La Voce - anno II - n. 13 - 10 marzo 1910

C. Hace orni 2iovrdl in Firen .. via d · R bb' -, " o ••• 42 .JI, Dirrtta da GIUSEPPE PREZZO LINI .:1- • <1,o · r• namcnto per 11 RcinO, T rcnto, T ricstc, C.1.nton Ticino. L. 5,00. Un numero ccnt. JC. Anno II .,,. N.' 13 ,;I, IOMarzo 1910. SO~DIARIO: Dopo la vittoria 1folllt11a1, G. S so,u• di IHQ){rior criterio, Auu W.TO ~:~:t~~~~· -,-' du~ Schlc1cl, ARI l H,() F.\W.ISf.1.1.1 - .. Forse cllt •! font cbe ■o", 11., EMll,10 CP.CCIII - ,,, 1111 llllt.n'O lll~h>dtJ /'O rs, '"'" ,r t/11 """"'" i uil:, i lr -, - • w.,• - !l'tr mmw .I, C. ~- - Il mmulo dri kgis/a/01i, S. ".;_ ,- '..U' ,. Dopo la vittoria giolittiana. La v01:1zio11e a,, cnula alla Camera s~lla A'l&:·: :- ii Cj Ì! ' ' (' !' ..,_.,. _,. .-,.;"•.&A - rare come l'allo poli1ico più importante e più caratteristico compiuto dalla Camera stes~a dopo le elez.ioni del man.o , gog. Come disse !'on. 1\lorg:iri nel suo discorso mirabile per una sc1upolosa obbiettivi1:'1, sotto cui si sentiva fremere un'ira viAorosamente repressa, si trattava di discutere una ele• tione, in cui l'eletto non ern Vito De Bellis, ma Giovanni Giolitti: coloro che avrebbero votato per Vito De Bellis erano i servitori fedeli di Giovanni Giolitti. Ed Et1ore Cic• colli rincal1ava : « Noi vi domandiamo di dire se Peleiione di Gioia del Colle è re• gelare .... come le vostre. Vi chiediamo di stabilire I' identilà tra I.a vostra elezione e quella di Gioia del Colle •. Or bene, messo dinanti quest'invito, ben 249 su 508 deputati, proprio 1a melà, man• careno di rispondere. Sarebbe certo ingiusto fare tutt'erba un fascio degli assenti: parec• chi fra essi devono essere mancati alla vota• tione per imrossibilit:'1 materiale, nè si può dubitare del modo come avrt:bbero ,·otato uo• mini come Napoleone Colajanni, Giuseppe De Felice, Adolfo Zerboglio, ecc. ~la è in• negabile che almeno 200 fra i 2-,.9 astenuti mancarono 1Jl'appello 1 sia perchè non crede• v.mc, foHe il caso di prenderset.i calda ptr una elezione putrida i sia pcrchè avrebbero dot:11/0 o t•o/11/0 volare a favore dell'on. De Bellis, ma non osavano rivelare in maniera cosi caratteristic:a i loro spiriti giolittiani. Fra i deputali, che avrebbero t·o/11/0 ma non osarono votare per l'on. Giolitti, e per· ciò si squagli:uono, si devono mettere senza dubbio parecchi fra gli assenti dell'Estrema Sinistra. Su I oz deputati di Estiema Sinistra 45, cioè poco meno della metà, mancarono. Ma le assente si distribuiscono in proporzioni diverse fra i Ire gruppi. Dei 40 socialisti, 3 r furono presenti ; e fra i 9 assenti, 3 erano sotto contestaiione, e perciò era naturale che non votassero. Dei 2 3 deputati repubblicani, furono presenti ro, assenti r 3. Dei 40 de– putati iscritti ufficialmente al gruppo radicale, furono presemi 16, assenti 24. Dei socialisti è evidente che non potevano fare più e meglio di cosi. Lo stato d'animo, di una parte almeno, dei repubblicani assenti pare sia stato espresso da quell' « autorevole deputato rep•Jbblicano > il quale, secondo il Corriere dtlla sera, deplo• rava nei corridoi della Camera, che i critici della elezione di Gioia del Colle avessero • commesso l'errore > di fore della lotta contro De Bellis una lotta antigiolittiana. Evi• dentemente « l'autorevole repubblicano > a– vrebbe amato che il Morgari e il Ciccotti battessero il basto, ma rispettassero il caro asino, dal quale anche la repubblica ha tanto ottenuto in ceni collegi di nostra conoscenza e può ancora tanto sperare. Quanto ai radicali, il cui squagliamenlo è degno addirittura di poema e di storia, nella tribuna della stampa si afferma,•a da parecchi che era intervenuto un contrauo di compra• vendita fra essi e la mala vita gioli11iana : i giolilliani avevano contribuito alcuni giorni prima coi loro reggimenti hene organizzati a far passare la elezione, assai contestabile, del radicale Ciraolo contro il con1:ervatore ~la– riotti nel collegio .. ti F:1110 i e in compenso il radicalismo rinnovatore, rigenerntore, pu• rificatore, ecc. ecc. la,·orava sott'acqua per la con,aliJMione dell'on. De Bellis 1 pardon " !l'• ,, ri,.. 1 :11· Cf".. J"\ •·~., S.lc. .;.!)i - l.lno degli s~uagliati - ern a Roma il 2-4 feb• braio, t non votò. li che non gl' impedir:'! di ripetere :11la prima occasione, che l'Italia meridionale non può risorgere se non la pren– dono sollo la loro protetione, per lavarla ben bene e renderla onesta a loro immagine, i radicali settentrionali della scuola dell'on. Sacchi. Altro elemento caraueristico della vota– zione del 24 fc:bbraio, è il fotto che la Si• nistra.·. democratica,·., in parte si squagliò con Finocchiaro•Aprile e Ferdinando Martini, e in pane votò per Giolitti, sotto la guida del famigerato Carlo Gallini. Del resto J'ac• cardo fra la Sinistra.·. democratica.·. e i corsari del giolittismo, era staia ri,·elata uf• ficialmente, già due settimane prim:a, dall'o– norevole Martini, in quella inten•is1a, in cui Giolitti era proclamato l'uomo più profon• damente e più sinceramente democratico della Camera itiiliana. E cerio quando si definisca in un dato modo la democraz.ia, è indubita• bile che ha perfettamente ragione l'on. Mar• lini. I clericali si Jivisero: i pili. Cameroni, Coris, Cornaggia, i\licheli, volarono per In mala vita i alcuni, Longinolli e Meda, vola• rono contro. E comp.i.llJ ,i aff1rmò cci. st:?i r50 ,oti l'associa1.ione a delinquere giolit1iana 1 pronta a meltersi sollo i piedi qualunque prin– cipio di giustizi,1 e di senso morale, <l~cisaa difendere contro chiunque il proprio diritto a mal fare ; mentre l'on. Sonnino, a nome del governo dichiarava di astenersi. Anche questa era da vedere: che I' on. Sonnino si as1enesse, invece di c;fidare l'or• ganizzazione giolittiana su questo magni• fico terreno, sconquassandola violentemente, :rnche a costo di rompere contro di cc.sa il Minislt!ro, ma cadendo gloriosamenle e in piedi. Ben disse il Ciccolli: e Il Go,·erno suole astenersi in maleria di ele1.io11i contestate, quando si tratta di contro,•ersie d'importanza personale o locale; ma qui si tralla di giu• dicare metodi di governo ; e non è possibile l'astensione, l:1 quale in questo caso sarebbe una reticenza, una pusillanimità. Dire di ri• spettare la volontà del Paese e non volere una conditione di cose, per cui la volontà del paese sia rispellata 1 è una contracldizio!le nei termini. Un Governo, che inlende il suo compito, non può restare indifferente a che si convalidi questa elezione >. i\la era chie· der troppo all'Amleto della politica italiana: formando il suo ministero egli vi aveva chia• mato, insieme al Guicciardini, che aveva nella Giunta delle elezioni ,·olato l'annulla– mento della votazione di Gioia del Colle, il Sant'Onofrio, e il Caiboni-Boj che ,,ella slrssa giunta avevano trovata la ele1.ione regolaris• sima. In siffatte condizioni l'on. Sonnino era prigioniero, anche su questo campo, del gio• littismo ; e non pote,•a che astenersi, in attesa che l'on. Giolitti non si astenga più. La co11validazio11edella elezione di Gioia del Colle, compiuta con tanta audacia dalla banda giolittiana, non solo ha avuto il grande interesse di mettere a nudo, direi quasi di scarnificare gli attuali rapporti fra i gruppi poli1ici, dandoci una visione preventiva di ciò che sar:\ la base parlamentare del futuro grande ministero democratico-affaristico-mas• sonico, ma ha - o almeno do,•rebbe avere Bibloteca Gino Bianco - una granJe irnportan,.a nel determinare J',,,,one extraparlamentare di chiunque senta la f1gog~a dei si~lemi elettorali giolittiani. J :hlt-gg1amen10 ,lell.1 mala\'ila gioliuiana <li 1:-on•e alla eletione di Gioia del Colle ..a.:..v- ,, 'Olll l~c-:r'- rn!l il•I lirirt.ura do,•e• rosi, da ora in poi, nell' hatia meridional~, qualunque pili seh•aggia reauone contro gli agenti del governo, quando si trasformano in agenti elettorali. Parlare di violenza è delitto, e peggio che delitto è stupidii:\, finchè resta aper1:1 una sola via di persuasione pacifica e d'azione legale. Ma quando la violenza è compiuta contro di noi in quel momento, in cui eser• citiamo il dirillo di voto e ci $:fortiamo di tradurre leg,llmente e legittimamente in alto il nostro ideale politico, qualunque esso sia ; quando questa \'iolenza, documentata re– golarmente dalla ste~ autorità giudiziaria, viene da una maggioranza parlamentare di clelir.quenti appro,•ata, s..1ntionata, incoraggiata per l'avvenire, allora l'uso della violenza da parte nostra non è solo un diritto, è sopra• tutto un dovere. Alcuni giovani della Università napolerana dopo a,•ere interrollo le letioni per fischiare colui, che fresco di avere sostenuta alla Ca• mera la convalidatione dell'elezione di Gioia del Colle os:1vasidire sulla calledra :1 parlare ai giovani di dirillo e di equi1à, mi hanno manifestato con un telegramma assai gentile il loro consenso all'opera da me presl.1ta in ~a, non fo1tunata, ma non inutile balla– glia. lo s2rei un ipocrita, se dissimulassi la soddisfazione da me provala nell'apprendere che vi sono giovani meridionali non indiffe– renti allo strazio che il giolittismo corruttore e violentalore fa della terra che deve essere ad essi sopra ogni altra cara. Kè starò, come pur vorrei e dovrei, a fare ad essi la predica della possibili1à che avreb• bero avuto di manifestare Il loro sdegno, anche senza interrompere le lezioni, e anche fuori del reci:·uo universitario. Mi lim:1erò solo a domandare ad essi : « Credete vn' di avere assolto tulio il vostro dovere verso il vostro paese infelice, con una fischiata e con un lelegrarnma di saluto? li vostro paese è disonoralo dn metodi eletto• rati obbrobriosi. Esso non ha mai reagito come doveva contro le infamie di cui era viltima. l \'Ostri oppressori lutto osano, per• chè vi considerano un popolo di "igliacchi. Il delegato Prina non tenterà altrove quel che ha compiuto in Puglia, perchè finora i pugliesi, invece di affrontarlo con le armi alla mano e farlo a peui, come altrove sa• rebbe av,·enuto, non han saputo far altro che scappare davanti a lui e raccogliersi in• torno ai notai a fare certificare e autenticare !a l010 viltà. Ciò posto non sembra a voi come a me, che per rialz;.rci dal fango, in cui siamo caduti, per riscat1:1rci da questo disonore, che ci rende abbietti agli occhi degli italitrni del Nord, noi abbiamo ben altro e ben più da fare, che interrompere le lezioni universitarie e fischiare un ignobile giolittiano? l fischi e i telegrammi appar– tengono anch'essi alle forme di azione paci• fica e legale mentre l'Italia meridionale è in regime giolittiano un paese fuori della legge. Per il giolittismo noi meridionali sia· mo quel che sono i negri negli Stati Coiti americani : carne da macello e carne da manate. Le future elezioni generali saranno certamente f,me con gli stessi metodi delle elezioni passa1e 1 e Giovanni Giolitti sarà li al momento opporiuno a f.1rle. Ebbene, non credete voi che, in vista di queslo e,•ento, noi meridionali abbiamo il do\'ere di prepa• rarci fino da or,1 a resistere, dove sia possi• bile, senza esclusione di meui, non rifug• gendo neanche dalle uppres:aglie pili violente e più selvagge contro la continuazione dei "Jetodi elettorali giol~ttiani? ~on ,i pare che fino da ora dobbiamo gridare aÌ meridionali: che fuggire dinanzi alle mauale è vih:\, che i delegati e i questurini vanno rispettali e magari aiutati quando eseguiscono la legge, ma de\'ono essere 1ra11aticome cani rabbiosi quando si uniscono ai mal,·iventi per impe• dire il libero esercizio del diritto ele11orale? E non vi pare che, non appen1t in un colle• gin la malavita gioliltiana minacci l'uso Jei salili metodi, tutti quei meridionali, che sen– tono cocente il disonore del loro paese, de• vono darsi con"egno in quel collegio, met• tersi a capo dei gruppi politici sopraffalli, senza domandare chi essi sieno, e ripetere in loro compagni:1, contro i malviventi, contro i questurini, contro i delegati, quel che fe• cero i milanesi contro gli austriaci nelle cin• que giornate? >. lo so che cosi scrivendo commetlo il realo di inci1amento alla strage, per cui donei es• ser trado110 innanzi ai giurati. 1'l:t nessun reato è pH1 santo di questo, che io com· metto in questo momento. E nessun uomo onesto mi condannerà. G. Salveminl. I DUE SCHLEGEL Arl11ro Fnri11dli lta Idio n/ln Uiblio– tcca .Filosofica 9110//ro lezioni sul roman• ticismo tedesco . . \-t: slroldomo o.tfi qua/o brano sui dut Sddegcl. Xci prossimi 1111,. 111cri j'lfl/Jblirl,crc1110 1111' (ll/ra parte: li bilancio del romanticismo tedesco. Per il mondo. fuor della Germania, sem– pre si celebrò come propagatore massimo delle idee romanliche A. \V. Schlegel, il meno geniale del 8acro cenacolo, il meno acceso; il riù po\'el'0 d'idee, il pii1 tran– quillo nell'anima, frenalo dalla rngion fred• da, scnsa1issima 1 il men roman1ico indubbia• mente, natura piit ri,•olta all'esteriore che all' interiore. i\la era nato per guidare, diri– gere, organizzare, accorto capitano che or• dina le sue fila e le conduce al combatti– mento. Ordinò la compalla schiera dei ro– mantici, la rinsaldò, la fece rispettata, temuta, poco logorandosi il cervello, poco ferendosi il cuore. Nel cervello ponevagli il fratello le grandi idee e lui con la\'oro facile, non mai profondo, dava ad esse chiara espressione, un abito decente, elegante persino, perchè ben figurassero nel lungo cammino da percorrere. Gr.rn disinvoltura era in lui, gran brio, prodigiosa agilità e facilità di adattamento ad ogni ambiente della coltura e dello spirito i qua svolazza, I:\ si posa; altro,•e assorbe, as– simil:i, poi spreme, ridà, riproduce. Con po– chissima poesia in cuore, riusci ad essere, dirò meglio 1 ad apparire poeta. Fuor del santuario dell'anima era posta l'officina sua di lnoro e di stuJio. Eloquente espositore gli si conveniva una tribuna ed un grnn pubblico che sostituisse la coscient.a e riem– pisse il vacuo del mondo interiore. Le le• tioni famose impartite a Berlino ed a Vienna, quando 13 fiamma maggiore che accende\'a lo spirito dei romantici gHt ..:onsuml\'asi se– mispenra, eran lezioni gridate al mondo intero. Prov,·ede e crea In natura spiriti sif– fatti perchè i semi g~nerali non rimangan inerti e sicn portali con lrgger volo e git-

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