La Voce - anno I - n. 43 - 7 ottobre 1909
180 LA VOCE cure e dalle malattie, « rinunziò affatto agli studii > (1). Oa la tremante 111.\11 cade 1I niio stile I•:dt:' pensier s'è chiuso il mio tes:turo (1.) , esclamava in due versi, pieni di lagrime, di un sonetto del t 73;. Preparò allora, per una pos· sibile ristampa, le :1ggiunte e correzioni alla seconda Scic11\a nuova, e le incorporò nel defini– tivo manoscrittodell'opera(3);pcnsò, nel 1735 1 di mettere a stampa l'ope1·etta De aequilibrio (orporisa11ima11lis, composta molli anni prima e che andò poi smarrila (4); adernpiè ancora a qualche obbligo di uffi1.io1 come, nel 1738 1 al l'orazione per le non.e del re Carlo Bor– bone. Ma gi!t, nel 1736 o nel 1737, il figliuolo aveva cominciato a sostituirlo nella scuola; e, nel gennaio 1 741, riceveva delìnitivamente la cattedra, a cui il paJre rinunzi:wa ( 5). Vi• veva il Vico tra i suoi, come un vecchio sol– dato, t.racla mil,lia, nel ricordo delle battaglie combattute, nella coscienza dell'ufficio com· piuto. Il buon figliuolo gli face\'a 1 ogni giorno, qualche ora di lettura dei classici Ialini, da lui più amati e studiati un tempo. E, in questo suo tramonto, gli fu risparmiato, almeno, il tormento dei tormenti j quello che straziò negli ultimi anni di vita un filosofo, tanto di lui più fortunato, Emanuele Kant, ansioso di dare sè– guito e compimento al suo sistema filosofico, e consumantesi in una sterile lotta coi pensieri che gli sfuggivano e le parole che non più gli obbedivano. li Vico aveva detto tutto ciò che doveva dire; e conobbe subito da sè stesso, quale grande storico di sè stesso, il mo– mento in cui la Provvidenza aveva terminato in lui l'opera sua, chiudeva il tesoro dei pen· sieri che gli aveva cosl largamente aperto per tanti anni, e gli comandava di deporre la penna. Benedetto Croce. I NOSTRI ISTITUTI MUSICALI Il fatlo, insomma, per cui si rilasciano oggi, nei nostri Istituti Musicali, altestati di licenza a giovani l'incapacità dei quali è dimostrazione della loro inettitudine l•) è logica e natural conseguenza di quello stato di cose eh~, per ciò che riguarda l'ammis• aione e la permanenza negli Istituti Musicali degli alunni, io ho fin qui criticato. Ma un'altra osservazione - una sola, per adesso - io debbo fare, a proposito degli esami di licenza. Al gio\'ane che supera tale esame vien rilasciato oggi un diploma, che non solo è attestato di studi compiuti, ma è pure - cosi come sta scritto sui regolamenti - li/o/o di magistero. Dopo tutto quel lo che io ho detto tin qui mi si può credere facilmente se io dico che ogni anno escono dai nostri Istituti Musicali molti licenziati che del titolo di maestro - Pur inteso nel pili modesto significato della parola - sono assolutamente immeritevoli. Ora : pretendere che dai Consen•atori do– \'essero uscire sempre e solamente dei mae• stri sarebbe assurdo. Sal,·o gli studenti di composizione, i quali, sia che poi ,·oglian de– dicarsi alla composizione, o alla direzione delle orchestre, o ali' insegnamento, non pos• sono ragionevolmente esser licenziati dal Con• servatorio quando non abbian raggiunto quel grado di cultura - condizioni necessarie, si capisce, una singolare attitudine artistica e una singolare cap:1ci1à intellettuale - che li autorizzi a onorarsi del titolo di maestro, tutti gli altri alunni - gli strumentisti - possono benissimo e onorevolmente essere licenziati anche non avendo dimostrato una (1) A11lob., in Opp., IV, p. 415. (2) Opp., VI, p. 4-z5 (sonetto 1>er le nozze di Raimondo di Sangro, principe di S:1nsc\•ero, 1i35). (J) Che servi per I' edizio11ecJel tj,i.4, ed è ora nella Bibl. Nazionale di Napoli. (4) Bibl. vich., pp. 38-9. (S) GENTILE, Il figlio di C. D. Vico, pp. JO-..JS. ( 11) Purtroppo gli attestati di licenza non si ri- lar.ciano indegnRmente solo agli alunni dei Con• servato,!, ma anche ai cosidelli pri\'atisti. Della qual cosa biasimevolissima vedremo in seguito le ragioni, che sono altre di <1uelle di cui ora si tratta. capacità eccezionale, ma Ci!SCOdosidimostrati semplicemente buoni esecutori di musica. Nel!' un caso e nell'altro non si può neg:u loro un attestato di licenza: l'a<-surdo è che nell'un caso e nell'alHo si rilasci loro un attestato di pari valore, un titolo di !liagi• stero che dovrebbe invece essere riservato ai migliori, ai veramente degni. Si capisce che la sostituzione di due atte– stati di licenza - di differente valore e si– gnificato - all'attestato unico non potrebbe farsi ora, stando come stanno i programmi scolastici, e non potrà aver luogo che con• seguentemcnte a una riforma degli stessi programmi, specialmente di quelli dei corsi superiori. E di questo discorreremo in uno dei prossimi articoli. Per adesso volevo solo for notare che il concedere a tutti i licenziati indistintamente il titolo di magistero è un errore e un' in· giustizia, ed è - ciò che piil importa - un voler contribuire a far mediocre la pros• sima futura cultura artistica nazionale. Non bisogna dimenticare, infatti, che i diplomati maestri di oggi potrebbero di\'entare gli in– segnanti ufficiali di domani. * Negli errori pedagogici e didattici onde traggono il loro ordinamento i vigenti rego– lamenti sugli esami - di ammissione 1 di wn– Jerma1 e di passaggi'o, e di licenza - noi ab– biamo visto ora una delle cause principali del male che p3ralizza la vita presente dei nostri Istituti Musicali. A togliere la quale causa io non vedo altro rimedio fuor che in una riforma dei regolamenti stessi per la quale: 1. 0 Sia imposta, per l'ammissione agli Istituti Musicali, la presentazione di un cer– tificato di cultura generale - garanzia di ca– pacità intellettuale - non inferiore al certi– ficato di promozione dalla 3! alla 4.• classe ginnasiale o alla licenza tecnica ( 1). 2. 0 Sia ordinato un es:tme di promo• zione avente effetto cli conferma (o di espul• sione da\1 1 Istituto) nel mezzo del corso 11or– male degli studi (due o tre anni dopo l'am · missione in Conservatorio, secondo le scuole): e sia ordinato un esame di promozione sem· plice (non superando il quale l'alunno sarebbe obbligato a ripetere l'anno) alla fine di ogni anno di scuola. 3. 0 Siano stabilite per tutti gli alunni strLJmentisti le due licenze di cui sopra s'è detto, restando fermo il disposto per la li– cenza unica (titolo di magistero o niente) per i soli alunni di composizione. Al 2. 0 e al 3. 0 articolo di questa mia propo• sta non credo si possano fare serie e consi– derevoli obiezioni. Una se ne potrebbe fare al t . 0 , la quale, perchè apparentemente seria e considerevole, vuol essere subito discussa. Si potrebbe dunque obiettare, che subor– dinando 11ammissione dei giovani nei Con• servatori alla presentazione dell'attestato di promozione dalla 3.• alla 4.• classe ginna• siale o all:1 licenza tecnica, , . 0 : si verrebbe a impedire di essere ammessi nelle scuole di musica a quei gio\'aneui, figli di povera gente, che, non potendo essere mantenuti per molti anni a scuola senza gravare troppo sul bilancio economico delle famiglie, vengono mandati oggi nei Consen·atori a 0110 o nove anni, perchè a diciott'anni al massimo si tro• vino già in grado di guadagnar la vil:t per sè e magari per quelli di casa; 2. 0 : si ,·er– rebbe a far perdere qualche anno prezioso per lo studio della musica a quei giovanetti che fin dall'infanzia dimostrassero singola– rissime attitudini artistiche - qualche anno prezioso per quell'esercizio meccanico musi. cale che, secondo il comune giudizio, quanto più presto si incomincia, specialme11tc per certi strumenti, tanto meglio è; 3, 0 : si im· pedirebbe d1 entrare nei Conservatori alla maggior parte di coloro che scoprissero un bel giorno di possedere una voce d'oro, per- {1) Qualora venisse altuato il progeuo di rifor– ma della scuola media (io ne faccìo l'augurio non solo al prof. Salv~mini, ma nll' Italia, per il bene della cultura nazionale) sarcbb~ da chiedersi quel– l'alleslato di compiuta preparazione intellettuale e morale che i giovani acquisterèl>bero nei primi tre anni della scuola di media cultura. Bibloteca Gino Bianco chè - come tlllli sanno - i ~iovani che h1rnno l,1 fortuna di scoprirc;i, un bel giorno, una voce d'oro, sono generalmente opemi 1 o magari contadini. I:. facile dimostrare che l'obiezione non ha alcun "alore, neppure nel primo dei tre casi suesposti 1 che è il piì1 serio. Famiglie po"ere tanto da non poter man· tenere a scuola per molli ;mni i loro figli ce ne ~ono, pur troppo, moltic;simc. ~la an– che oggi se esse vogliono a"viare i figli allo studio della musica, anche oggi dato l'at– tuale ordinamento dei Consen•atori - biso• gna pur che prov,·edano al mantenimento degli stessi fino a che essi abbiano toccato i 1 7 o i 1 b anni. Dato il nuovo r~golamento, do,rebbero pro, 1 \·edere a ciò per tre o qual· tr'anni di piì.1. Ora: nel caso che i giovani, compiuti i tre corsi di scuola media, dimo– strassero una vera attitudine musicale, si do– vrebbe .soccorrere alla po\eit.1 delle loro fa– miglie ao;seknando loro borse di studio fino a che uscissero licenziati <lai Consen·atorio (borse di studio che si potrebbero facilmente ottenere dai Comuni, e da enti pubblici e pri,•ati): nel caso poi che cotesti gio,·ani fìgli di povera gente non dimostrassero sin– golari attitudini allo studio della musica, essi, a 12 o 14 anni, potrebbero sempre :1V\'ia1si - con una preparazione di cultura in qua– lunque caso utilissima -4- ad altri studi, a un 1 allr.:1 professione, a un mestiere: e 1olto alle famiglie il miraggio di tJuella rapida produtti\'it!I dei tigli che esse credono oggi di ottenere facendo degli stessi tanti sona• tori 1 le famiglie non concorrerebbero a lan– ciare pel mondo degli spostati. molte ,·ohe dolorosamente coscienti dell:t propria inetti• tudine, del proprio errore involontario. Quanto poi al tempo prezioso per lo stu• dio di uno strumento che i Ire anni di scuola meJia farebbero perJere a gio\'anetti mani– festanti fino in giov:rnissima elà singolari al· litudini musicali, son tutte fole: e pregiudizi sciocchi. Ccl'lO si trovnno talvolta - non frequentemente - fanciulli di natura cosi spiccatamente musicale che si potrebbe be· nis,;imo ini1brli allo studio di uno -.1rumento a 7 o 8 anni ; ma si s1ia pur sicuri che an · che ritardando di tre o quattr'anni la loro iniziazione fanciulli !ali non ci perderanno mai niente, e non ci perder.\ mai niente - anzi, ci guad11gnerà - l'arte ( 1}. lo mi ri– corderò sempre di un gio\'ane violinista che (1) E del resto J>Oi,ove si 1raltnssc di fanciulli <li 1alt: c;ipaci1à intellelluale dn 1>01erallendcr-e coulèm1>0rant";munte agli studi di cuhur;1 geni!• raie e allo stuclio della musica, ci AA1 ebbe sempre modo di trov.1re per gli stessi i nme.:.triche ~i assumeMero il compilo di inizi,1rli alla mu,;ica fuori del Conservatorio. InuBndita prmo l'Amministraz. dslla VOCE fllRl:NZE • Vin del Robbia, ◄Z , FIRENZE I i,rtul lr• l)UCIIIUI .... ~ulU ,r111u11 ,cr 111 1brt♦UII 1 LA V00J~ GJOV ANNI AMENDOLA 14a,ruida spiri/110/t' di .1/olimu. Prima rii::dizione comple1,1 . L. 3.50 (3 15). ROBERTO GRECO ASSAGIOLJ Il Xe:c·-Tlro11.,rM. Ctnt. 50. Per 1111 '11101·011111a11rJimo a, fono. Ctnt. 50. Il ,1/tt.,rudel Sorti. {Scritti e frammenti di (~. 11,,,1.,,,, 1rndotti con introdu1ione e ritratto. I.. 2.50 (2.25). GJANNOTTO BASTIANELLI /Jut' smuri~ po· pi111w. I.. 5.00 d;,,c (4 50) BIBLIOTECA FILOSOFICA Ca/altw•Jr; rntili come r<:pcrtorio bibliogratìco1. I.. 0.50 GIUSEPPE A. BORGESE Calnùlt- tl'.,/11111111:io. Con bibliografia, ritratto e nutogrnfo). L. 2.50 (2.25). EMILIO CECCHI G'ioM1111i lkrroli: I mwz•i po1·mt'lli. <.:cnt. 50. TH. NEAL Studi di ll'llt-ra/11rn e tl'a,-/e. I.. 2.00 (1.50). Ltz 1·01<111/iì 1ddd,·, mi11im 1u 111,h-ersalr. (.Il. /J/ 011• dd1. I.. 1.00 ( O.BO) . R~m6raJ1dt t• l'arlr d d 1600. Con illustrazioncl. L. 2.00 (I 80) GIOVANNI PAPINJ Il 7ra,riro quotidiano. l•~a\'ole e CQll0<1ui1. I•. 10 (9.00). (I.e ultime due copie. Alcuni !'icriui non saranno pili ri-,l,11npati]. Il ~li/c,lc1 CiafJ. 1St•g11ito al « Tragico quoti• diano,,. I.. 3,00 (2.70). Colle:w11e « (Qll"_'y _dr/I''. J~1i111:1 •. G,H_.1u-;o ~,\ I.li.li, PoHir,1 /•ì/ou,fi,1; .\tu:-. nHJu. Primu li/Jru_dd/11 .lk"1/i.sica; ScUOl'l'.\11.\l I R, La fi– losofia .,ullrl ·11ii.-ersil11 ; lk>t'TllOl ,, La ,mtura e lo spirito. - Ogni volume: L. 1 - l0.90,. cinque o se:i anni fa accompagnai al piano· forte in un concc1 to dal o a P.,rma. Piccolo, mingherlino, debole e malaticcio, pareva che egli non s'n\'cdes<.c di alcuna cosa che av– ,·enhia attorno a lui. Come violinista sola– mente era prodi~ioso : non v'era difficoltà di meccanismo che non sapesse superare : e come poggia,•a l'arco sulle corde si sentiva che solo nllora si accendeva in lui una fiam– mella di vila. Mi si disse poi che il pa– dre suo Dio gli perdoni e gli dia pace - lo :weva iniziato allo studio della musica a quattro anni, e che dal momento in cui egli a,eva potuto reggc..re fra la mano e la spalla un piccolo violino era stato costretto a eser· citarsi su di esso rer ore e ore ogni giorno, senza ripo~. Possessore Ji una singolarissima attitudine musicale, era diventato veramente un mirabile esecutore, ma per renderlo troppo presto tale gli ave\'ano addormentato l'animo e atrofinato il cenello. E noi voi remmo, e noi pe1metteremmo che ciò avvenisse - sia pure in minor misura - dei nostri figli, nelle nostre scuole? ... L'obieiione di cui sopra, considera anche il caso dei cant:rnti; ma basta rispondere: che ove un opernio o un contadino rivelasse, a 18 o 20 anni, cli possedere una ,,oce bel• lissima egli, come trova sempre or:1 1 in casi consimili, un mercante di canlan1i che si as• sume la spesa per il suo mantenimento e per la sua istruzione musicale fino a che esor– J1sca sul teatro (e restituisca ad usura il denaro per lui speso) troverebbe sempre chi per farlo ammettere in Conservatorio lo fa– rebbe istruire cosl che potesse sostenere quel· l'esame di cullllrn generale imposto dal re– golamento riformato; che se poi l'operaio o contadino si dimostrasse incapace di cultura e non tro,·asse il mercante disposto a farlo studiare, l'arte non ci perderebbe che un can• t.mte asino e ignorante, e non ci perderebbe niente perchè i cantanti asini e ignoranti sono già 1roppi. E già che slamo in argomento : quando mai la nostrn trista critica giornalistica la vorrà finire di proteggere e favorite la slu· pefacente asineria la be~tiale ignoranza dei cantanti, prendendo in seria considerazione le intcrp1etazioni drammatiche degli st~ssi, i quali, salvo pochissimi, di interpretare un personaggio drammatico sono oggi assoluta– mente incapaci, perchè a ciò del tutto im– prep11rati ?•.. quando mai la nostra trista cri– tica giornalistica la vorrà capire e si metteri a dirlo che .1I cantante, oggi, non si vuol piil chiedere di avere solamente una bella , 1 oce, ma anche di non apparire sulla scena un fantoccio e un imbecille? ... Andiamo av•nti. Ildebrando Pizzetti. RAFFAELLO PICCOLI , ls/ro/oJ[icl dnnlrsrn. L. 2.00 (1.80). PerrM In ldlt:rntunr ill1/ia11a sia puj>Olnrr in /la– /ù,, Ccnt. 20. GIUSEPPE PREZZOLINJ Vita intima. Rnçcoha di pen<;ieri). I.. 1.00. L'Arte d, _Pr1.wmlt•,·,.. L. 2.00 (1.80). li sarte, Sf't1·1/ua/e. ;+.lode e figurini 1}(:r le anime ddln stagione co_rrcnte l. I.. 2.00 (1.80). Il L16rdlu tlel/11 I 'zia perfc//11. (l'rndnzionc dal tedesco con introdu.-ionc, della n,.ulsdu 17,ro• lo1rio. I.. 2.50 (2.25). Il ~àllulùis,~m. Nussu. fStudio sul prc ..entc 1110- v1me11tod1 nforma nel cattolicismo 1• I.. 4.00 (3.60). Cos'i il mod,•1·uiw10 l L. 2.00 (1.80). I.a Ct1//11rnlll1/ùr11a. (In collaborazione con G. P,,r!'il•. I.. 3.00 (2.00). Bnmlt:llfJ 0-1Nr. <.:on bibliografia e ritratto). L. 1.50 (1 35) L'! lt'ori11 si11d11nrli.tl11. I.. 3.00 (2.10). .\omlis. I.. 2.50 (2.00). ALDO DE RINALDIS I•. rlt!_.'!i(ti11I,~/(lt/i11, if filosufo UOIIO.ffÙdo. (Tra– duzione e 1ntrodu,donc). L. 2.50 (2.25). RIVISTE Il <;omm,•~,lo. (~umcro unico, con la collabora– :,:1011<: d1 • nlc11!1i .-.crittori della I ()l'r, fobbraio 1908, rarità b1bhografical. L. 1.00. Il l.ro_uart!o. (Sohnnto gli anni 1906, t907, ogn· fascicolo I.. 2.00, I.: due annate L. 10.00) 1 ARDENGO SOFFICI . '-~é~~;Jtrnno. Con note del prof. S. C.). L. 1.00 Il r~su..lkt!11rdtJ A''!.uv. ( ~'rc~eduto d,t: L' impres• s~on~ .. mo t" la p11tur,t 1tahana. Con 20 illuslra• ZIOll\ 1. J.. 2.50 (1.50). UN GRUPPO DI SEMINARISTI L11saln:-:11 ~ i11 ,wi. Ceni. 30, dit"ci copie L. 2.50 cento copie I.. 15. BERNARDINO VARISCO 1 J/t,ssimi l'n>IJ/t'mi. L. 5.00 (4.50).
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