La Voce - anno I - n. 41 - 23 settembre 1909

OC,E E~ce ogni giovedì in Firenze, via d,ei Robbia, 42 .,-,,Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .:,. Abbonamentc. per il Regno, T rcnto, T rie5te, Canton Ticino, L 5,00. Un numero cent. JO Anno I .,. N: 41 ,:1, 23 Settembre 1909. SOMMARIO: Per Il CongrtHO del Prolessod, .![. pr. - La Riforma della Scuola Media nel pensiero di Olonnnl Oeatllc, SAt.\'.\TQRi.: Col•POI.,\ - La liquidazione del passalo, l 0 GO Gr100 '.\IOXDOl.1'0 - No,·e anni di azione lederalc, Ti.:l.1.10 Tr::•now,. Sissi{!nori:qualche volta L:1Voce deve ei• serelauira e magari uoiosn. Chi ,1011 ha vo– rlia di imparnn-, chi arrn roba da dig1:rir ltggermente; rbi ama le cose1.mgbe. trn•i• dt-i ktt"ali, ha il cinemato~rafoda rinqmmta, da ve,,tic-i11que e da diui cm/esimi.Quest'o1uu: puci srautouani sm(altro. Dtdicmulo un altro 1111- mero doppio ( 1) nlln q11estio11,, de/111 srno/n media, 11011 crediamo solla11lodi i,ulirarl' a quanti ci ugnono l' importm,za di 1m problmut 11az.io11ale: ma. aurht• le lmu·menmz.1· di 1111a mi11ora11z.a di pro_(l'ssori r!JI', aveudo stipeudi da fc•rrovfrre e spessoda trmnvfrn•, 1M11 si é agitata.soltt111to p1ir 1111 pi,i dc'ccu/1' lrallamenlo, ma ha dimostrato di avere•uua rosrieuz.adel problnuardurativornpaiore a (Jlll'lla di 11oue de– rimi di'! 110,troparlamc11to (' di moltissimi mi- 11istri,mpi divisiout 1' alti impiegatiddla J.\lfi– ,ierva.A q,usta 111ùwra11:;,a si dari, bnllaglia iu Fireu:;,1: in questi tiorni: corn· sul/i: bocclud1'. (1) 11 numero 24 ('l7 nrnggio 1909) de La Vorc in olio pagine fu dedicato interamente a questioni scolastiche con i seguenti articoli: GAETANO SAL– VUIINt: Ln riforma della scuola media,- GIUSEl'PE LoMnARDO•RADICR: Le s,uole ilaliat1e nll'estero; E)IANUELE SELLA: Accademico asfuisco dell'o– s/ri,zio11ismo accademico; Au1RF.DO GAI.LF.TTI: I Uhri di testo,' Uco Gumo MoND0Ll-"0: Il /1/i– "iste,·o della l'ubhlica /str11::io11e. - Questo nu• mt>roco,ita 10 ceni. ma per lire 3,00 se ne possono avere 50 copie e per lire 5,00 cento co1>ie. moltirhe 11bhill trascurato In ;;;,a pratica, /1• qut•– slionidi carrfrra,gli orgnniri, 1' 1111/i gli altri ag– Ki'ggilmrorratici. Ora questo11011 è 7.,•rro: 11111 dd v1•roha un'apparrn:;_a, perchè.a questt·q111:stio11i ha dato il postochi!. si 11urita1..1a110: il sl'Comlo. E soltt111to rhi C solitopo.rni la la1ri11a 1' la rnciua all'é'lllraladi cnsn,p11Jrritirarla. L'i– dl'nlismo 1: rosi raro ii, Italia rlu l!l'dalo 111a- 11ifeslarsiro,1 1111a casi be/In rspr,·ssio111•, c,m ta11trr111i11u rnldr I' co11vi11te, ro11rivist,· ( 1) e con libri rosiscrinmmtero11apiti (2), i111111a rlrrss1' nota /iuora soltanlo tJ pt.,- i p,11e.~oltz.;,J /orali chi• dila11ia1111 i suoi nmuhri o ptr la pulnntain rolla q11afr i gim.mni so110 spesso oppri'ssi 111'/lt smol,·, mm po1e1.,a. lrtli.mrrisilm– ;;,.iosi odostili.Siamo lietidi ospitnri'oggialrn111• vari di qm•sJa1111tJVtt idn,litl, srolasJica. g. pr. (1) Sopratutto con i Nuovi Doveri, diretta dal Prof. G. Lombardo-Radice, edita da Remo San– dron (Palermo), quindicinale, lire sette all'anno. (2) Si vecfano: GIOVANNI GENTIi.E: Scuola e Filosofia: « Concetti foudament,tli e saggi di pe– dagogia della scuola media•· Un volume in-8, di pagg. X-338. • A. GALLI::TTI e G. SALVE)IINI: La ,-ifo,·mn ddl/a scuola mcdùr; « Notizie, osservR– zioni, proposte•· Con pref. di G. V1·n;1.u, Un voi. iu-8, di pagg. 471. Questi due volumi sono i primi di una collezione di Studi pedagogici, pub– hlicata dai Nuovi Do;;e,-i. I due volumi Lire 12,50; per i nostri abbonati Lire 10. La riforn1a dellascuolan1edia nel pensiero di Giovanni Gentile Le disrnssionifai/,: nei 110s/rico11veg11i rc– gio11ali,quasi tsdusivammlc impostale sul vo– lume dei professori Gnllelli e Salvemini, e I' im1111·11c11\a del Congre.uo Na\ionali.: di Fi– Tefl\& m' ha11110 fallo seulire / 1 11/ililà di t:o/– gariz.tt1re il libro Scuola e Filosofia di Gio• va,mi G1!11/ile, conccnlrnudo, intorno al conrello della riforma della smola media le molteplici riflcssio'1isparse nei iwri rnpitolidel libro. · Di questa profa11atio11c mi corre l'obbligo di scusarmi co11 l'autort, l,1 rui ira sp,rerei di placare, ossermmlogli clu; I' i11/ttt{ÙJ11& da me m11da 11011 è poi rnll,i.:a,s,: pure 11011 sia rù,scito, 11d/'allua\io11e, al fine che io slcsso mi ripro111cllero, vi $la riuscilo 1m po' ,r scapito della bo11tàe brllen.(l dell'opoa sua: farò mrglio 1m'a/lrn t·olta, o non j(lrò nMi più di simili brulle azioni.' La scuola in ordine ai suoi Hni. La scuol:i, tulla la scuola, d:1lla elemen• tare ali''uni\"ersitaria, ha. per suo l'inc la for– mazione, in generale, dello spirito nmano i ma 1 col dir questo, non si è ancora affer– mato il carattere specifico di ogni scuol:i 1 non s'è ancora falla la neces:,aria distinzione fra i \'ari ordini di es.!-a, non si è indicatC'I il compito particolare di ciascuna. Poiché ciascuna deve con1enersi entro certi limiti che non le è poi dato di oltrepassare senza snatuntrsi, e proporsi certi fini, ai quali, se non si sfonasse di pervenire, fallirebbe agli scopi per cui J:1 nazione l' lrn institui1:1 e mantiene. Ora non ci sono che due ordini di s.-:tiO· le : di cultura generale e di cultura speciale: quelle destinate ad auu:ire l:1 formazione dello spirito nella sua integri1ì1, quesle indirizzate, ciascuna a suo modo, a svolger sol una p:1rte 1 un momento singolo e particolare dello spi- rito: ;ille prime appartengono la 5cuol:i ele• mentare e l:1 media; alle seconde le tecni– che, le profos!-ionali e le scientifiche: oggi però nel 1i1olo di medie s'accomunano tutte le' scuole che vengono dopo la elementare ; ma non è giusto confondere insieme sc11ole tanto diverse. Nè la confusione e solo nel ti1olo, si anche nel fallo! Non si è intro– do110 I' insegnamento scientifico anche in quella scuola di llpo cosi semplice, cosi nello, così indiscutibile che era la scuola elementare, falsandola snaturandola corrom· pendola? E che cos' hanno di tecnico le scuole tecniche? Dal non distinguere, a se– conda del loro scopo precipuo, i vari ordini di scuole può darsi che derivi la maggior parte dei mali che tutti riconosciamo e la– mentiamo oggi in Italia! Il fine della scuola media. Qual' è il fine della scuola media? il suo tine specifico? quello per cui si differenzia dalle altre ed ha una tisonomia tulta sua? « La scuola media (risponde il Gentile) può essere considerata per se stessa, come istituto form:1tore di un certo grado di cultura me• dia che si creda necessario alle così delle classi dirigenti delb socie1à; e si può con– siderare come semplice preparazione agli studi scientificì superiori » : o IÌne a se stessa 1 dunque, o grado all'università. i\la di questi due fini quaP è quello che pili ragio– nevolmente e legi11imamente si può, e quindi si deve, assegna,e all11 scuola ,medi.:i? È grado ali' Università ? Supponiamo che I.i questione ,•enga riso• Iuta nel senso che questa scuola abbia il suo fine ncll'uni\ 1 ersi1it. \'e viene di conseguenza che i vari ins<.>gn;imenti della scuola media Bibloteca Gino Bianco debbono essere subordinati al!e varie facoltà uni,,ersitarie, che cioè alla scuola media spelli di gettare le fondamen:a dell' in(':F,namento t~ientifico ~hc si svolge e ccmµic. r.=ll.: t::ni \'Crsità. E allora le facoltà universitarie avreb• bero il diritto di determinare esse quanta parte delle loro materie sia necessario ap– prendere nelle scuole medie per poter es– sere accolli in u:ia data facoltà. Poichè <t giudice naturale dell'alunno - dice. il Sah·emini - non è colui che per un anno lo ha istruito, ma colui che deve istruirlo nell'anno successi\'O e che ha il diritto e il dovere di accertarsi, prima di ammetterlo nella sua classe, se ha la preparazione neces– saria a seguire utilmente i nuovi studi, e se non frastornerà con la sua incapacit;l il la• voro degli altri i-. Quindi esami di ammis– sione - ed è sacrosanto - anche per acce– dere alle facoltà universitarie. Ed è ben na· turale che i professori universit.iri fondino il lor giudizio di cap.:ici1à degli alunni usciti dal liceo in base a quella data quantità di conoscenze che questi possiedono e che co– stituirebbero le fondamenta delle scienze. La scuola media, se de\'e preparare agli studi ~uperiori, bisogna dunque che :inticipi una parte della scienza. È possibile? possibile incominciare sin dal primo anno del ginna– sio, quell'insegnamento che sarà poi finito nell\mh 1 ersità? Già in primo luogo la scuola media non avrebbe più una tìsonomia sua pro– pr~11 un fine suo; scuola media e universi– t:111a proseguendo lo stesso fine costituireb– bero un' unica scuola, un' unica scuola di scienza: un'università « come credettero gli autori d, una riforma dell'uniYersità napole– tana nel t 7j7 1 che nei locali del S,1lvatore rnccolsero ogni ordine di scuole, d11 quella del leggere e scrivere tino a quella di teo– logia ». Anticipazione della scienza: danni. l\l.1 1 a parte la confusione, è possibile pro• pinare la scienza ai bambini? <t:: La scienza - dice il Gentile - è soluzione di pro• blemi, è ordine e sistema portalo nelle no– stre idee: i bambini non hanno i problemi, e quindi non h.in bisogno di soluzioni ; e le soluzioni che offrite loro sono come oc• chi:1li offerti a chi ha buon:1 vista e grucce a chi ha buone gambe .... L'umanità ha im– piegato llllta la sua ,·i1a secolare a i,ervenire alla scienza, che oggi e o si suppone che sia insegnata nelle universi1i1 ; e, pure volendo, com'è. giusto, che P individuo riassum:1 la vita della specie, siamo discreti: l'unrnniti1 ci è giunta a!Pultimo, e all'ultimo ci ha d:1 arrirnre l'individuo ... Queste fnnesle conse• guenze della sconsigliata anticipazione della scienza nell' ini:.egnamento non si riducono :t solCl danno intellettuale, ma anche a una corruzione morale di cui gli effetti son tanto pili dannosi quanto più remoti. Noi pre– sentando la scienza a chi non ne sente il bisogno, facendo dcli' esercizio dell' intelli– gema un carico della memori:1 1 della loua gagliarda dello spirito per I{! conquis1a della verità l'abitudine meccanica e quasi direi passiv:i a ripetere I' imp:1raticcio, noi falsifi– chiamo il c:1rnttere dei giovani, spezziamo le loro natur:1li energie, avve7.Zancloli ali' ipo– crisia, alla professione di una fede che non sen1ono >. La scuola media fine a se stessa. Guarchamo orn l'altro lato della questione, gu:1rdiamo cioè se non sia più ragionevole assegnare alla scuola media nn fine tutto suo, per il quale essa venga a costitt:irc L:n istituto autonomo, e, firlo a un cerio punto, indipendente dall'università. Fino a un certo ;,tJ!',fO, l':.,i-, r,el M'Jl'l .i:; et.e i■ ,c-.aolc& rae..aii.. non può essere quasi i primi gradini di quella stessa scab di cui i gradini supremi sono negli istituti superiori. Che, infatti, in un certo senso la scuola media, come ogni a/Ira scuola, dipenda dall'università è incon• testabile; poichè l"università dà la scienza, e la scienza è il culmine della vila •. l.a scuola. media. a,,rà un fine tutto suo, quando si consideri non come scuola di scienza, < ma come scuola di preparazione alla scienza, che è cosa ben divers~ • ; e quindi anche come scuola di prepara.zione :tlla vita, perocchè scienza e vita, teoria e pratica, pensiero e azione, non sono termini fra loro opposti, se è vero che l'uomo tanto vale nella vita quanto ,•aie come intelligenza, se è vero che l'operare diritto ha per ante– cedente necessario il veder chiaro e lontano. La scuola media avrà un fine lutto suo, quando si proponga la formazione relativa– mente compiuta di tutte le attività dello spi– rito, quando essa si proponga di compiere l'umanità del!' uomo, ma non dell'uomo « reale del mondo pratico e dello specula· tivo, che solo la pratica e la speculazione possono compiere, sibbene l'uomo puro e disposto ad entrare nella pratica e nella spe• culazione, portandovi le attitudini spirituali che nell'uoa e nell'altra son necessarie •· La scuola media avrà un fine suo proprio, se mirerà alla formazione di quel che si dice una CO!>iienza, di quella coscienz.:i dell'esser suo che all'uomo è esst>nziale e che costi– tuirà la sua prerogativa nella vita e la sua personalità. Ù vero che « t>gli cosi non po– ira dirsi che abbia vinto nessuna battaglin ; ma avrà affilate bene le armi sue, e avrà preparato bene il suo cuore per poter vin• cere tutte le battaglie che gli toccherà di combattere nella vita qu.:ilsiasi che gli toc– cherà di vivere ». Ma in che modo adempirà la scuola me• dia .i quest'uflìcio suo, cioè quale genere di mllum impartirà, per preparare i giovani alla vi1a della scienza? Duplice senso del concetto di cultura. Poichè, indipendentemente dal duplice l'ine che le si può asst>gnare, b scuola media ha ·due modi di attuare l'uno e l'altro di cote– sti flni 1 « secondo il valore che si attribui• sce al concetto di cullura, sia che la s' in- 1enda come cultura definitiva dei migliori cittadini o come cultura preparatoria degli uotriini di scienza >. Si mirerà dunque nella scuola media ,1 impartire una cerla qu:in~ tità di cognizio11i elementari di ciascuna delle discipline, storicamente sorgenti e progredien– ti1 dello scibile 1 di guisa che l'uomo colto rifte11a nel proprio spirito l'enciclopedia del proprio tempo in miniatura? Oppure si mi– rerà, con 1'11pprendimento di certe date co– gnizioni, ma indipendentemente Jal valore storico e scientilico di queste, a promuovere una cena forma mentale che è il risultato d'un congruo esercizio delle a1tività dello spirito? Il primo concetto della cuhura è, natural– menie, subordinato al valore che in un d:1to momento storico ha :1ssunto l'arte, la scienz.:i, la filosofia, ogni produzione insomma della umana a11ivi1à; il secondo è in rapporto alla essem.iale costiluzione dello spirito: quello è variabile a second.i dcli' interesse che le di– verse discipline possono suscitare nell':1nima

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