La Voce - anno I - n. 38 - 2 settembre 1909

CE Esce ogni giovedl in Firenze, via dei Robbia, 42 .JI, Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI .JI, Abbonar.ieutn per il Regno, Trento, T riest,, Canton Ticinu, L. 5,00. Un numero ceni. 10, Anno I .:I- N: 38 .:I- 2 Settembre l?09. SOM \I A I( 10' 1~011umcnll e llbrl, I.A \'oc1-: - Bcroardlao Varlsco, (;10\',\'\'I t\ \Il-,ou1.A - I nustrl ls1llull ·•lcall, 11, I· 1a.11w. "no l'lll'TTI - Lai e co1!uml dcll'E1rc1l1 C:,lleia, I, Il dudlr•, ,:. p,. I prt.lCYArl In provincia, l 11•1•1-:10-:1.1.0 - Per una colledooe di cl1Hlcl. K,n \11.1."o P1c:,:01.1, FE!iOl:"i'A!\"00 ;\IAKTl'I, Go•·· ,o.Ilo ll,-1.1.n,c1, Cll"',l-l'l't- P,;:1,;z.zo1.1~1. GtO\'A:"i'Sl P,\l'INI. Monumenti e libri. Alomi ,ltputati i1t1/ia11iln11uw t11.!III(}11m1 b,w,111 idr11: 1w11 (nr piri il irn11 1110,111111.:nto HD\_fo11alt ti D,inlt hl Ro11111 t spt,~ltrt i q11nt– lrini dtstiunti a qurllo prr nrrirrbirr In Bi– Miotrrn I'ittt,rfo Em111111tlt• di Roma la qualr si potrtbbr riballt{z_flrt romr Bibliotua Dantt dtll mo111mlo rhr il smldrllo V illorio Emmmelr ;. ,, sani mwralo 11rllnsuddettarittti di Roma da 1111 grmulr ammasso di pietre, di marmi,, di sh1t111' r/11• ri rosta molti milioni ,, 111olti sospiri. Sirrome è 1111a /1110,w idenpochi ,,eparlauo t i giornalisti, al solito, ri srlur{_auo.O che /Orse, dir11110, i11t 1 trt di ,ma staltta ti Lropardi si dcJVrtl fmu/arr 1111 istituto pti rarbitiri ,e.si dm:ram,,,drtlirart i soldi rarroltiptr 1111 mo- 1111mm1t1 ,, Làv,.,ur a ,ma sruola ,l'agraria? Siwro: proprio qutslot"1gliamo.Gli; tanto trmpt, rbt si (}(lfia ro11tri1 lt stal11t t i,n•ut gli srnlturi 11011 bn11110 mai t1v11td ta11h1 da/art rnmr ora. Hiso(nrrrb/irsmtltrrt lr dulamaz..io– ni r farsi llt'll11tiro11 le proposte. Di 11101111- mmti a 11 1 ( a11cbr tmppi r so11 orrmdi quasi tutti. Qui a Firm;_t abbiamo trt• stalm' di Da11/r ,. la pi,i brlla fa pa11r11.Q11dli rhe ,1011 rmmsro110 11011 rirordn,w 11011 rivnisrcmo 11011 , 1111111,1 1 gr,wd',wmo si strnjàltdtld drllt stt1/111• t 1111rbr St 11',mp,rr,11111 il 11111c , 1tl 11c1mr J>lr /c,r,111011 n1ol dir m1//11.Gli nitri urrmw gli spiriti gramli 11t'IJc" ,,pt"rr t ,ullt s/,1rir 1 ,wn ,:iti su/11pi"'-"-'' Hnsln, ,l,111,JIU, rm, tpitsti m,11111mmti. Ptr '"'"rnrr 1111 nomo ltis11vw Jl,r ,11wlrMa rbt aiuti il Jim· pi,i r,m, rhr q11tll' 11,ww i-bbt,ulla 1.·itn ,, ptr lo mrm> qur/111 rhr o~gi, m11tnti ltmpi, ( passil,ifr.JJa11lr, fra I' trltrrrMt', tmeva all'o– prrr s111· I' alla sapimz.a. S,· ri st111qnn1tri11i si farria,w t/111111111· / 110111· 1• lwllt t'fli;_io11i a /111011 paz.z.o ddfr S/11' potsfr 1• dellesul'pn>st ,, si rom· priuo molti libri per I,, Ji/,nrir di 111/ti lnvt•tt' di far stt1!11r a i\111'-;J11i si npra1111 srnolt; in– t'Ut ,li ft1rlt II Garibaldi si incoraggi il tiro ti seguo. Con 11111,1 il /,riw'\ll rht s'; spi>so 1;,w li '"" pt·r r itti>rio Hm,11111tlt I per Ga– ribt1/di,ptr Cmw,r, ptr Ftmti o prr Rirnsoli rbissti q111111ti am11011i di pi,i ri si ritrni•ara ! Afo I' ltt1lit1( I,, rn//tr ,/rii' t1rlf t t·twfr il bu111 bum r lt ftstt r lt /,mulitrr t' i /trulli musi ,ii met11lfo. /Jt1 noi il patrfolti.smo ; t1r- 11ammlt1lt ,. rnnilt•so: l1g11i Ju,,thiaio/o vuole il sm, gmwl' 11omt1 ;,, pù''-'" r quel j>t'{:;,_o di mnrm,, li di bro11;_0 mal m1•dtllnto pnr rbe ri t1bbia ,, n111s1>lt1rt d /la miseria,dr/ smliriumr I' dl'lr i;!11omn;p. L, \'ocE Bernardino V arisco. Te1ttat1\ i di soluz1011e di problemi generali, anzi universali, che pur guardando al tutto non perdano di vista il metodo di trattazione concreto, eh'~ proprio della ricerca filosofica, non sono frequenti oggi, n~ in Italia, nè al– trove. Occorre, per affrontare tal genere di problemi - i quali abbracciano il terrilorio dell 1 antica metarisica - una rara combina– zione di facoltà mentali e sentimentali: l'in– teresse. cioè, per quelle soluzioni definitive che orientano e danno signiticato a lutto il sistema clelle nostre conoscenze; e la pene– tra1He sicurezza dell'istrumento intellettuale che permetta di distinguere fra la generaliz– zazione formale e schematica, la quale dà l'Hlmione di eliminare un problema mentre invece non fa che r:trefarlo e ditfonderlo in una 1ona di falli più vasla e più nebulosa, e il raggiungimento di un concetto vero e pro– prio, capacr di organiuare sislematicamente, e di render consapevole dell'interna spirituale unità, tutta una categoria dell'esperienza, e, nel c:1so detinili,•0 1 tutte le categorie dell'espe– rienza. Occorre insomma l'uso dei due stru– menti fondamentali dcli' intelletto liloso6co: la critica e la sintesi, e un uso non già sue• cessivo o alternato dei due, ma simultaneo e combinato. Se la realtà, filosoficamente pen– sata, sorge ad un livello di consapevolezza che sovrasta a quello del!' intuizione comune del mondo, di quanto la visione distinta e l'energia sicura della maturi1à sovrasta alla visione sfumata e poetica ed all'impulsività capricciosa dcli' infanzia, ciò è soltanto ~r virtù dell':1z.ione combinala di questi due me– todi, 1 quali, separatamente impiegati, ci per– mettono soltanto un'esercitazione della mente, ma non c1 forniscono vere e proprie cono– scenze filosofiche <iulla intima natura del mondo. Tale combinazione si trova realizzata ben raramente nella riflessione filosofica dei nostri contemporanei, almeno se dobbiamo giudicarne, nonchè dai risultati ottenuti, dai soli tentativi che si son fatti negli anni re– centi e che si vanno attualmente facendo per giungere a padroneggiare, con un pensiero che sorga da questa nostra età, il problema dell'unhierso. E questo, se non produce in noi grande meraviglia, per l'abitudine che abbiamo contratto di attenuare a bella post.a ciò che è pit.1 caratteristico del!' umanità, e cioè il sentimento religioso ed il pensiero dei massimi problemi, pure è in sè assai strano e quasi direi inesplicabile, poichè la critica e la sintesi si implicano e si presuppongono reciprocamente - e semprechè noi ci im– battiamo in un concetto o in un organismo di concetti, vale a dire in og·ni attimo della vita, noi le troviamo insieme innestate e com· penetrate. Quando i pens:ttori hanno tentato di costruire edifici tilosotici mediante I' im· piego separato di una di 1ali focoltà 1 sono giunti a risultati assurdi e contradditori. Cosi, p. es., l' impiego esclusivo del metodo cri– tico conduce ali' ideale gnoseologico della Erkm11/11i~skritik, la quale è evidentemente contradditoria ed impossibile, poichè presup· pone che il pensiero possa farsi estraneo a sè stesso, e giudice di s~ stesso. Viceversa l'impiego esclusivo del metodo sintetico con– duce alle generaliZ?azioni dei sistemi positi– vistici, quali le 1roviamo rnppresentate nei libri del Com te e dello Spencer; generaliz.• zazioni che riposand su presupposti non giu· stifìcati, o su contrnddizioni di concetti non risolute, talchè non è possibile scambiarle per conceui filosofici clell'esperienz.i, ma occorre, invece, ritenerle semplici aggregati, più o meno simmetricnmenle disposti, di giudizi ri– guardanti zone limi1ate dell'esperienza stessa. Bernardino Varisco deve aver conosciuto la ,•ertigine dcli' errore che coglie il filo– sofo allorchè rischia di cadere in una delle due forme opposte, ed egualmente perico– lose, di schematismo intellettuale, poichè a volta a ,•olta l'impiego della sintesi ha Bibloteca Gino Bianco soverch1~to nrlle- ~ue 111c:d11~1iJn1 quello della critica, e vice-,ers.a. Ho detto :a vertigine del– l'errore, e non l'errore, poich~ le sintesi scientifiche di sdt1t{J t opinio,,i e le analisi R.~oloe:ct-e dc I la Cl'nMct•t{O ,. dei Parali– pommi, non contengono mai affermazioni me– todiche dcli' errore, ma sono piuttosto caute ricogniz.ioni dei campi estremi della medita– zione filosofica, pericolo-.i perchè (anno sen– tire la lusinga allenatrice della unilateralilà, - che in filosofia è sinonimo d'errore, - ma che possono diventare altrettanti elemenli di forza per chi abbia saputo pensarle, senz.a restarvi imprigionato e limilato. F.d è ciò ap– punto che è avvenuto al Vnrisco 1 il quale nei Massimil'rohlrmi ( 1) raggiunge, o se proprio non raggiunge interamente afftrma almeno con chiarezza una forma d'equilibrio. I.a ri– cerca del \'ero gli appare infatti come un'ar– monica cooperazione di tutte le a1tivi1à dello spirito, che si esprime per meno del pen– siero, ma che non si risol\'e tutta in pen– siero logico, poichè tutta la personalità umana vi è invece interessala. Non possiamo infatti escludere dalla ricerca del vero il sentimento e la moralità, in en1rambi queste manifes1a– zioni spirituali il filosofo potendo e dovendo cogliere gli indizi e le condizioni stesse della verità. In ciò è il ,•alore filosofico dei sistemi che hanno criticato I' intellettualismo puro degli scolastici e dei filosofi del seicento, in ciò la verìlà degli intuiz.ionisti, dei sentimen– talisti, dei mistici, di Kant che afferma la « ragione pratica :. 1 e l'impiega a scoprire quel che 11 intelletto logico non ha saputo ,ifferrare, di Hegel che afferma la razionalità dello spirito, anche quando trascende P intel– lettualità formale: in ciò è insomma il di– ritto del nuovo umanismo 1 quale si è an– dato gradualmente costituendo e sviluppando da Cartesio a noi, a sostituire in via defini– tiva la tra.~endenza gnoseologica della filo– sofia antica e medioevale-. Il \'arisco esprime questo dicendo che il filosofo deve essere e ex veritate >. Ciò si– gnifica che la verità eh' egli ricerca non è una semplice rispondenza reciproca di con– gegni logici, quale osserviamo ne!P indagine scientifica ordinaria, ma qualcos., di più va– sto dcli' individuo, in cui l'individuo tende a risolversi, risol\'enclo però in pari tempo in sè slesso la trascendenza cnratteristica del concetto di verilà: per cui la filosotìa co– struita sarà un 1 integrazione di universalità e di individualità, una fusione concreta di ve– rità e di vila. Uno scienziato che pensa, cerca di regolare correttamente I rapporti che esistono in una certa parte del suo es– sere : il pensiero. LTn filosofo che medita, invece, cerca l'accordo di tutto sè stesso con tutto il possibile: la sua attenzione non può quindi limitarsi allo svolgimento d 1 ope– raz.ioni mentali, per quanto vaste e compren– sive, ma de,•e tener conto del movi men10 di tutta la spiritualità individuale che tende alla fusione di sè medesima e della realtà oggetth 1 a in una sola verit:). Se la filosofia, nonostante ciò, :1ssume un aspetto prevalen– temenle ìntelle1tuale 1 questo si deve al- fotto che essa, per quanto si confonda con I' in– tero processo suaccennato, e sin perciò la realti stessa dello <ipi!'ito 1 pure ha la fun– z.ione maleriale di rappresentare e I' idea • di quel processo - ed è per1anto 1 nella forma, fa1almen::e in1elleuuale ed « ideali– stica ». Nella forma, quindi, essa è un grado di una realtà pili vasta e più pro- (1) BERNAII.DINO \',uusco. / massimi prol>lemi. L1bre1ia Editrice Milanese. Milano, 1909. fonda che si ::.tt'la più cor.ipiutamenle (cre– diitrno noi) nella coscienza etica, e perfetta– 'llente nella coscienza religio~ i ma per 11 contenuto es.c:,1 è la realtà nedesima 1 e ~– pera di tanto I' intellettualismo della scienz.a, Ji quanto la COSI IUJ,era ii ~mho:o i e nell:a posizione e nella soluzione dei problemi deve fare appello a 1ut1a la reahà umana, per chiederle le domande e fornirle le risposte. Ecco perchè la riloltOlia deve sforursi di rispondere ai massimi prohltmi; e de\•e anzi riporre in tale sforzo la sua dignità maggiore ed il suo significRtO umano. Se non s1 pro– ponesse questo, essa rappresenterebbe soltanto un grado più complica10 di artificio intellet– rnale ; ma 11011sarebbe ancora un grado di alluaz.ione dello spidto. Orbene, il \'arisco, al quale pure è stato rimproverato di non intendere pienamente il significato e I' in– dole della ricerca filosotica, ha invece chia– ramente affermato questo carattere della filo• sofia 1 poichè fino dal suo esordire, in quel Scit11{ae opinioni ..:osi pieno di conoscenze scientiriche e di analisi intellettuali, egli af– fermò n~ttamente la necessità per la filosolia di rispondere ad esigenze più elevate di quelle che trovano soddisfazione nella scien• za: esigenze fatte di ragione, di sentimento, di eticilà. Allor.1 il problema era questo : e esiste il soprannaturale? • E alla solu– z.ione di questo problema e_rnn rivolte tutte le forz.e della meditazione filosofica. Oggi si– tralla invece dei « massìmi problemi •· La posizione fondamentale mi pare essenzial– mente la stessa. Ed il Varisco 1 appunto per– chè ha preso le mosse dalla scienza, ha tanto più merito se non ha perduto di vista il si– gnificato vero dei problemi filosotici 1 se ha anzi stabilito la posizione della filosotia su tal livello che, non solo supera la scienu. 1 ma tende ad abbracciare la completa uma– nità. Tale merito gli viene oggi disconosciuto da alcuno, con scarso spirito di giustizia, e con poca penetraz.ione di ciò che sorpassa le esteriorità accidentali del pensiero : il quale nel l'espressione ha tante differenze, quante sono quelle esistenti fra gli individui. Ma il tilosofo non deve arrestarsi dinanzi a que– $le : è invece suo compito di scoprire al di là dei veli le identità reali di contenuto. E, se guardiamo oltre i veli, dobbiamo ricono– sce1e che il Varisco non si è nrni allontanato dal terreno dell:, seria meditaz.ione dei pro– blemi filosofici, dei qunli ha inteso retta– mente il signiticato, ed alla soluzione dei quali si è proposto d1 cooperare mediante una perseveraole meditazione del problema della conoscenza. Pertanto il suo libro re– cente, se in molti risultati sorpassa le sue ricerche precedenti, pure 'ii mantiene in una medesima linea di pensiero, e rappresenta, più che una de,•iazione o una correzione, un risultato più alto, raggiunto dalla medesima attività fatta più inlensa. Giovanni Amendola. (D.11 prossimo (;i<ICÌC0I0 del Ri11110V(l111e11/()j, Stm1le i m,ovi 1111111,•rosi al1!,o,,n111r,,ti II tutta J'a111mta 1909 nm gli 111·rrtrati thbit11110 tsnu– rito aswltita11w1/I'q11alrbr mw11·rn, t' poirbè a 11egi1111gt richiesta m,rbf da rivrmliltlri nbhiamo dlriso di farli ristm11pt1rt. l'erO data la spesa mm lirot t111111mtinmo d',tggi;,, anmti il prtz.{o dei 1111111tri a rrlmti , JatJi r,stnm– part, iu questo modo: ogni m1111er11 dal/' 1 al ·I L. 0,10 tutJi i m,mrri dt1/I' 1 al 4 . )) 0,40 og11i m1mtro dal 5 al I I . » 0,30 t111ti 1111mrri dal 5 nl 11 • ,, 1 1 80 111/ti i mmuri ,ltrlr 1 al 11 » 2 1 20 111/ta /'a,mata 1909 ro1111rrrtrati. ,, 7,00

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