1to opportuno as– sumesse. Invece di sacrificare un.1 colonna alla politica estera o due alle belle arti (che, se fatte male, fanno del male e, se falte bene, sfuggono), avrebbe dovuto diventare veramente • giornale del popolo •, racco1itando per tilo e per segno, meglio di tutti gli altri giornali, l'« orribile tragedia» di via Nuova, il fatto ma• cabro di Porta a San Frediano,il suicidio del Tal dei Tali, il furto cli Pinco, raccogliendo poi con fedeltà la descrizione con ampio catalogo di nomi e cognomi, di tutti i balli, di tutti i pranzi, di tutti gli sposalizi, di tutte le risse, di tutte le dimostrazioni, senza colore poli– tico. se non quel vago monarchismo che può andar a braccetto col socialismo e quel li– bero pensiero che va d'accordo col clerica- 1 ismo. Di questi giornali a Vienna ce ne sono vari e più diffusi di quegli altri che noi cono– sciamo, nè mancano e:iempi in Italia, cosic– chè il Fieramosca avrebbe avuto il suo posto onorevole accanto al Gnnc/11110 di Venezia o al Messaggero (di tempo fa) di Roma, gior– nali che non danno troppi grattacapi al pre– fetto o al ministero, ma che contano abbo– nati numerosi felici sani di fegato, ed hanno, nei giorni di festa, di scandali, di processi, un educativo aumento d1 vendita spicciola. L'avremmo veduto in mano al frequenta- 1ore di Corte d'Assise il giorno dopo I' ar– ringa dell'onorevole Rosadi o dell'onorevole Pescetti; al giovanollo della Croce Verde o della Croce p'Oro, la sera, dopo qualche pub– blico soccorso di ubriachi accoltellati ; al fre– quentatore del Circolo Divertimen1i Fami– gliari per vedere notata lr. ves1e griperla della fidanzata;al cano1tiere d 1 Arno per riaccertarsi del premio o consolarsi della sconfitta, sem– pre glorioss in bocca dell'abil~ cronista ; e, sicuri di trovarci una quantità di utili, talora, informazioni, anche noi, genie di cervello piì.t fine, l'avremmo comprato, ogni volta che, per esempio, assai ci preme!-se evitar le sagre o le nere domenicali dei dintorni, per trovare un quieto posto per scampagnata amichevole. Invece il Fùramoscn non è nè carne nè pesce, non abbaslanza popolare per esser gustato dal pettegolume dei rioni e delle contrade, assai meno che abbas1anza intelligente per esser letto con qualsiasi profitto da una persona colta. Un po' più lungo discorso moriterebbe il N1101•0Giomalc. A I titolo risponde l'e1à, ri– spondono i sistemi. Ha vita da poco, ma, in compenso, agitala. Si sono visti direttori ,·e· nire e andare come servitori in una ca~a di padroni isterici. Le redazioni si sono seguite, dimesse, rimesse, disperse, riassun1e. I diret-

RkJQdWJsaXNoZXIy