La Voce - anno I - n. 24 - 27 maggio 1909

ovVV. 'b O'W//YVVO.-{ O l,t=I J~ ç:,,,., __,. OCE f.sce ogni giovedl in Firenze, via dei Robbia, 42 .,;. Diretta da GIUSEPPE PREZZOLlNI $ Abbonamento per il Regno, T renio, T riestc, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero ceni. JO. Anno I _.,. N.• 24 ~ 27 Maggio 1909. S0~1\l.\Hl, ~ la riforma della scuola media, G,u, rA:,,.o SA1.,-► ,11,1 - Lt scuole ltallaac all' eslcrr,, G1tSLP1·t-· !.O)Jll.\kPO-R.,mn: - Acc■dtmlco 11lcrlf<.o dtll'oitru.doalsmo 1cc1dc■lco, E\I.,,, .• LI St 1 .1.., l~llbrl di ,,._ ICSIO, ALFIU:.DO c.,1 U.Tll - Il Mlal1tuo della Pubblica l1lrutloac. l'n, (,t·u,o \lft'.\lJOl l"O - Per 1,icJardo Rouo Il caso Trap.aat.K - SolloiCrlrloac pro e Lcp S1doulc >. Larif orn1a della scuola n1edia. I. Gli alunni, che escono a 10 anni dalla quarla elementare e si avviano per le scuole medie, si possono dividere in tre gruppi fon• damentali. Il primo è costituito da giovinetti del pro• letariato superiore e della piii minuta bor• ghesia 1 i quali possono rimanere improdullivi solo fino ai 13 o 14 anni, e chiedono che la scuola media li metl:l in grado di applicarsi, appena usciti da em, ad occupazioni imme– diatamente lucrath•e. Costoro, dove è possi– bile, frequen1ano oggi la scuola tecnica con l' intenzione di fermarsi dopo la licenza. I.' altro gruppo è da10 dagli alunni di fa– miglie benestanti, che possono rimanere a scuola fino ai 12 o 24 anni, e perciò sono des1inati dai genitori alle professioni superiori, e \'anno oggi al ginnasio liceo o alla scuola tecnica e poi alla sezione fisico-matematica dcli' istituto tecnico con l' intenzione di pas· sare in seguito agli studi uni\·ersitari. Il terzo gruppo di alunni è intermedio fra i primi due: sono gio\'anelli del medio ceto, che non possono rimanere improdutti\'i al di là dei 18 o 19 anni, e si destinano alle pro– fessioni minori e alle carriere d'ordine, ed hanno bisogno di una scuola di durala inter– media fra le scuole popolari e le scuole uni– versitarie, e vanno oggi, quando possono, alle sezioni di n1gioneria e agrimensura degli isti• tuti tecnici, alle scuole medie di commercio, alle scuole speciali di agricoltura, alle scuole normali maschili, alle scuole professionali di secondo grndo 1 ecc. Il. Se noi confrontiamo il primo col secondo gruppo di alunni, non possian10 non rimanere colpiti anzitullo dallf' di\"erse posizioni ini– ziali in cui gli uni e gli altri si affacciano alla soglia della scuola. ~ella famiglia di un medico, di un ricco indus1ri:.Je 1 di un professore si p:irla o l'italia• no o un dialetto profondamente it:1lianizzato; circolano piii o meno abbondantemente gior– nali quotidiani, ri\•iste illustrntt-, libri e pub· blicazioni periodiche per i b:1111bini spesso si discute nelle conversazioni intorno ad ar– gomenti di varia coltura i si \'a a teatro ; la mamma non è quasi mai sfornita di un di– screto grado d'istruzione, e accompagna il figlio nei primi sludi: il bambino e il gio• ,•ane, insomma, si trovano in un ambiente familiare piuttosto ranìnato, e \·engono alla scuola con un capitale, diciamo co~ì, d' im– pianto, da cui la scuola non può astrarre e che essa avrebbe torto di non adoperare ai sui fini. ~ella famiglia dcli' artigiano, del bottegaio, del piccolo proprietario di cam– pagna, invece si parla il diale1to puro o quasij sono scarse o nulle le fonti di coltura extra• scolastica; i genitori badano poco ai figli e non possono integrare l'opera delle scuola ; la quale deve far tutto da sè, e de\·e aspet· tare poco o nec:sun aiuto dall'ambiente fami– liare ed extrascolastico. In siffatte condizioni per i dt.e gruppi di alunni sono e\·idente– mente necesc:arie due scuole diverse. Con– fondere insieme i due gruppi nella mede– sima scuola, significa o attardare gli uni per non lasciare addietro gli altri, o lasciar per• dtrsi ingiustamente que!\IÌ per ~eguire il pa~so riù lesto di quelli. F. non solo i due g•uppi sono netiamente distinti per le diverse posizioni iniziali, ma anche per la diversità dei fini a cui In scuola deve mirare per ciascuno di essi. La scuola di breve durala necessaria a un alunno, che a 13 o 14 anni abbandonerà gli studi per di– ventare commesso di negozio, o fattorino po– stale, o lavorante specializzato in una piccola azienda agraria o industriale, deve avere un indirizzo sicuramente pratico e utilitario, af– finchè l'alunno sia abilitato a guadagnarsi immedialamente la vita. lien diversa è la di– sciplina scolastica, a cui deve essere sottoposto l'alunno di famiglia benestante, che aspira agli Mudi universitari attraverso una scuola di alla coltura e di lunga durata. La istruzione uti– litaria e professionale questi la troverà negli islituti universitari. L1 scuola mcdiii deve pre• pararlo agli studi universitaii con una solida educazione intelleltmile 1 che ranìni le sue fa– coltà analitiche e sintetiche, renda flessibile la sua intelligenta, lo abiliti alle successive specializzazioni professionali. Non bast:i.. Alla società non importa solo di avere medici, avvocati, professori, ingegneri tecnicamente capaci i importa soprnttutlo di :n·ere una classe dirigente dalle idee larghe cd equilibrate, idone:i. a guardnre senza pre– giudizi e senza pr.ure i pÌ-oblcmi d:t cui si tro~ verà assalita, non solo nell' :11nminislrazione dei patrimoni priv:tli, ma sopr:utulto nella cura degli interessi politici colletti\·i i disposta 11d esercitare con umani1à 1 senza ringhiosi egoismi e senza fiacche ed irragionate lar• ghezze, i suoi diritti i ben preparata n sentire e ad :Htuare in tutta la loro larghezza i do– veri molteplici e gravi della ricchezza e della coltura. Concedendo la costruzione e l'esercizio di una linea tranviaria a un capitalista pri– vato, il Comun1! impone al capitalis1a, in cambio della concessione utile al capitalista, certi obblighi e certe restrizioni, che sono ulili agli altri: per es. velocità. massima, fermate obbligatorie, salari minimi, ecc. Kon altrimenti i funzionari tecnici dclegnti dallo S1ato a rilasciare licenze per gli i:tudi uni– versitari nelle scuole medie di alta coltura, prima di classificare il giov:me negli ordini inferiori della società e aprirgli coc;l la via alle profossioni più ele\ 1 a1e, hanno il do\·ere di accertarsi nell 1 interesse comune non solo che esso sia idoneo alle fonzioni tecniche a cui aspira, ma anche capace cli tenere de– gnamente il suo posto nella clasc;e sociale 1 in cui viene collo..:alo. Qualunque scuola media abbia lo scopo cli i~lruire ed educare i giovani delle classi dirigenti, se gli ordi– mt1ori di e-.sa a\•r:rnno tenuto nel debito conto l'interesse supremo della societ:\, sarà sem– pre una scuola pre\'alentemente educativa e non utilitaria. Volendo fare un paradosso, diremmo che la scuola media delle classi dirigenti deve insegnare, non ciò che è utile agli alunni, ma ciò che sarà utile alla so– cie1:\1 anche col danno del peri;on:ile degli alunni. E a que,;;t' interesse supremo della società c;j deve pro\•veJere specialmente nei moderni S1a1i Jemocratici. Perchè nes<iuna democra• 1ia potrebbe a lungo mantenersi 1 se circo– scri\'cndo e assottigliando i prh•ilegi della nascita e della ricchezza, non si c11rnsse di sostituire alla vecchia aristocra1ia di diriuo una nuovJ aristocrazia di f:t1to 1 dall,1 intel– ligenza limpida e dalla retta e fo1tc volontà. ~elle societJ democratiche un:t coltura alla Bibloteca Gino Bianco ,_ disintere~sala non è per le clas~i inferiori un dirit'o: è un dovere. E una democrazia, che vr~ non degenerare nella pii1 abbieu2 f mediocr.11,a, non de\•e consentire a nessun patto che le classi superiori sfuggano a questo IC'ro dovere preciso. Ora una scuola destinata a distinguere ed 3\'\'iare agli ahi uffici sociali, mediante una rigida educazione intellettuale e morale, l'ari– stocrazia dell'ingegno, non può non essere: assolutamente di\·ers.1 per organizzazione e per metodi dalla scuob, che deve sen•ire per dnre appunto alla moltitudine quel 1:11110 di istruzione, in cui possano trovare sode.li• sfozione i suoi immediati e legittimi bisogni utilitari. Gli alunni, che chiedono alla scuola c:e– condaria l"abililazione alle professioni minori mediante un corso di studi, che non li 1enga improdullivi al di là dei 18 o 19 anni, devono essere solloposti dopo la scuola ele– mentare a un tirocinio educativo, che li addestri e li prepari alle specializuzioni pro· fessionali del corso superiore delln scuola di media durata. Per questo moth·o ad es~i non può senire, subilo dopo le elementari, la scuola di bre\'e durata avente fine in se stes~a, di cui han bisogno, invece, gli alunni della cl:m:e sociale pili mo<lesla destinati ad ab !>,•1d(\•t- 1~ Il\ sc1 1 .c-ln subito dopo i I j o 1.1 anni. I metodi di una istruzione preparatoria a studi ulteriori sono inconciliabili coi metodi di una istruzione complementare indirizzata a fini pratici immediati. D'altra parte, essi non hanno nessun inte– resse a fare studi in comune con gli alunni della scuola di lunga durata e di alta coltura destinati ali' uni\erc:ità. Nel secondo grado della scuola medi:. questi ultimi continuano sempre a preparar~i per gli studi professio– nali universiiari uileriori, mentre gli ahri aspettano appunto in questo ultimo stadio scolastico la istruzione professionale imme· diata. E nello stesso primo periodo della scuola media, in cui tanto agli uni quanto agli altri oc..;orre una coltura intellettuale non diretta ad applicazioni immediate, ma :wviatricc a -.1udi ulteriori, la prep:m11.ione degli alunni delle scuole di media durata, dovendo fare assegnamento su un pii.i bre\'e ciclo di studi e do,-endo aprire I' aJito a professioni più modeste delle profes-.ioni univer<itaric, non può non essere più affrettata e meno raffi– nala di quella, che si de\'e impartire nelle scuole di alta coltura e di più lunga durala. Si deve, inoltre, tener presente in qualun· que riforma scolastica che la scuola di alta cultura ~ \"iatricc per gli studi u1ti\·ersitarii 1 se deve compiere sugl' ingegni una rigida funzione selettrice nell'interesse della società, quesla funzione deve compierla specialmente nel suo grado inferiore; là..!dc•!e una scuola avviatrice alle p1ofessioni minori e alle car– riere d'ordine non può non avere nel suo corso preparatorio esigenze più modeste ed un andamen10 1 per dir cosl, pili democratico. Essa de\•~ arrivare tino agli alunni, e pren• derli al punto dove la maggioranza di essi può essere condotta dalla scuola elemenrnre, e solle,·arli amorosameme a poco a poco tino alla specializzazione professionale. La scuola d'alta coltura, im•ece 1 deve fun1.ionare lin da principio come strumento di prova per gl' ingegni più forli 1 e non de\•e lac:ciar p:tssare che questi, in modo che gli studi rigidi e difficili del secondo studio della scuoi.i 1ro\·ino una scolaresca capace di pro· cedere speditamente verso lo scopo. L1 ingiustizia pii.1grave del presente nostro sistema 111colas1ico è ques1; · ~h.. il ginnasio inferiore presenta diflicol1à incomp.:-hllmenle meno gr.1d della -cuoia tecnica. come appare dalle statische degli alunni caduti di anno in anno, che sono nella scuola tecnica il triplo che nel ~innasio inferiore i e le vere difficoltà della scuola classica cominciano nel ginnasio superiore e crescono pletori• camente nel liceo, e la selezione che non e stata compiuta nel ginnasio inferiore, quando gli alunni erano a tempo a riparare alla scelta sha~liata 1 avviene nel ginna~io superiore e nel liceo, quando chi si ferma non può essere pii.a ché uno spostato: per cui la scuola clac:sica attuale è come un trabocche110 1 i:1 cui l'alunno prima è attinto con mille ing,rnne\·oli facili1azioni 1 e poi è assassinato. Ciò pos10 1 è e\•idente che gli alunni de• stinati alle scuole di media durata aventi fine in un corso professionale de\•ono essere distinti prima che sia possibile dagli alunni delle scuole di alta coltura avviatrici agli studi unh eri.itari. La prom1scui1:l delle due classi di alunni nella stes~a ~cuoia ci mette– rebbe nel bivio o di facilitare gli studi della scuola comune per adauarla ai bisogni de113 clac:se più modesta, e do,•ere per conseguenza deprimere anche il tono del secondo grado della scuola di alta coltura 1 togliendo a questa ogni funzione 1igidament" selcllrice, e facendo degli studi universitari l'appannaggio di chiun– que avesse quattrini per rimanere per molti anni a scuola indipendentemellte da ogni superiore capacità. intelle11uale; oppure tenere mollo alto per tuui il livello delle esigenze scolastiche, imponendo ingiustamente a~li alunni destinati alle profec:sioni minori e alle carriere di ordine la stessa disciplina e gli stessi obblighi a cui de\•ono sottostare le pro– fessioni maggiori e le carriere di concetto. Sono neces1tarie, dunque, nella sociecà mo– derna tre lipi di scuole medie, che vanno tenute indipendenti più che sia possibile. Una scuola popolare per gli alunni che non possono proseguire gli studi al di là dei J J o 14 anni I avente fine in se stessat con indir ino pre\ 1 alentemente e intensamente. pratico ed utilit:irio. Una scuoln di media coltura, per gli alunni. che hanno bisogno di dedicarsi prima dei 20 anni ad occupazioni immediatamente lu· crati\·e, costituita d:1 un primo periodo di preparnione intellettuale e morale, e da un ultimo periodo di studi professionali utilitari aventi fine in se stessi. Una scuola di alta coltura 1 per gli alunni che possono rimanere improdutt\'i fino ai 2z o 24 anni e sono perciò destinati agli studi universitari, la quale sia diretta tutta a sele– zionare le classi superiori e prepar.ula ai p;i., elevati unici mediante una rigida disciplina intellettuale e morale. I\". l\elle società, che hanno preceduto i pre– senti regimi industriali e democratici, la scuola per le classi superiori era la sola che attirasse le cure dello Stato e delle corpo– razioni che esercitavano le funzioni scolastiche dello Stato. E la scuola di alta coltura non era concepita sa non nella forma di scuola classica. Nel secolo XIX, e specialmente in questi ultimi cinquant'anni, non solo le scuole popolari e le scuole di media coltura sono rampoll!ne da tulle le pani e si moltiplicano con progressione r:ipiclissima e ber.elica, ma r-

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