La Voce - anno II - n. 23 - 19 maggio 1910

LA YOCE coltura dei maestri e la lettura degli alunni, la crcaiione di classi speciali di ripetenti, di corsi tem1>oranei da aprile a luglio per ragazzi che non seguirono del tutlo l'insegnamento dei mae• stri, il progetto di creare classi speciali per fan– ciulli deficeuti. Nella stessa guisa egli cura le passeggiate scolastiche, le quali hanno di mira sopratutto l'educazione 1>atriottica con visite a musei, a monumenti cittadini ecc., l'educazione estetica con visite a g.llleric, esposizioni, pinaco– ceche, l'educazione pratica con visite ad opifici. cantieri, completando così (p1ell' insegnamento per via dei sensi (J\nschauungsunterricht) che è l'anima della coltura elementare tedesca. Le scuole, fra maschili, femminili e succursali sono 21. Crescendo di anno in anno la popola• ziooe scolastica, i locali non sono sempre suffi. ç.ienti; dapprima erano adibiti antichi palazzi veneziani, ora si sono co:,truiti edifizi scolastici ~pedali, che per disposizione, areazione, capiezza, ambientazione, è quello di meglio che si possa desiderare per le tenere piante che devono es• ~t:rvi accolte. Recentemente fu riformato l'ordi• namento amministrativo, e, oltre a nuovi impie– gati, per una accurata statistica, furono creati 8 posti per medici specialisti che visitano le scuole prevenendo le forme infettive e curando anche singolarmente gli alunni p<:r le malattie favorite dall'ambiente :,cola:,tico. Sussidiate con forti somme dal Comune sono le istituzioni au– tonome della Colonia Alpùm c. del!' Ospi::io ma– rino, per cui 400 ragazzi circ,'\ delle scuole, scelti fra i gracili e i poverissimi, godono o l'uno o l'altro benelizio. Ad ogni scuola presiede un dirigente senza insegnamento, e a tutte il diret– tore: generale, il quale dà norme didattiche t: disciplinari, visita le scuole, fis:,a le destinazioni, e presenta ogni duo anni un'ampia relazione a i,tampa, ricca di dati sull'andamento delle scuolt, al siu<laco\ della ciuà. ~1in imo è il numero di ragazzi (nel '79 erano 7000 nella provincia di Ve– nezia) che si sottrae ali' obbligo di legge, ,•igi– lando a tal uopo attentamente il comune. 11 corpo insegnante t! composto di circa 450 persone di cui 4/5 donne; gli uomini da uno stipendio di 1500 lire giungono ad uno di 3000 per aumenti quinquennali di lire 250, le donne da qoo salgono a 2800. Tutti gl' insegnanti sono riuniti in due asso• ciazioni: l'una ha la maggioranza dei maestri cittadini cd~ la sezione della Nir:colò Tommaseo, l'altra è sez:ione dcli' Unione magistrale. Le dut: ~lssociazioni pubblicano un Uollettino bimensile: un giornale didattico veniva stampato fin daJ '70 cd ebbe a collaboratori il Tommaseo e il Palla– ,,.icino, e fu il primo esempio cli giornale didat– tico in Italia. Fu ripre::.o cinque anni fa col nome di 1\ uwo /slilulore diretto da due maestri ve– neziani sotto forma di rivista didattica, ma che .!<lebbe fortuna di adesioni morah ebbe scarsa fortuna economica. Pei libri di testo, due anni fa, gl' insegnanti, rinunciando al diritto di scelta, che accorda,·a la legge, nominarono una commissione che propose testi identici per tutte le scuole, ma l' esperi– mento non ebbe fortuna e alla scadenza dt:I trien– ni<' 11011 sarà ritentato. Il corpo insegnante nella maggioranza è al• l'altezza del suo ufficio; nel campo didattico vi .:.ono due tendenze: l'una dei mat:stri anziani ~he ripongono il segn::to dell'arte in una certa • tiual coltura letteraria, nella pratica e nell'amore, l'altra dei giovani che reputano invt:ce necessa• ria la coltura scientifica e si danno a studi spe– c.:ialidi antropologia, di pedagogia ecc. e le com– missioni per le nomine d' insegnamento, a se• conda dei componenti, danno la prevalenza al– l'uno o all'altro criterio. Guaio da eliminarsi è che i maestri ricercano aflanuosamente i titoli, .(.·10 che porta un danno, an~itutlo 1>erchè le file d1 carte agglomerate e bollate con cura e spesso con fatica non fanno fede di una coltura soda ~pecializzata, c. perchè taluni, per badare ai p10,>ri :,tudi tra:,curano la scuola. Le Scuole 1erall. Il Comune mantiene scuole serali e festive dl\ist in tre sezioni: I. analfabeti, Il. corrispon– dente al ve,;chio diploma di prosciogliente, II I. di compimento e preparaziouc a scuole speciali di di:,cKnO e indu'>triali, che :;0110 pure a carico dtl Comune e che danno buonissimi ri:;ultati, (jua<:,ia conferma dell'antica tradizione nel po– po!o veneziano chi.:-chiedcrn maestri italiani per imp;iran:: il disegno e tagliar sagome esatte. Or.1 fu creato un corso supt:riorc di disegno ~pplicato ali' industria 1>las1ica per favorire lo !t,iluppo dell'arte industriale, il quale dopo 4 <inni rilascia anche un diploma profossionalc. 11 Comune mantiene: ino!Lre grntuitamente scuole -di lingue per agen1i di Commercio, e una scuola per capomastri, muratori e meccanici. l:n'altrn 'Cuoia riuscitissima è quella professionale J"K'r giovinette cou sezione commerciale, casalinga e indinni per sarte, modiste, 11urses, ccc. Scuole private. Fioriscono a Venezia e si as.c.icuràno 114 della popolalione scolastica. Sono <1uasi tutte confes– sion:-tli. in grande maggioranza in mano ai cat– tolici e alle congregazioni religiose; una è pro– te:.tante, una ebraica, una greca ortodossa. An• che l'insegnamento secondario è curato dalle scuole libere e l'istituto dei padri Cavagnis ha una scuola tecnica ed un frequentntissimo Gin• nasio, ove è eleua la coltura latina, e vi si im– partisce l'istruzione liceale. Scuole private sono messe a dis1>osizione dei giovani dai due soli col• legi mn:.chili Rava e Angeloni, il primo dei quali se usasse meno di reclame darebbe maggiore affidamento di una seria e valevole istruzione. Per le giovinette, collegio unico e 1>ureconfessio– nale è quello Caldana, che hn un ginnasio fcm• minile; un altro tentativo di ginnasio femminile è annunziato per quest'anno. In tutti questi isti– tuti vi è la solita istruzione pedantesca, obbli• gata, quadrata direi quasi, impartita a dosi, che non libra mai le giovani menti fuor degli an• gusti spazi regolamentari e programmisti . Buona pro,•a di sè dà il Seminario vesco\1ile, ove una seria coltura religiosa impartita ;li gio• v.ini preti, prepara un clero della cui dirittura morale non è da dubitare. Una punta cli mo– dernismo era entrata due o tre mmi fa nell'animo di qualcuno, ma una oculata vigilanzn superiore e una certa passività d'aml.)ieute lo fecero pre– sto intisichire. Scuole superiori lemmlalll e acuole aormall. Alla coltura delle giovinette di famiglia ab– biente, nobili e agiate, provvede ancora il Co• mune con l'Istituto superiore A. G. Giustiniani dove è amata sopratutto l'educazione letteraria– artistica, con insegnamento cli lingue e lettera– ture straniere, musica, ecc. Tale scuola però è un po' in ribasso, perchè le giovani della bor– ghesia preferiscono adire o alle scuole tecniche, dove per la grande affluenza si dovettero creare anche per sole fanciulle, o alla scuola normale che rigurgita addiriuura di allieve: quest'anno sono oltre 500 e un'ottantina furono rimandate per mancanza di locali. Un errore grave delle scuole normnli femminili è di affidare l' istru• zionc - specie nei primi tre anni delle com– plementari - a insegnanti troppo immaturi nel loro ministero, i quali impost.ino male il sen– timento e la coltura letteraria delle giovani, con una fiorcttatura ronmntico-positivista che sciupa le discenti. Chiudo queste mie notizie coll'augurare che sorga presto a Venezia una scuola normale per maestri, la cui assenza fu deplorata sin dal1 1 'SS, e che in questi\ ciufl, stante l'organizzazione perfetta delle scuole elementari, non potrà dare, per i vincoli strettissimi che saldano le normali allt:. inferiori, che buonissimi frutti. MARIO (°;IRAIWON. Intorno al problema dell'emigrazione. Fra i più complessi fenomeni economici e de– mografici che presenti la storia moderna sono certo quelli riguardanti l'emigrazione che lo Sla– t:'l.peraccenna in nota ad un mio articolo sulla Cala– bria (/"ore n. 14) e che credo 01>J>Ortuno discutere qui, anche pt:rchè è bene che, dal campo troppo tecnico delle ri,·iste scientifiche, la questione sia portata alla conoscen1.a del pubblico cui si la• sciano trop1>0 s1>esso ignorare i gravi problemi della nostra ,,ita nazionale. I. Dice lo Slataper: « l'emigrazione ha impedito .i molta gente di morir di fome » ma, in cambio, ha im1>osto la miseria ai rimasti, proprietari ed agricoltori, determinando \'iolente crisi che col• pi,;cono intere regioni e l'abbandono della terra. « 1 ... , J>ercentuale dei comuni dove t>sso si ve• rificò è espost.i nell'S6 per la pro\·incia di Ca– tan1.aro, nell'S.i e nel '72 per quelle di Cosenza e di Reggio e nel '90 per la Bn'ìilicata. Osser– vnzioni cli Comizi agrari, di scuole pratiche di agricoltura arrivano pt:rfino alla conclusione com• plC!SSh-ndi una proporzio11c cli un terzo ri~petto al totale delle terre coltivabili » (1). L'emigrazione è divenuta bi,;0~110, stimolo, sugge:;tione irresistibile. In Calabrin prese le pro• p0rzioni cli una fuga colletti,·a « per (1uel senti• mento di solidarietà che fu cosi potente a SJ>O· polare l' lrlnnda l'emigrazione fa,·ori l'emigra– zione : la fuga crebbe a dbmi'iura: i 15,000 fug– giti nel 18<)8 salirono a 23,000 nel 1900 a 33,000 nel 1903 a 62,000 nel 1905 • (2). (IJ Ul'VICIO U&L t..AVO«O. ,1/altdah pu lo 1t11dio dt:11, ,o,,. di;io,,, ,tà lnr>(l•11lo.-,/dia lt:,,a drl Mt:::fl1io,110 Roin•, 1910. (1 Oe r."01111I .l!!NHh SNII' wu1•11IIOHt d,lfa l'11J.J6.-ia. e N.•fv1n1a !).,c;1;,,lc •• tg,>7. Bibloteca Gino Bianco Nè può dirsi die manchi il la,·oro o un lauto compenso, chè nnzi i salarii sono in co111imro aumento: «: l'aumento dei salari i è un fatto indi• scutibile nell' e,:onomia dell' es:reme provincie Meridionali. Esso è precisato dall'inchiesta del• l' t:flìcio del L;woro in ragioni che eccedono il 100 ¾ del salario qual'era nel 1901 e per alcuni circondari p. e. Gerace e Catanzaro vanno oltre il 200 00 / 00 • Studi particolari cit:ni dall' L'flicio come son quelli dello Scalise e dell'Arcà lo con• fermano e le fonti a cui i dati sono attinti 11011 provengono soltanto da classi interessate nd esa• gernre la portata dei fatti ma da organi di ser– vizio agricoli, quali cattedre ambulanti e scuole di agricoltura » (1). 11 fenomeno di emigrazione è dunque gravis• simo e non può essere considerato come un bene se si pensi che e la Sicilia nel 1 905 ha veduto parlire qtrnsi 100,000 dei suoi abitanti, e che la Calabria, la Cam1>ania e gli Abruzzi diedno d.i soli metà dell'intero numero degli emigranti transoceanici 1J (2). Per cui liii osser– vatore delle nostre cose finiva un suo studio sulla Calabria con queste accorate parole: e se le cose andranno di questo passo forse, ~ qual– che anno, chi a\'rà la ventura di lra\'ersare le fertili piane di Calabria racc-ontera, corne quello studioso che tornava da un giro in Irlanda: per quella terra è più facile incontrare una pecora che un uomo • (3). NC la condi.done dei nostri lavoratori laggiù è confortante. I.o siesso Prezioso, che è pure tanto ottimista riconosce che il povero Q ,fo11eanalfabc.ta è in America il paria della vita. « Si cibano m.tlissimo, alloggiano peggio, esercitano i me– stieri più umili e più esiziali alla salute. l..."l con– seguenza è che la salute ben presto sì rovina e l'anemia, l.t bronchite, la nefrite e sopratutto la tubercolosi fanno strage (Villari). E ~0110 oggetto del disprezzo degli indigeni che invoca,no leggi repressive contro questi undes;dt•rables « e rilevano co:: terrore che <1uesti la\·oratori manuali mise• bili ed analfabeti abbassano il tenore di vita anglosassone, generano nuove forme di schia\'itù analoghe a quelle scomparse per i negri, deter– minano un aumento della spesa di beneficenza, la diffu.sione di malattie nuove, ed indeboliscono le istituzioni americane • (4). li. « Contribuito moltissimo alla fine ciel brigan– taggio ». Il brigantaggio è stato fenomeno es– senzialmente politico ed è cessato col finire delle cause che lo originarono. Il Nitti (5) crede sia stata la emigrazione a far sparire il brigantaggio. Pare che il Nitti dimentichi facilmente : I. che l'emigrazione propriamente detta cominciò dopo il 1890 (nell' 86 per es. la provinci.t di Reggio ha dato , 16 emigranti} (Arcà) e che nel '90 i briganti appartenevano già :tlla leggenda. 11. che gli emigranti di quei tempi erano persone d'ini– ziativa, laboriose ed oneste. lii. che è ingenuità grande scambiare col brigantaggio l::1 comune delinquenza, la nu,jJia e la picciollc!Yia la quale se pure in America, per un fenomeno di \ 1 ivise– zione, si è evoluta nella .1/ano :Vera, non è per nulla cessata nell' Italia )leridionale, dove non è raro assistere a processi contro tre o quattro• cento imputati. Ili. « Scemato d'unrt fortissima percentuale l'omi• cidio ~. Considerando che da ogni provincia par– tono in medin 20,000 persone l'anno e riman– gono i vecchi i fanciulli e le donne, non do• vrebbe essere ragione di conforto la pro1>0rzio• nate diminuzivne del delitto. Jm,ece si verifica un opposto fenomeno: l'aumento continuo della delinquenza e del delitto. « L'aumento graduale della delinquenza sembra sia in ragione diretta dell'aume1110 della emigrazione • (6). Cosi nella Basilicata nel 1901 furono commessi 7637 reati d'nzione pubblica, nel 1902 Sooo, nel 1903 9()00, nel 1904 93oj, e d'aidone priv,,ta 1000 nel 190r, 2430 nel 1904. )la un nuovo genere di clelitto ha fatto rapi• clamente salire la 1>ercentuale dell'omicidio. Nei nostri paesi !'emigrando due o tre mesi, talvolta quindici giorni prima di 1>artire pel lon– tano occidente, !-posa e parte lascim1do la moglie abbandonata ;1 :,tl: :;tessa {De Xobili-\'itn). Essa 11 011 tard:1 n cedere ai soliti appetiti ed essere esempio c11 immoralità ai figli che crescono senza educazione e senza guidn. Il compnre, l'amico, la spia, la lettera anonima informano il marito lonrnno. Egli arrh·a in in• cognito, sorprende, uccide, fa scempio dei cada- jl\ GIULIO AL&UIO. Il l'r116/,e,,u, dr/ .,,.:.wrlo,·,,o. •Secolo• d1 llilano, 4 11111110. Ul CONTC.N ro. C,fJ ,h,: ,',.u,,,a I' t:mig,n;,"o,,, 1/nlln"" ,u/ 901· e R,forn,11 Sucialo•• 1906. ,J) Da No1m.1. Op. c::ir. (4\ VALltNIUU l•'r.11s1s1.11 ,oh:lrme • 1,,,.,1,ulori, ,j,,,,,,~- uitHnl• tltl '"'"''"· IJocca, 1910. ls! N1n1. // /l"J:""'"rçio Mu1il,o,rnft O.n1p,:,ra1t, •~· t6) Vin. /.,,. llnJ1lùala. e Kofurm• 5"'4:i•lc •• 1~7 323 ,·eri e si costitui-.cc. Questi casi sono purtroppo requenti!<simi, ed il FolJ,.Jore rispecchia questo enorneno come la vendetta dell'emigrato. «: Costretto gli italiani a curasi le malattie infettive degli occhi. Reso meno frequente l'nbi– geato ». Non sono questi, fattì importanti. Nei riguardi della Calabria per es. meglio 100 tra– comatosi cli pi1ì, che 6o.ooo lavoratori di meno. 1,·. « lm1>0sto a molti il bisogno dell'alfnbeto ». 11 nostro emigrante analfabtta o 5i amerira11i::::a (ed in tal caso pc-r la regione nostra è perduto) o, salvo pochissime eccezioni, rimane a11:1lfabeta, poichè vive la ,,ita dcli' isolamento, senza con• taui, pago solo della \'icinanza del paesano, (Preziosi) agglomerato nei bassi fondi della città dove forma dei selllemenls nei quali le inOuenze bisogni dell'ambiente americano si attenuano sensibilmente. (I luebner•Della Volta). Il suo analfabetismo d'altro ndc lo rende in capace cli assimilnrsi politicamente e socialmente (Hall) e perciò è disprezzato ed abbandonato a se stesso. V. « Il contadino ritornato si fabbrica una casa decente, ritorna alla zapp?. » La verità osserva– la de•visu è che chi lavora o vuol lavorare ri• mane in America. I reduci sono pochi e poco attivi. Il contadino traverso l'America ha creduto da canto suo d'essere vittorioso: pianta l'asta e i penati sulla terra che 6nahnente è sua. Pago di questa ri\'incita orgoglioso di froote nl com– pare si dà al vino, quando non si dedica alta vita del caffè, di\lagata dall'usuro,, dall'esercizio dell'agognata botteguccia, lavora di mala voglia la terra che è sempre dura, la ra:::ola con gli strumenti che sono sempre ingrati. Quello spirito vitale della razza che nell' am– biente nuO\tO del paese d'immigrazione erasi ri– svegliato, nel clima d'origine si ste1111>era in ste– rile criticismo e, a poco a poco, si disperde nella grande palude dell'apatia. (1) Bisogna anche ri• cordare che l'immigrato riporta l' 11r/Ja11i.s1110, co– struisce la casa nel prossimo paese. La mano d'opera triplicala assorbe gran parte dei suoi ri– sparmi e si trova presto nella condizione di pri ma. Non sa ritro,•are la sana abitudine del la• voro; vende e riparte. Percio, da noi, i reduci sono considerati come popolazione fluttuante. « L'oro americano permise la conversione della rendita.• Certo, contribuirono alla conversione! i dollari depositati nelle casse dello Stato i per quanto la ragione determinante debba ritrovarsi nel forte premio. l\la queste somme serviranno a comperare il campicello, a costruire la casetta, a far vivere il ritornato in pensione, o nei ripo– si della botteguccia. La terra però rimarrà lo stesso senza braccia. E poi l'oro americano è il sogno dei rimasti: non par loro vero d'ave– re uno .:io d'Amerira iu 16 che permetta loro di stare in ozio, e bisogna vedere «le trov:lle » per spillare quattrini che finiscono nella cantina. Lo Slataper potrebbe rispondermi che questi grad problemi nuionali bisogna considerarli nei riguardi di tutta la nazione, e, teoricamente, avrebbe ragione. :i.ta, forse, tulla, la quistione meridionale non si riduce a questo vano sforzo di volere imporre eguale trattamento a regioni per conformazione, per clima, per bisogni, per civiltà profondamente diverse tra loro? E le cosi dette leggi speciali 11011son forse un implicito riconoscimento di questo stato pa• tologico di ·alcune nostre regioni? Il movimento emigratorio totale dal 76 al 909 è stato di 5.593,300 persone che, nei rigu.trdi di 32 milioni d'italiani, non è certo impressionan• te (1) ma il problema diventa davvero gmve ed urgente se si pensa in che proporzione abbiani contribuito le estreme regioni d' Italia. Così lo stesso fatto che è forza e ricchezza per le re– gioni pili p"rogrcdite diventa tragico simbolo di impo,•erimento e di depressione per la nostra terra meridionale. E per questo che vogliamo una legge che regoli l'emigrazione; che sottragga i nostri lavoratori analfabeti alle facili suggestioni degli agenti ; che faccia ridivenire un fenomeno fisiologico delle grandi masse questo triste segno epide• mico. E sopratutto che non si perda tempo: gi:\ anche le donne seguono, nelle terre lontane, l' uomo che lavorn (3) ed i giovani che par• tono, pili facilmente dimenticano l'alma mater. cui non li ravvicinano ne parentele, nè 1 1 abitu– dine dei 1>rimianni, nè, adibiti ali' estero a vili lavori, il fecondo amore dei camJ)i. ... In quanto nlla scuola di Stato il dissidio con lo Slatnper t: perfettamente logico: come per (11 Drr:Nou, LI Op. clt. t2J D1 .\JAUO, lctl!HOIC. R,fa;1#Ht •lln l'!I' N 17,a, 1910. 13) Lu101 VL1.4•1, l'•,.,ig,11iw,u dtll-c ,1.,,,,. rlu !•i"'a dd 1904 11#H ar,111111-•<1 al ~J • 1• già ~u,ert~ Hd 19;J$1f 1:: */••

RkJQdWJsaXNoZXIy