La Voce - anno I - n. 13 - 11 marzo 1909

Esce ogni giovedl in Firenze, via dei Robbia, 42 $ Diretta da GIUSEPPE PREZZO LINI .:/o Abbonamento per il Regno, T renio, Trieste, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero cent. IO. Anno I ·" N: 13 ,ti, ll Marzo 1909. SOMì\lARIO: - J fasll della pslctihtrla iiallano, G, \'EDRA:-.1 - Miserie elettorali, L. ;\I. 811,LIA - Pedagoita sessuate. N1iu1.A - Leticre trlestlae: lii. Altre istituzioni di coliura, S. SLArAPER - Nott": .\"a:iom,– lismo tr11011imo, g. pr. - RIYlsle da leggere, ecc. I fastidellapsichiatria taliana. Parlo slllle debolezze della scienza italiana delle malattie dello spirito e 1 quando si:!, il caso, sulle malattie o sulle deficienze dello spirito dei dottori dell'anima. Prima di tutto uno sguardo all'ambiente. La psichiatria italiana, per grazia di Dio e volontà esteriormente entusiastica e sommes– samente ringhiosa di una certa Societ;). Fre– niatrica, è da più anni sotto il paterno do– minio di una oligarchia di egregi uomini, di alcuni dei quali :rnch' io lodo il passato ornai remo10 1 sebbene senza falsi pudori che mi ritengm10 d:ll dire ciò che meno ammiro nel– l'e~aurimento presente della loro attività spi– rituale. Questi egregi uoruini dunque, insieme con altri soprnggiunti dei quali non saprei ammi· rare neanche il p.is~ ato, sono per tutto il paese riguardati come incnrnazioni uniche della somma sapien1a freniatrica e fontane vivaci della verità incontrovertibile e tabernacoli della infallibile autorità sen1.'appello: perciò è che essi hanno il monopolio dell'alta fre– niatria rimunerata; occupano cattedre e di– rigono manicomi o fanno l'uno e l'altro, se loro talenta, anche a dist,111ze chilometriche piuttosto considerevoli dal luogo di azione i esercitano col gran nome la suggestione e la fascinazione iisanatrice sui malati e sulle ma– lat<..del:I! r:cche case di salu1e; sostengono l'accusa o hi difesa nei processi clamorosi che sono la gioia preferita e il pascolo intel• lettuale piì.1elevato del nuovo popolo d' Italia; dispensano con la libera docenza il titolo di professore ai giovani insofferenti del troppo mo<lesto di dottore; sitdono giudici obbliga– tori e inevitabili <lei concorsi in vinì.1 di re– golamenti da loro industremente orditi ; si ispezionano e sovrnispezionano a vicenda n spese delle provincie; proclamano in versi in musica e in proz:1 non classica che su la loro piena autorità« s'impernb il buon andamento e b fìnnli1à del manicomio e il bene del ma– lato > : e di ciò intronano iI c.1po al governo in modo che questo, stufo e seccato, lascia andare una legge che appaga la concupiscenza della piena autorità. A' piedi di questa mon- 1agn:1di Bengodi, rntta di formaggio parmi– gi:rno grattugiato sopra la quale si legano le vigne con le salsiccie et hassi un'oca a de– naio et un papcrn per giunta ed in brodo di capponi si cuociono maccheroni e raviuoli (non di rado r:1viuoli e pasticci di commis– sioni giudicanti, libri maccheronici, salsiccie di perizie, vigne direttoriali per contorno a canonicati universitari, libere docenze a da– naio e un papero per giunta, ecc.) 1 a piedi di questo Bengodi si stringe dappresso la mol• titudine br.,mosa di salire il dilettoso monte che è principio e cagione di tanta gioia: e intanto questa molti1t1dine si sottopone alle pratiche spirituali che più sicuramente con– ducono al fine, cioè: digiunare intanto, bat– tersi il petto, fare atti di sottomissione come glorificazioni degli scienziati celebri pili in· fluenti, conferme delle loro vedute, recensio,~i lmtdatorie casciate mel:tte e dolciate, e vo– luminosi scriui che non dicono nulla. Voi immaginale subito che un ambiente siffatto è piì:1 :idauo a promuovere una produiione ar– rivista e cortigiana che non :i sviluppare li– bere esercitazioni dello spirito che moltipli– chino il potere- di visione e di previsione; ed io potrei senz.' altro fornirvene abbondanti i documenti. Ma non di codes10 è questione per ora. Io voglio solo dire che noi freniatri non siamo troppo agitati e divisi da correnti d'idee. Più modes1a111ente noi ci divi,iiamo in arrivati e non arrivati. Le rivoluzioni ideali della psichiatri:t non ci rendono in– sonni: siamo gente pratica noi altri dottori dello spirito. Noi siamo un poco come quei teologi di cui parlilva Courier: < lo zelo non manca - egli scriveva - ma da qualche tempo ha cangiato oggetto: perchè anche quando si scrive sopra la religione di ci1e cosa mai si disputa? Della presenza reale? neppur per ombra. Della frequente comu· nione? niente afTatlo. Della luce del Thabor, cieli' immacolata concezione, dell':iccessibilità, della consostanzialità del Padre e del Figlio? poco, poco di ciò. Di che si tratta dunque? Del ritorno dei preti 1 dei beni venduti, delle decime: ecco di che cosa si disputa. Aggiun– gete le donazioni, i lasciti per testamento, il danaro, il danaro contante, le monete aventi corso: ecco ciò che infiamma lo zelo dei no– stri dottori. ... » E quali credete che siano i pensieri do– niinanti di questi altri dottori e professori ? pensieri circa le idee di Liepmann su la lo– gorrea o circa le idee di Stransky su la con– f:Jsione verbale? meditazioni su i J>sychologi– sche Arbeitcn di Kraepclin? dubbi intorno l'analisi del De/ini1111tremens falla da Bon– hocff~r? Poco ci vorrebbe a provare come tutto ciò sia perfettamente estraneo alle menti della gran maggioranza dei nostri dottori e profes– sori. A nessuno interessa sapere se gli argo– menti di Tanzi contro il concetto dell:t fre– nosi maniaco-depressiva siano un po' leggeri o se il nome di frenosi sensoria da Bianchi apposto alla Deme11tiapraeco;r di Krnepelin sembri un gioco d'abilità di chi sa l'arte delle combinazioni parlamentari. Queste sono questioni noiose per la gran maggioranza dei nostri freniatri: essi son vaghi d'altro: per esempio di sapere quanti concorsi ha avuto la fortuna di giudicare l'anno passato l'epilet– tologo ed egittologo Tonnini 1 e quanto tra cattedre e manicomio e consulti possa gua– dagnare Bianchi a Napo Ii; e quale de' suoi allievi metta avanti Tanzi per la prossima sede vacantej e quante boccate d'aria bisogni respirare nel manicomio d' Udine per e-sser maturi a un direttorato. Intanto dentro s\ dice e fuori si crede che la psichiatria ita,liana sia una delle pili cospicue manifestazioni del ge· nio latino. Del popolo abissino scriveva \' ex-Gover– natore dell 1 Eritrea j « Nulla pareggia la su– perbi:1 abissina 1 nulla la infrena. Il popolo è persuaso d'essere il popolo più nloroso e pili destro in campo e perciò il primo po– polo del mondo ». Orbene: noi freniatri siamo gli abissini d'Italia. Noi ci credi..1mo il primo popolo d'alienisti dell'Universo. Po– trei fare le lunghe citazioni: ma se uno vuol avere un'idea dello smisurato orgoglio di que– sta psichiatria italiana briaca del suo genio può scorrere il discorso « Sui progressi del– l'assistenza degli alienati in Italia » tenuto dal dottore Antonini direttore del manicomio di Udine a un congresso internazionale del 1906 in i\lilano. È un discorso tutto pieno di avanzamenti su la via del progresso, di universale ammirazione, di gloria italiana e di luce che caccia le tenebre. Vi si legge che «l'illustre Tamburini è arrivato alla for· mazione di un asilo modello con un' orga– nizzazione universalmente ammirata e consi– derata eccellente e perfetta > 1 che « a Torino Bibloteca Gino Bianco una gloria italiana di fama univers:.tle e che spande nel mondo idee di progresso e di ci– viltà, Cesare Lombroso, detta da cinque lustri le sue ammirabili le1.ioni di psichiatria e di antropologia criminale > 1 che e ~lorselli ha .-:-~:~o u,. TrntlJlll') perf"!tto eh"' le lf"t'erature mediche dei paesi pili progrediti c'invidiano > 1 che < Leonardo Bianchi da Napoli e da Pa– lermo stende radici che germogliano valida· mente in tutto il mezzogiorno d' Italia », che « Tanzi dà :1ll:1 psichiatria un Trattalo pos– sen1e che ne assicura l'alta fama di alienista e di sapiente ». Sfilano cosi inventariate le glorie d' llalia, fìnchè l'oratore giunge alla più vera e maggiore: « all'affare di San Ser– volo, alla luce che caccia le ienebre, alla voce coraggios\ di Ernesto Belmondo che proclamò gli orrori dell'asilo di San Ser– \'Olo ». Ah di questa gloria dell' « affore di San Servo lo c'è proprio da 1enersene I Un mio amico demolitore racconta la storia in modo meno mirifico. Kel 1900 un alienista tedesco pubblicò in un giornale di psichiatria tedesco un articolo « Die venez.ianische Anstalt San Servolo », in cui annunzia a 1 suoi 'canna• zionali che se vogliono vedere la psichiatria dei secoli passati sopravvivente ed agente in un istituto dei nostri giorni non hanno che a fare una gita :t Venezi::i e di là una corsa in gondola a S. Servolo. Era, se mai, uno schiaffo su le guance alla psichiatria italiana. Ma le ingiurie che ci sono scritte nelle lingue dei nepoti d'Arminio, dice\'a Car– ducci, noi non le leggiamo. Nessuno in Ita– lia lesse l'articolo di Weygandt 0 1 se qual– cuno lo lesse, seppe star muto come pe– sce. Non bisogna conturbare le nozze della psichialria italiana col progresso, nei ban– chetti e ne' brindisi dei congressi ; nè fare i piagnoni mentre i palleschi celebrano le feste del primato degli Italiani. Infatti il Congresso freniatrico del I go I in Ancona, con relativa esposizione anche di vermouth alla noce vomica, tra banchetti gite in piro– scafo e brindisi si sfogò a batter le mani e i piedi ai progressi e alle bravme della scienza italiana : anche Lombroso mandò un telegramma : « invio evviva alla fiorente psi· chiatria italiana». Fu solo alla fine del I 902 che un certo professor Belmondo di Padova avuto 11011so che incarico dalle provincie venete andò in gondola a S. Sen•olo e rin· novò le accuse tedesche di due anni prima. Poichè direttore di S. Servalo era un medico frate, si presentava un superbo motivo di campagna anticlericale e i clamori salirono al cielo. Un brivido d'indignazione, una con– flagrazione di collere attraversò l'Italia e durò per alcuni mesi la pugna di due campi intorno al cadavere del medico monaco. Si acclamò alla scienza italiana che cacciava le tenebre e a Belmondo che cacciava i frati. I freniatri aprirono le cateratte del coraggio e decretarono il trionfo al nuovo vincitore la– tino ; i giornali socialisti ricordarono che egli aveva gu3si rappresentata l:t proprietà collettiva nel collegio elettoral~ di S. Naz• zaro dei Burgundi e gittarono garofani rossi, la i\lassoneria abbassò i 1:tbari e l'Asino gittò ragli di gioia. l\la oh dolenti 1 come tutti poi si riscos· sero e come i lieti onori tornarono in tristi lutti quando piit tardi nel 1 906 il profes– sore Belmondo, nel diventar direttore del manicomio della clericale pro, incia di Pa· dova, dichiaiò quanto segue: « Alla partecipazione dell'elemento reli– gioso ::ti ser\'izi di son•eglianza e di assi– stenza per i malati di corpo e di mente io non sohanto non sono contrario, ma sono anzi recisamente fat'Or4f'Ole, come risulta d:illo spirito di tante mie inchieste, ispez.ioni e re– lazioni fatte per conto di questa e di altre Provincie oltre che dal mio contegno cui ho roc'anzi accennato, e da quello da me tenuto di fronte ad agitazioni forse men note al pub– blico, dirette ad 011enere la completa laiciz- 1azione dei Ì\lanicomi mediante un Regola– mento di Stato. Nessun fallo della mia condotta passata può autorizzare chicchP.ssia, :id allribuirmi di fronte ali' elemento religioso, come sussidio ragguardevole per i servizi ospi1alieri, un'osti– lità che assolutamente non sento e che so di non avere mai dimostrata in nessuna occa– sione ». Cosi la mirabile istoria del glorioso affar di S. Servalo è narr:i.ta dal mio amico de– molitore: se altri la sa di,•ers..1 è pregato a smentire e a correggere. i\la l'Antonini nella sua concione milanese asserì anche un 1 altra . meraviglia: e: la mera"iglia e l'onta degli alienisti italiani quando appan•e la verità su l'asilo di S. Servo lo dimostra bene che si trattava di un caso del tutto isolato ». Già : proprio così. Come la moglie di Pietro da Vinciolo, nascosto l'amante li sotto un cesto e sentito il racconto del peccato della vicina « perciò che col biasi:nare il fallo altrui le parve dover fare a' suoi più libera via, co– minciò a dire: ecco belle cose: ecco santa e buona ddnnà che costei dee essere : ecco fede d'onesta donna ... , se Dio mi sah1i di così fatte femmine non si \'Orrebbe a\'ere mi– sericordia: elle si vorrebbero occidere: elle si \"Orrebbero vive vive mettere nel fuoco e farne cenere J}, cosi in questo aff.ire d1 San Ser\'olo ciò che faceva pili schifo era vedere i detentori di manicomi putridi, i dot1ori analfabeti della Beozia psichiatrica, che a,·ean sempre legati a frotte i m:tla1i come salami, scalmanarsi a urlare: al rogo, al rogo I dietro la tonaca ùel caduto. Non vi racconto storie io! vi porto la te– stimonianza dello stesso Antonini che torna oggi da una gita a Vienna ed ammonisce non si sa bene se altri o sè stesso: « È llmtili: fare del patrioflismo ad ogni costo: quello che è vero si ha da dire (bravo, è quello che di– cevamo :rnche noi !) anchese offende il nostr? amor proprio >; ed esclama: e No, in Italia non vi può essere uno Steinhof; appena in qualche provincia, quelle che hanno costrutto manicomi nuovi e li fanno funzionare con criteri moderni, si è convinti che il pazzo sia un malato e il manicomio un ospitale di cure; in molte 1 in troppe ancora per essi è ritenuto quasi superfluo un tetto e un giaci· glio; ancora per non spendere si legano a gruppi gl' infelici nelle camerate deserte di infermieri j ancora fra le altissime mura son condannati a vegetara 1 senza conforto di verde, senza contatto di vita ecc .... >. Bravq: ben detto e ben declamato: ma o che and:wate dicendo due anni fa a Milano in faccia agli stranieri? e che andavate dicendo a Genova nel 1 90..;.? Ve lo ricorderò io 1 togliendoli dagli Atti di quel Congresso, queste vostre parole: '-. ... i nostri congressi si abbiau~ " chiamare d,, qui immnti: riunioni dcgH alù· nisti e 11u.rop,dologi dei paesi di lingue ila– liflne... A Ve11&\i,1 dunque è per acc/ama;Jone che noi ci lrot•ercmo pel /11/uro Congressv.... Nel futuro congresso avt.•icinamlo5ialla parie orimtalc d' /lali'a, il j,1sci110di Vem{ia chia· merà dalle opposte sponde del 'Adriatico buon munero di colleghr, poichè la rmascila della Tunica manicomiale dal 'Antica Dominante ~i estende oltre i confini dtl Regno». Prendiamo

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