La Voce - anno II - n. 22 - 12 maggio 1910

('outn corr1~11te ,en •• PHta. Tommaso Nuoletti A. 8 2. Sig. Avv. S. Giovanni In Flore (Scade 01-12-910) (Cosenza) CE E!1cc orni,·;riovc:dì in Firenu:, via dei Robbia, 42 .:I- Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINl .. • Abbonamento per il Regno. Trento. Trieste:, Canton Ticino. LS,00. Un numero cc:nt. lO. Anno II JI. N: 22 JI. 12 Maggio 1910. SOM~IARIO: l' lmpru1lonlsmo a Firenze, .hrnEN(;o So1114.;1 dell' lmprn1lonl1mo. L'impressionismo a Firenze. A J..-ireoze, i 1 1 via Ricasoli ilLJlllero ,·en– touo, nelle stanze del « Lyceum », vien data rla due settimane una lezione a\11Italia. Lezione pratica, lezione morale, e, soprat– tullo, lezione artistica. Con pochi quattrini, senza un incoraggiamento al mondo, con grandi diflicoltà ma, è vero, con un amore ancor piì1 grande, un gruppetto di genie di buona volont?l è arrivato :t mettere insieme un certo numero di opere che sebbene scar– so, basta a fare come eia specchio alP indici– bile bestiaggine dei nostri pittori e scultori, dei nostri critici e dello stato. I prirni pos– son rendersi conto, per via del contrasto, della loro impotenza e falsilà e ridicolezza, i secondi della loro ignoranza e pigrizia, il terzo degli errori e dello sperpero cui può condurlo il prestar fede e ascolto agli im• brogli dei primi e alle ciarle dei secondi: tutti insieme, e con essi il pubblico, della grande vergogna che viene ad una nazione dal non aver capito, dopo cinquanta e più anni che altri I' ha dimostrato, che cosa ,·o– glia dire arte moderna. Perchè l'ltalia, chec– chè possan dirne i pappagalli di terza pagina dei grossi giornali, i sensali mascherati delle riviste illustrate, e i polverosi professori pa– gati per far da beccamorti ne' musei, non conosce nè capisce, e perciò non ama la rnodernità. lmpippiato com' ò. di pregiudizi idealistici e classici, l'uomo coltivato italiano pensa oggi, come mezzo secolo fa, che un quadro, u11a acultura 1 un disegno non pos– M>no essere dclii opera d'ar1e se non por– tano dati caratteri di grandezz~, di stile, o che so io, che rgli crede indispen'-abili e che in fondo in fondo non sono mai stati, nel pa'-Sato, se non i segni di una concezione del mondo, per parte degli antichi, piuttosto scientifica e logica che intuitiva, puramente artistica, o poetica. Le forme e gli spettacoli della vita sono mutali? lo spirito rabbri,•i– disce per altre emozioni, percepisce nuovi aspetti di vecchie veri1:\ i l'anima si allarga, si fa piì1 vibrante, pH1 accogliente, più amo• rosa? Non importa: l'uomo italiano resta appiccicato come •Jn'ostrica ai vecchi colossi, si chiude nel guscio e non ,•uole intender ragioni. Donatello, Michelangelo, Raffaello, Ti~ ziano, eccetera. E nell'opera di questi grandi non adora già quello che c'è di ,·i,·o, di uma– no, di eternamente \'ero e reale; ma. le forme schematiche, impersonali, convenute j le ge– neralità decorative: il luogo comune: il di– fetto, insomma. l :1. sincerità e spontaneità erompenti da una combinazione imprevista di colori, di linee e di \'olumi, !'~mozione di un momento felice perpetuata in un'opera d'arte, un bramito di libertà spirituale espres· 50 coi mezzi del suo mestiere da un pittore o da uno scultore, non hanno nessun prezzo per lui. E' vi dirà che la realtà di tutti i giorni è sen1a interesse, che l'artista deve nobilitare e ingigantire l'aspetto quotidi:1110 della vita, 1rasportare l'osservatore nel regno del la fantasia 1 condurlo a una visione pili \':t• sta e p1l1 e101ca del mondo. Nè gli passerà nemmen di volo per la tesla queslo pensiero, che il piì1 semplice atto ,·itale è sacro dal momen10 che testimonia della vit:1, che la na– tura non esiste indipenden1emente dal!' intel· leuo che la concepisce, che la realtà non ,,uol esser nè ingigantita nè nobilitata nrn compres.1 e amata generosJmente, che la fan– tasia non è se non la reah,\ penetrata pili profond:1mente 1 che, in fine, la grandezza e l'eroiuno non pos~on re-.uhJr~ in ne,sun modo da uno sfon.o intelle1tuale o della volontà, ma ben~! dallo slancio passionale, lirico del· l':mi-;ta il quale, messa da pJr1e, ogni consi• der.11ione 1eorica e pratica, S 0 :tnicma al \'ero con anima candida e ne penetra Il signiti– c:tto occulto con la propria forza dell'amore. Cosicchè nulla era pH1 urgente oramai di un esempio po1t:1to t1ui 1 nel cuore stesso ,r ltalia 1 di u11'ar1e che di questo pensiero è tutt:1 in,.uppata, che del p:1ssato non tien conto se non per illuminarne di nuovo la parte imperitura, che negando la legge e facendo._i libera trova naturalmente un'altra legge; che, tutta impinguata di realtà, glori– fica lo spiri10 e l'esalta e traccia una nuo\"a strada per arrivare alla bellezz:1 e arric– chirla di nuovi doni. La c;obria esposizione lioren!Ìna dell' im– pressionismo è stata aperta per sodisfare a questa necessità. * Jmpressionismo. Bisogn.1 1 prima di tutto, in1endersì bene circn questa parola. /-lolti che non sanno cogliere il significato delle cose, nrn si fermano volentieri a squattrinarne i nomi e ad npplicMli ngli spaurncchi ingene· rati ne\111 lor matta fanlasi11 1 han fabbricato segretamente un mostro pieno di mancamenti e di orrore e, battenatolo impressionismo, gli si" son precipitati acldo'-so, armati formidabil· mente d 1 ignoranza e di luoghi comuni, con la misteriol<-a tradizionale ferocia tlegl' imbe– cilli nemici sempre del genio libero e rinno· vatore. lmpre..,_..ionismo per certa gente \'uol dire manca111:1 J1 ti. uo per compiere un 1 0- pem completa, amore del piccolo e del fram– mentario, impoten1a di sintetizzare, di orga– n:ire in una unicà omogenea le emozioni provate da\'anti al vero; vuol dire irri\'e– renza sistema1ic11 per tutto ciò che è antico, negazione di valori, nimicizi:1 1 in una parola, della gr:111deua e della belleu.a. Orn q11e ... 1e, e non c 1 è persona un po' illuminata cht non lo sappia 1 :-ono delle ~rnndi assurdità. La pa– rola impressionismo, anche pre~a nel senso pii.1 teorico, significa tt111 1 altra cosa. Si~nifica per esempio, ricerca d'espressione ·con modi più spont:rnei e veloci, significa osservazione più insistente delle :mnonie, delle \'ariazioni e delle deformazioni che in nalura opera la luce, primo eleme1110 della concezione piuo– rica ; significa, ed è forse quello che più importa, ripugn:tnza Ìn\'incibile a qualunque principio scola..,tico che tenda a fare del– l'a11~ un'esercita1.io11e concettuale, decorativa, anzichè un incitamento a vh·ere con più forza. ,1cl :rnrnre e a comprendere la ,·ita in tutte· le sue manifestazioni. Questo per la p11rola. In quanto alle opere cui tale deno– min.izione viene ;tpplic:ita, e spedalmente a quelle che si trovano riunite per la prima \'Olla in Firenze, è ancora necessario d' in– tendersi. Qumro o sei appena meritano il nome 1 che per comodità di di..,corso 1 viene esteso a tulle : le altre son pi11t1os10 1 come \'edremo, il frullo di un:1.reazione decisa seb• bene fo,--e 111co-.cien1ealla teori~ impressio– nista. E le opere nelle quali meglio s'incarna questa 1eoria rono i due paesaggi <li Claude ~1onet: il Cap .l/.1rti11 e la 7i:rr,l\{•' di Vt– lhcml. Nell"nno come nell'11ltro il ,;;acrificio di ogni cos.1 che wrbi la commozione mo– mentanea dcll'arti•.ta 1 colpito soprattullo da Bibloteca Gino Bianco La l}Jbbl1 'todc-rnl:Ua, ,S \I\\ ro10 \11,01,XIII Chi ~ r1cn11ont ?. j," p, Blbllo1r1fla una fèsta esaltat,1 di luri e di colod, .1ppare e,·iJtnce. Nella 7ur"H.'', Jo\·e una giovine Jo1,na siede agucchiando tra i tiori, accant~ a tna 13vola, nelromhra cele,te di un albero • , 1 -,(l'\:111~1~ le sue frasche nel cìelo biancastro, tulio è divorato dall'ardore del meriggio esti\'o. li 1ronco della pianta, i fiori del– l'aiob. \'icina, il piano chiazzato Jel t:n·olo e per;:;ino il corpo della donna perdono il loro volume, si sciolgono in , ibrMioni cro– matiche e luminose, nt: si ricomponijono dentro a chi gud1da in rea.hà vitale e, di– ciamo cosi, soda se non in quel modo che po1rehbe fare un metnllo fuso, intorno II un fulcro che l'attir;isse fulmineamente e lo con• solldasse plasmandolo. Nè contorni ,·olontari 1 nè forme immobilinate. Qui, come nella marina del Cap Ji/11rli11, la natura s'offre tremando all'occhio e alla mente che l'ac– colgono non come qualche cosa di definito e di fermo, sibbene come un'energia diffusa, che la mente de1Par1ista rice,·e e s.1 ,endere 1 dopo a,·erla appena elaborata e modificata nel ritmo secondo il suo particola, modo di sentire e di esprimersi. Uno che volesse far sul serio la critica dcli' impressionismo, potrebbe chiedersi se una tal dèdizione della ,·olon1à artistica, se questo squagliarsi rispe1toso dell'artista per la,;ciar, con1e dire, che la natura si riveli d.1 sè sola, conferisca alla potenza espressiva dell'opera d'arte; io che non \'Oglio occu– p;1~1Ui nri:1 <li principi, ma rii re..,ultati, dirò soltanto che lo stesso Claude Monct ha ri– sposto assai chiaro a simili domande allor– chè, applicando sempre piit rigorosamente la teoria impressionistica nelle opere posteriori a queste, come per esempio nei famosi Sta– gni ,lti 11r11ufari, è andato immergendosi nel– l'analisi del problema c'>lon..,tico tino :1 .spro• fondarsi in una sorta di nir\'ana luminoso do,·e tutto si scioglie in uno scintillio ab• barbagliante e infinito come un Jirmamen10 \UOt0, I.o stesso si potrebbe dire di Camille Pis• ... arro (di Sisley, di cui noo si trova nulla qui. non parlo) se una certa mancanza di carattere non Pavesse portato alla prudenza e alla conciliazione. Dividendo con i suoi amici i principi dell'impressionismo, questo .issai spesso eccellente pittore non ha mai sa– puto seguirli con entusiasmo, e ciò spiega il fatto che anche nelle tre opere qui esposte si può riscontrare quella indecisione e contraddi- 1io11e, o, ancor meglio, duplicità d'indirizzo, che formano la caratteristica di tutta la sua open. E difatti, tanto nel P,usafgi'o, come nella Donna nell'orlo, che nel cat:1logo sono ri<:.pettivamente segnati con i numeri .p e 43 , la scomposizione dei ~ ioni nella terra :ioleggiata o nelle ,·erdi lontananze è come smentita nei personaggi e nel cielo impastati di colori densi; cosicchè la '-maglianza di un.a parte del ilipinto ~onirasta in brullo modo con Popaciti1 d1 un'altra, ingenerando nello spirito Ji chi guarda quel senso d' in– :òOddisfazione che d?l lo spettacolo di una ,·olontà oscillante fra due veri e;enza poterli attirnre a sè e saldarli in unn c1t:,.11ioneomo– genea e viva. Chi invece sa operare questo miracolo è Auguste Renoir. Sensibile come ,\lonet e Sisley e più di Pissarro, a\\';1rmonia ondulante di un accordo di tinte e di lumi, questo poeta della candidezz::t infantile e della soa, 1 ità me– ridiana spama sulle persone e sui paesi, non si lasci,t andare al delirio sensuale di un ab• hacinamento ottico, ma facendo forza a sè strs,;o si riafferra alla consistenza dei corpi e ne fa materia della sua arte. Piani e colori, luce e volume ._i di\pOn~ono con semplidtà na1urale nella su.r piuur,1 1 si accordano e si cornpene1rano, come nel mondo apparente. In nessuno artista come in questo il prodigio del creare p.ir men faticoso. È come se le cose stesse entr1ssero in lui per gli occhi e ne uscissero per le mani, ltlllc inwppate <lella poe'-i:t della sua anima. Ed è Jppunto la poe'-ia onJe si colora la re3ltl nel suo spi– rito che lliCferentia la sua opera da quella degli impressionisti teorici, i quali, come 1\tonet e Sisley, pigliano e danno quel tan10 di natura che il loro occhio percepisce senza trasformarlo in modo potente. Sitflt, /(rrnH,d 1 La /elltm1, le lOrtf!in, sono dipinti capitali in cui trema e brilla senza sforto la vita della terra e degli esseri. La persiana verde e la parete bianca, le rosee case del paese sconosciuto, il cielo azzurro e peso, la \'ege– tazione grassa e la pergola sotto cui siede la mamma e g1uoca il bambino, nel riHesso rosso dei pampani settembrini, vh·ono paca• tamente come ricordi in un cuore nostalgico. C'è della poesia verlainiana in questa tela, come nelle altre dove due bambine scarra– bellano il bel libro, o una sorella pili grande appunta dei rosolacci sul cappello di paglia della piìi piccina che sorride. Come Verlaine, Renoir ama le cose semplici e casalinghe - un po' /ro11b!n11lcl tuttavia - e come lui le tissa con ingenuità nell'opern artistica. Vi son difetti qun e là - gli occhi delle leggitrici son dei buchi neri, per esempio - ma cosa importa? l~ un momento della vita capito e reso nella sua fluenta e ciò basta a legitti– mare l'opera di un uomo. Accennando cosi di volo ai caratteri pre– dominanti della pittura di Renoir abbiamo visto che, specie per ciò che riguarda la con– cezione della realt.1 1 egli col rendere alle co-.e ritratti! una strullura pili ferm,1 s'è allonla• nato dai principi del puro impressionie;mo, i quali, applicali con rigore, conducono invece allo sparpagliamento ed e,,anescenza delle forme sensibili. Non li ha pero ripudiati - ed è per ciò che il nome d' impressionisla può essergli :rncora applicato senza troppo tradire la \'erità. Il che non si dovrebbe più fare - e dove si vede chiaro non si fa pii., - con Paul Cézanne. Di Paul Céz.anne sono esposti qui soltanto qualtro dipinti originali i ma da quesli 1 come dalle riproduzioni e fo1ogrdie, apparisce chiaro come il pittore provenzale abbia sempre ri– pugnato alle teorie che infiammavano i suoi confra1elli. Realista nell'anima, la sua ambi– zione fu sempre di attuare in forme palpa· bili e concrete la sua \'Ìsione dramma1ica delle cose : non tutta,•ia senza considerare che se la maschia sodtzza dei corpi è pii.1 atta a manifestare la forza della percezione, le cose tutte non ci appaiono altrimenti che per contrasto di toni, nè sono in fondo altro che una combinazione di movimenti. Onde lo sforzo gigantesco di '-intetizz.are in un tutto organico il senso del ,·olume e della lumi– nositft1 il cui resultato è s1a10 : realizzare un'opera 1~ quale, riunendo in sè il buono delle nuove ricerche e quello trailo dagli in· s.egnamenti del passato, inizia una rinascenu pittorica, e metterà le ~enen1Zioni future sulla strada di un classicismo che non sarà quello dei critici slombati e reg-res..,isti nè del rigat– tiere arricchito alle spalle di Ratfaello ; ma il vero, l'e1erno, quello di Masaccio. di Tintoret– to, di Rembr:mdi e di Go_v:L E per convincer– sene basta guardare il Ril,allo .!"uomo qui espo sto, la litografia dei &,g,,auli, il Aresaggio pre· stato dal \' ollard e l'altro più piccolo, segnato nel catalogo col numero 4, nonchè le varie o-

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