La Voce - anno I - n. 3 - 3 gennaio 1909

OCE Esce ogni giovedì in Firenze, via dei Robbia, 42 .:I- Diretta da GIUSEPPE PREZZO LINI ... Ab~onamento per il Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero cent. IO. Anno I ·"' N.' 3 .:J. 3 Gennaio 1909. ~O)DI.\RJO: Cocò al!' Unhcrsi1à !li Napoli o la scuota dell11mala ,1111.C.u.TAXO S.\l.\'1 ,11x1 li H1lore del sindncal111,mo, P.,01.0 .\huou>I 5(1,I//Ja anri,lla ,, l':11 Ojdli, G. PR. - B11rbd· d'.lnrr,·ilil rriti,·,1, .\. S. Il 1ih111111 ,l'l:11rù·(I F,·rri, ).I. )l1--,1ROLI - C..m, 1 wl, 11 ,~t Uno sfoico poela, R. G.. hs.H,IOLJ ,/dia « Srit11'{il dd/'Arlt », .\. DI R. Il Pr, ws.rn Ci1,11i,·J/i,, e, ,,,,1Ra.no - li /'ni_J(ss,1r 1;,,.,1,,i, - C!'>:OS1:0L.\RO. Cocòall'Università di Napolio la scuoladellamalavita. ,\',J11~.,pp11w10 n11,or.1, 11d 1110111c11/o d",md.,rc 11/.J.,hir,,,. ~, il fr,>ft5XIY G.1d,mo s.,houin/. - !-& /',,mii:o S.1frtmi11i i 5opr,nTiss11lcJ .11/.1 ,·,1/.1slroj( di 1\/t:i.Sin,1. Qutsla ,o~·t· du cjlli :;11011,1. ourg,~,, ,· ru.lt, sin•o-.1 ,· r.:,rilùr,1.amu Ju Jcmprt !., ~ ,r.i , ; for.,r:, spo,t,, per :.cmpr,-, .Va11 :.i p,u>.!in. rome ,,- ,kC(Jri /,, sor/e d" 1111 .uni.-o dtt d., po,·<,. n1,1 ~.ddamollr, at•,;v111110 ·011q111~l.1lo. ,1 :,11.1 c.,mp.,J!u,1 ptr il riso/le- , ,,mm/o mor,1/t del lil1•H_ogior110 wlr,n·,1 1:cHi pc,frll,.munlt ml nostro compli::.so di i Ice, e il pn1gmmm,1 dd 11051,ogiorn,,I,; cr,, così armo– mà, cou l'opt'r,1 di uuit,l t di giusti;_,~, che il S.dumini h,1 sempre p,ostguil.1, s,~, fr,1 i pro– r;•:,54ri d,c fr,1 i suoi tomp.1oa11idd 1\1t{{O· gio1110, dtt, cl,, 1011/,mn} r:i tmt'.11110 ltg.,ti d.z )(rande 5imp.1ti,1,/:il ., ,\/,·ssin,1 er,1 p111c il 111),/roamil·o lomh.mlo R,1di,:, 1 rit:d,1/osi allro ,mùno di loll.llorf. i mi sfor;J ptr comb.illtrt il ptdagogllmo e le i,~flum\t 111.z:.so11icl1t lrd i proji•ssori ddlt S'11c>lt 11udit, s.,ram,o bm prc:,lo a)IJ/01 /,,li ,la/ nostro sùh·ero aiuto . .Voi 11011 dioi.11110 qtu.\/1) per mdltrt' in p,~1HJ' il nostro dolort", o per /essere.prem<.1l11rala111enh·, /'dogio /1111tbredi pcrso,re L11r~ cht' speriamo :,ia110 s11ht: m.r p,rdtt; m,dgr,1do 1)u la di– sgrati,1 di ftle:.-s.ina loi:clti a11cor,1 noi, 11011 pos– si.11110 lr,11/t'11C1"ti d,,I dire clh' c,i} du più duo!tJ .Ji q11esl,1 ,·,1/,1.,triife i11111,c11s., 1011 t~ la ji11e .:.:.'. , •~·,;-'ur. ,,.;1.11:i: ,: .'a js::·,/il:1 ,.',·i fon·.· Siamo sinari: se UIM />.1/lagh1,se "'"' rit·o– l11\1011r,eiu,1/meuli: 1,a11g11i11os.1 r ,p,n·ados.1 ,lt'ts_ç,• dm.:11/0 d<.1r~·i ftriJ 1111 rfgÙut· più allo, 11110 si.rio ::-.otiale più 11111.1110 1 11 •/;~r.1;Jo11e 1110- r,1/e piu gr.111dc 1 ,uss11110 at·refibc. lamml,1/0 i mori, e i beui. Tu/1,1la slon~1umana ,~ sla/,1 f.zll,1 d Pniio .li t·ilt r di d,naro. Clii e/te sp.nml.i e abli,,tte è il !ap,rt d:e q1uslllcala– slroft 11v11 solv è inutile, ma che farà ritardare il risolltt.·amm/1):nor,,/, dd t1U\\Ogior110. P,r– u~) noi 11m1 dii.:,~11110 sollanlo: Messina t' caduta, 1\fts:,i11,1 det.·erisorgere; 11011 im:oc/1ii11110 sol- 1,mh• d,,gli il.1/i.ini il dmaro: ma li preghiamo di rù·<>rddrsi una h1101111 t'Oli,, del/,; anime da' loro frnldli 11uridio11ali 1 e di scendere laggiù pu l'opcri1 Je/1,1 c,,rilà spirituale, per l'ap(r· lum delle menii, per l'elt·t',1;Jo11e d gli i11ditùlui, per lc1definilit·,, e solcmlt' <01111111io11e fra gli /J,1/ù111i 11011 so/lauto ~otto 111 stessa dit.·15.1 e !,l,Jto lo stesso 1,len1111.1, ma nello sltJso sfor{O mor,,le. LA \"oCE. Gli :1dolescenti che dopo a\·er fatto il li– ceo in una citt3 del Napoletano, lasciano la famiglia per andare ad addottorarsi ali' Cni– versita di ~apoli, sono forni1i as:-ai Ji.. r,1do di una perfetta e solida coscienza morale. ;\)a anche nei peggiori non mancano mai grandi capacit,1 di bene. E basta che un giovane meridionale abbia la fortuna di tro\·arsi sbal– zato fra i r8 e i 22 :mni in un centro di lavoro onesto, in una scuola universitaria se• ria e sana, perchè m lui - fornito quasi sempre di un' intui1ione rapidissima, di un forte amor proprio, di fa ·ile adattabilità al • l'ambiente - .,,j determini subito una grande crisi di rinnovamento e di epur:11ione. E da questa crisi nascono prodotti talvolta mirabili per raffinatezza e per forza, ma non mai inferiori a quella che è la media intellettuale e mornle dei giovani del settentrione. La più parte dei meridionali, invece \·a a mire a ~apoli. E Kapoli è la piaga del ~lez- 1.ogiorno, come Roma è la piaga di tutta l' I 1alia. Kel le citti1 uni\·ersit:1rie del Nord non man– cano. c~rto, occal>ioni J1 s. ;.u.,, .il ..,io\":wc. 1 sfuggito appena alla costri1ione della famiglia e della scuola secondaria, e avido di bere a grand_i sorsi l:1 copp:i delb libertà. ~la una gr:inde ondarn di la\'oro affannoso travolge tuuo, compensa ogni male, puritica tutto. E il giovane si sente come soggiogato da un com:mdo ur,iversale 1 perenne, che lo sospinge alla fatica e lo consiglia a farsi avanti, ad affermarsi conquistatore di quel le forme po– derose di vita che lo dominano e l'affascinano. Kapoli invece, \"asto centro di consumi e di atti,it.ì. improduttive, in cui una metf\ della popolazione campa borseggi,10do e truffando l'altr.1 metà, srmbra fatta a posta per inco– raggiare alla pohroneria e per educare alla immoralita. Tutto è chia,;so, tutto è dolce far niente, quando non è imbroglio e abili1à. Dal lazzarone che si spidoc:hia al sole, :11- 1' alto magistr:110 1 di cui tutti sottovoce dicono che \'ende le sentenze; dal questurino, che sfrutta le prostitute, al giornalista ricattatore che sfoggia sfacciato 1 automobili e amanti i tutto sembra che consigli al gio\·ane: Ar– rangiati, che io 111 1 :1rrnngio: l'onestà e il la– voro sono buoni per gli sciocchi : godere è lo scopo della vita >. Nessuna voce grida alla sua coscienza inquieta e vacillante: « Su via tigliu◊;o . bh,.>r 1 1•~·.· le , per gli altri· il lavoro è l.1 gioia, il lavoro è la liberi:\» Dopo lJUalche mese di tirocinio in quel l'ambiente pestifero e infetto. la giovane spe ranza della giovane delinquenza borghese me• ridionale ha scel!a per sempre la sua strada. N'on è più il ragazzone di facile contentatura 1 timido e impacciato J 1 un.1 \"Olta. È di\'eniato un elegantone: si pettina e si veste in modo da stare fra il cinedo e il guappo. Si è em:.n– cipato da ogni principio morale. Fa la corte alla tiglia della padrona di casa . .,\bbracci,1 la serva in cucina e la portinaia per le scale. Molto spesso si busca la sifilide. Kon c'è denaro che gli b 1st1. E tempesta per averne la m·1mma e le sorelle di lettere menzognere e minacciose : povere mamme, che si con– sumano nella lotta ineguale contro le ristret– tezze del bi lancio i povere sorelle, che sfio– riscono nell'ombra, nutrendosi di legumi e rattoppaodo calzeroui per il fratello lon– tano! - Q~alche volta Cocò si ricorda di essere anche ... rndtnte unh·ersi1ario: quando ·c'è da fare una chiassata. Cocò è quasi sempre an– ticlericale· quando \'Ì\·eva Gio\'anni Bovio, non manca\'a mai d'andare ad ascoltarlo e di applauJ1rlo almeno una \"Olta ali' anno. Sp6so Coco C aJdinttura socialista ri\'olu– zionario: è insuperabile nel rompere le \'e– trate, nt:1 fracassare le panche, nel fare con b bocca e con la mano suoni non perfet– tamente musicali. Coco può essere rivolu1.io– nario tanto pili agevolmente, in quanto è si– curo a priori dell' impuniti! qualunque birbo· nata faccia : i carabinieri, che moschettano per dei nonnull11 i contadini affamati, non daranno mai noia al caro figlio di papà. E Cocò è sicuro :1 tulle l'ore di tro\'are al– i' Cniversitit qualche migliaio di mascalzoni simili a lui, protetti dall' impuni1:\ come lui, pronti sempre a fare come lui i socialisti ri– vo!U1ionari. Oggi le panche saranno rotte per protestare contro il governo, domani per anticipare le ,•acam.e, dopo le vacanze per ottenere un:t riduzione di tariffe sui trams e poi per conquistare gli esami di BiblotecaGino Bianco 111:arll e poi per solidarietà con i colleghi ..~L, :"' ."l!:"::, -~•· 1-1:: ·:·1•~ I, f.."tf"'– cola in pugno e con la scure. Di tJnto in tanto lo spirito d1 Cocò è tur– bato dallo spe11ro degli esami. 1\la solo ,"l'h morte non c 1 è 11medio ! Una l'ni\•er:.i':i in cui 5000 a\tmni fo11110 ogni anno, nelle sole sessioni cli est:tte e di autunno, ·senza cont.ire quella abusha di m:ar?.o, 17000 esami, non può cercare lroppo il pelo nell'uo\O in que– sto genere. di operazioni. Eppoi parecchi pro• fessori ufficiali eserci1,1110anche le libere do– cenze; inscrivendosi al IMO corso libero, l'degantone h1ureato c;j garantisce abbnstanza bene co11tro i rischi d1 quegli esami che di– pendono d,1 quei professori. Altri professori uffidali sono in\'estiti di incarichi in materie non obbiigatorie 1 che apparirebbero inutili qualora non \'i si inscri\'esse un numero sufficiente di volenterosi. Cocò si inscrive anche a questi corsi, e si assicura altri esa– mi. Parecchi professori uniciali 1 specialmente delle facolt:\ di giurisprudenza e di medicina, sono avvocati. o esercitano la professione, o fanno gli affaristi : è facile, quindi, trovare il maginrato, il banchiere, l'elettore influente, il clien:e d.an: 1roso, il socio d'affari, che con una raccomanda;•ione metta a posto qualche altro esame. Poi ci sono i professori indul– !!P'lJ.. pPr na111r::t n Vt"f"'rhin ri111bPcilliti, che 1101: bocciano mai, mai, mai. Non manca a Corò che incontrare nell' l 1 ni\'ersità di Na• poli uno dei 1recentoci11quanta liberi docenti 1 imbroglione e pa~ticcione, camorrista e in– trigante, che sa aiut:1re nei momenti dillicili i po\·eri giovani bisognosi di soccorso. Ba– !-ta dare la firma ad uno di costoro. lascian– dogli godere tutte le 12 lire e cen1esimi dell' indenni1i1 e non pretendendo il rim– borso immediato di una parte delle 12 lire, come molli fanno, e la gratitudine e la pro– tezione del libero docente è assicurata in tutte le commissioni d'esame, di cui egli farà parte. Eri ecco come l'Universit:1 di Napoli sforna ogni anno circn 600 fra medici e an·ocati e una sessantina fra professori cli lettere e di scienze, dei quali b piu parte non è assolu• 1arnente capace di scrivere dieci righe senza almeno dieci enori di grammatica ed è in– tellettualmen1e abbrulita e mor.1lmente di– sfatta. Questa vergogna non è peculiare al- 11 l'niversit.\ di ~apoli. Tutte le università italiane sono pii1 o meno ammalate : ed in fano di corsi liberi 1 per es. gli abusi che si rommettono dai professori ufficiali a Palermo, :1 Torino, a Padova 1 sono forse superiori a què::i <1, Napoli. ~la è innegabile che uel- 1' insieme I' l 'niversil;) di ~apoli è quella che accentra in sè il minor bene e il mag– gior male j che mentre nelle :,lire università prevalgono fra i professori ufficiali in pro– porzioni più o meno fo1ti gli scienziati su– gli :1ffaristi 1 nell' l 'niversi1rt di Napoli pre– valgono gli affaristi sugli scienziati. Cocò analfabeta e laureato, ,i av\'ede ben presto di essere i11e110a \'Ìncere un con· corso per la magistratura o per le prefetture o per i ministeri, se è av\·ocalo; è sistema– tic.1mente bocciato nei conr;orsi per le scuole medie, !".e profrs,;ore i non ha nessun titolo di capacità p~r ottenere una condotta fuori del paese natio, se è medico. Se ne ritorna, dunque, sospirando alla casa paterna dove lo aspettano la mamma in\'ecchi:tta e le sorelle avvizzite. E qui impoten1e a vhere coi frutti della professione liber.1 1 prh 1 0 com'è di c 1 ua– '•1r· :·!• :-oh:l;!i. tr "ic" le-11t" di :i·-d,~nr~.. -= reddito, anche minimo, con un impiego mu– nicipale. Do\'e il p:irtito dominante è solido e potente, Cocò gli striscia umile .:ti piedi e gli chiede un tozzo di pane. Dove esiste un'opposizione abbastanza forte o la rnaggio– rJnza non si affretta a riconoscere i meriti e j diritti del neolaureato, costui si mette al– l'opposizione e combatte la maggioranza nel- 1' interesse della patria. E allora si vede CCJcÒ anticlericale lierissimo ali' Univcrsit:l, inscri– versi a una çonfraternita e tenere il baldac– chino dietro al \"escovo nelle processioni j e l'ex socialista ri\·olm:ion:1rio giocare la sera :i terziglio col delegato, col maresciallo dei ca• rabinieri 1 e chi applaudi\•a Giovanni Bodo falsitica le bollette ciel dazio consumo e ruba i denari della beneficenza. L' azione politica degli spostati ha una grandissima importanza nella societ:l moder– na1 perchè costoro, non avendo nulla da fare, fanno per tutto il giorno della pol11ica: sono giornalisti, libellisti, galoppini eletlorali, con– ferenzieri, propagandisti. Fanno di tutto i e in grazia delle loro attività, si conquistano i primi posti nelle file dei p:1rtiti politici, diventano gli uomini di fiducia, i depositari dei segreti, i guardiani t! i padroni clelle po– si1ioni c:1rateg1che. Per tal mC'do tulla la vita dei partiti si accentra in essi ; e poichè le idee non girano per le strade sulle proprie gambe, ma si incarnano in uomini, si ha che le pili belle idee, i pii1 bei programmi di questo mondo, quando cadono nelle mani di quei miserabili, si riducono a pretesto per conquistare un impiego. E i partiti \'anno in rol"ina; perchè conseguita la vittoria, la di– stribuzione degli impieghi è causa di ingiu– stizia contro gli impiegati antichi o di dis• ,;idi fra gli aspiranti, sempre più numerosi del bisogno; una prima ingiustizia indebo– lendo moralmente gli amministratori che l'hanno commessa, li dà mani e piedi le– gati in balia degli elementi peggiori dd par– tito, che minacciando scandali e pronuncia– menti, ricattano senza posa e sen1.a freno i loro padroni e li obbligano a nuove ingiu– stizie o a nuove immoralità j gli impiegati maltrat1ati si inviperiscono; gli :ispiranti de– lusi o pass..1no al partito a\'\·ersario, o re– siano nel partilo a crear nuove scissioni e sospetti e recriminazioni. E cosl i part11i 1 che a\'e\·ano riportato strepitose \"ittorie e sembra– vano deposit~ri della piì.1scrupolosa giustizia e padroni dell'avvenire, in pochi mesi si di– sgregano e precipitano nel fango. E questa una mala ltia di tutti i partiti, a qualunque gradazione politica appartengano e di tutti i comuni italiani, qualunque la razza che li popoli. E girando per I' halia e vivendo a lu,1go in Romagna, in Lombardia, in To– scana, ho acquistato, sol to ques10 1 come sotto molli altri rispetti 1 unn discreta sti~na per I' ltali:1.... meridionale: tutto il mondo è pnese; e anche i nordici sono discretamente su~ici. 1\la fra l'Italia settt:ntrionale e l'Italia meri– dionale ci sono, a danno del i\lezzogiorno le seguenti differenze. 1. 0 Nel 1\lezzogiorno le professioni libere offrono meno ri,;orse che nel Settentrione, data la minore ricchezza del paese e i meno sviluppati bisogni ci\'ili della popolazione; :2. 0 nel 1\lezzogiorno i profes– sionisti e più specialmente gli av\·ocati, sono più assai numerosi che nel Nord, e quindi si rh·ersa sugli impieghi comunali un mag-

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